La responsabilità professionale dell’avvocato, la cui obbligazione è di mezzi e non di risultato, presuppone la violazione del dovere di diligenza media esigibile ai sensi dell’art. 1176, secondo comma, c.c.; tale violazione, ove consista nell’adozione di mezzi difensivi pregiudizievoli al cliente, non è esclusa né ridotta quando tali modalità siano state sollecitate dal cliente stesso,...
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Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 10 giugno 2016, n. 11905
La responsabilità del prestatore di opera intellettuale nei confronti del proprio cliente per negligente svolgimento dell’attività professionale presuppone la prova del danno e del nesso causale tra la condotta del professionista ed il pregiudizio del cliente e, in particolare, trattandosi dell’attività del difensore, l’affermazione della responsabilità per colpa professionale implica una valutazione prognostica positiva circa...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 maggio 2016, n. 10698
Non deve essere ravvisata una responsabilità dell’avvocato se non viene concretamente dimostrato che il giudizio sarebbe stato favorevole se non si fossero verificate le omissioni del difensore Il cliente che invoca la responsabilità professionale del proprio avvocato deve sempre provarla adeguatamente. Intanto non basta presumere il non corretto adempimento del mandato conferito in quanto occorre...
L’obbligo di diligenza, ai sensi del combinato disposto di cui agli articoli 1176, comma 2, e 2236 c.c. impone al legale di informare l’assistito di tutte le questioni in fatto e in diritto ostative al raggiungimento del risultato o, comunque, produttive del rischio di effetti dannosi. Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 aprile 2016, n. 7708.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 aprile 2016, n. 7708 Ritenuto in fatto 1. – È impugnata la sentenza della Corte d’appello di Venezia, depositata il 5 luglio 2010 e notificata il 25 gennaio 2011, che ha accolto l’appello proposto da M.L. avverso la sentenza del Tribunale di Treviso e nei confronti di...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 febbraio 2016, n. 2954. Non sussiste la responsabilità professionale dell’avvocato che introduca erroneamente un giudizio di impugnazione (con conseguente inammissibilità della domanda) qualora la specifica materia oggetto dell’incarico implichi la risoluzione di problemi di speciale difficoltà proprio con riferimento all’individuazione del giudice competente per l’impugnazione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 16 febbraio 2016, n. 2954 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. PARZIALE Ippolisto – Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Consigliere Dott. FALASCHI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 febbraio 2016, n. 1984. La responsabilità dell’avvocato non può affermarsi per il solo fatto del suo non corretto adempimento dell’attività professionale, occorrendo verificare se l’evento produttivo del pregiudizio lamentato dal cliente sia riconducibile alla condotta del primo, se un danno vi sia stato effettivamente ed, infine, se, ove questi avesse tenuto il comportamento dovuto, il suo assistito, alla stregua di criteri probabilistici, avrebbe conseguito il riconoscimento delle proprie ragioni, difettando, altrimenti, la prova del necessario nesso eziologico tra la condotta del legale, commissiva od omissiva, ed il risultato derivatone
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 febbraio 2016, n. 1984 Svolgimento del processo V.C. con atto di citazione avanti al Tribunale di Aosta chiamava in giudizio l’avv. T.G. , che lo aveva in precedenza difeso nel corso di una causa civile per risarcimento danni contro la NITRI s.r.l., per sentire accertare e dichiarare...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 dicembre 2015, n. 25746. In tema di contratto d’opera intellettuale, il giudice, in base alle risultanze ritualmente acquisite, ben può accertare l’esistenza o l’inesistenza in concreto ex officio dell’eccezione relativa alla “speciale difficoltà” della prestazione che, ai sensi dell’art. 2236 cod. civ., limita la responsabilità risarcitoria del professionista
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 dicembre 2015, n. 25746 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BERRUTI Giuseppe Maria – Presidente Dott. PETTI Giovanni Battista – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – rel. Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 7 gennaio 2016, n. 58. La procura per il ricorso per cassazione, che necessariamente ha carattere speciale dovendo riguardare il particolare giudi2io davanti alla Corte di cassazione, è valida solo se rilasciata in data successiva alla sentenza impugnata, rispondendo tale prescrizione all’esigenza, coerente con il principio del giusto processo, di assicurare la certezza giuridica della riferibilità dell’attività svolta dal difensore al titolare della posizione sostanziale controversa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 7 gennaio 2016, n. 58 Svolgimento del processo e ragioni della decisione E’ stata depositata in cancelleria la seguente relazione “F.D. conveniva in giudizio dinanzi al Tribunale di Piacenza la Dental Aesthetic’s s.n.c., chiedendo il risarcimento dei danni per errata esecuzione di interventi protesici; la domanda veniva accolta,...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 dicembre 2015, n. 25963. In tema di responsabilità professionale dell’avvocato, la mancata indicazione delle prove indispensabili per l’accoglimento, della domanda costituisce di per sé manifestazione di negligenza del difensore, salvo che il predetto dimostri di non aver potuto adempiere per fatto a lui non imputabile o di avere svolto tutte le attività che, nel caso di specie, potevano essergli ragionevolmente richieste, tenuto conto che rientra nei suoi doveri di diligenza professionale non solo la consapevolezza che la mancata prova degli elementi costitutivi della domanda espone il cliente alla soccombenza, ma anche che il cliente, normalmente, non è in grado di valutare regole e tempi del processo, né gli elementi che debbano essere sottoposti alla cognizione dei giudice. A tale principio si è attenuto il giudice d’appello, il quale ha ritenuto, nel solco della consolidata giurisprudenza di legittimità, che colui che agisce in confessoria servitutis ha l’onere di fornire la prova dell’esistenza del diritto, e che tale onere non viene meno a fronte di ammissioni del convenuto, trattandosi dell’esistenza di un diritto reale, rimanendo salva soltanto la possibilità per il giudice di avvalersi degli elementi che scaturiscono dalle ammissioni del convenuto nella valutazione delle risultanze della prova offerta dall’attore
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 dicembre 2015, n. 25963 Ritenuto in fatto 1. – È impugnata la sentenza della Corte d’appello di Trento, depositata il 1° dicembre 2009, che ha parzialmente accolto l’appello proposto dall’avvocato A.P. avverso la sentenza del Tribunale di Rovereto e nei confronti di R. e G. P. (eredi...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 novembre 2015, n. 23209. La mancata o carente deduzione di un mezzo istruttorio (nella specie ordine di esibizione) non determina la responsabilità professionale dell’avvocato qualora non sia provato che la regolare e tempestiva deduzione del mezzo istruttorio potesse incidere positivamente (secondo il criterio del “più probabile che non”) sull’esito della controversia
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 novembre 2015, n. 23209 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIARINI Maria Margherita – Presidente Dott. AMENDOLA Adelaide – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere Dott. VINCENTI...