A proiezione sullo schermo televisivo del testo di canzoni, contemporaneamente all’esecuzione in studio dei brani musicali (nell’ambito di trasmissioni che seguono lo schema del cosiddetto “Karaoke”), costituisce, ai sensi della formulazione originaria dell’art. 13 della legge n. 633 del 1941, applicabile ratione temporis (resa più chiara ed esplicita a seguito della modifica operata dal d.lgs....
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Alla dichiarazione di adottabilità di un figlio minore è possibile ricorrere solo in presenza di fatti gravi, indicativi, in modo certo, dello stato di abbandono, morale e materiale, che devono essere specificamente dimostrati in concreto, senza possibilità di dare ingresso a giudizi sommari di incapacità genitoriale, seppure espressi da esperti della materia, quando non siano basati su precisi elementi fattuali idonei a dimostrare un reale pregiudizio per il figlio, di cui il giudice di merito deve dar conto. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 14 aprile 2016, n. 7391.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 14 aprile 2016, n. 7391 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. TERRUSI Francesco – Consigliere Dott. LAMORGESE...
In tema di affidamento di figli minori, qualora il genitore denunci comportamenti dell’altro genitore, affidatario o collocatario, di allontanamento morale e materiale del figlio da sé, indicati come significativi di una PAS (sindrome di alienazione parentale), ai fini della modifica delle modalità di affidamento, il giudice del merito è tenuto ad accertare la veridicità in fatto dei suddetti comportamenti, utilizzando i comuni mezzi di prova, tipici e specifici della materia, incluse le presunzioni, ed a motivare adeguatamente, a prescindere dal giudizio astratto sulla validità o invalidità scientifica della suddetta patologia. Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 aprile 2016, n. 6919.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 aprile 2016, n. 6919 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 marzo 2016, n. 5762. La regola posta dall’art. 1337 c.c. non si riferisce alla sola ipotesi della rottura ingiustificata delle trattative ma ha valore di clausola generale, il cui contenuto non può essere predeterminato in modo preciso ed implica il dovere di trattare in modo leale, astenendosi da comportamenti maliziosi o reticenti e fornendo alla controparte ogni dato rilevante, conosciuto o conoscibile con l’ordinaria diligenza, ai fini della stipulazione del contratto. Ne consegue che la violazione dell’obbligo di comportarsi secondo buona fede nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto assume rilievo non solo in caso di rottura ingiustificata delle trattative e, quindi, di mancata conclusione del contratto o di conclusione di un contratto invalido o inefficace, ma anche nel caso in cui il contratto concluso sia valido e, tuttavia, risulti pregiudizievole per la parte vittima dell’altrui comportamento scorretto. L’azione di risarcimento danni ex art. 2043 c.c. per la lesione della libertà negoziale sia esperibile allorché ricorra una violazione della regola di buona fede nelle trattative che abbia dato luogo ad un assetto d’interessi più svantaggioso per la parte che abbia subito le conseguenze della condotta contraria a buona fede, e ciò pur in presenza di un contratto valido ovvero, nell’ipotesi di invalidità dello stesso, in assenza di una sua impugnativa basata sugli ordinari rimedi contrattuali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 marzo 2016, n. 5762 Svolgimento del processo 1.- La società Guaber (ora Coswell), definitasi leader nella produzione e commercializzazione di prodotti per la cosmesi e l’igiene personale, convenne in giudizio la Keraunos srl, la Bx Trade e i sig.ri P.G. e C.C. , personalmente e quali rappresentanti...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 febbraio 2016, n. 2314. Ai fini della trasmissione del vizio da una parte all’intera clausola, ex art. 1419 cod. civ., sulla nullità parziale, è richiesta la prova che le parti non avrebbero concluso il contratto senza quella parte affetta da nullità. Tale prova deve essere fornita dall’interessato ed il giudizio sul punto è riservato al giudice di merito, il cui apprezzamento non è censurabile in sede di legittimità, quando sia sorretto da motivazione sufficiente ed immune da vizi logici e giuridici
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 febbraio 2016, n. 2314 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. DI MARZIO Mauro – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 dicembre 2015, n. 24560. L’impresa familiare appartiene solo al suo titolare anche nel caso in cui alcuni beni aziendali siano di proprietà di uno dei familiari, a differenza dell’impresa collettiva che appartiene per quote, eguali o diverse, a più persone. Nello schema dell’impresa di cui all’art. 230 bis c.c., gli utili non sono determinati in proposizione alla quota di partecipazione (ma alla quantità ed alla qualità del lavoro prestato) e, in assenza di un patto di distribuzione periodica, non sono naturalmente destinati ad essere ripartiti tra i partecipanti ma al reimpiego nell’azienda
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 dicembre 2015, n. 24560 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. DI MARZIO Mauro – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio Pietro – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 dicembre 2015, n. 24715. L’azione di responsabilità sociale, esperita dal curatore nei confronti dei sindaci e degli amministratori a norma dell’art. 146 L.F., racchiude in sé, le azioni ex artt. 2393 e 2394 c.c. ed è diretta alla reintegrazione del patrimonio della fallita. Essa è posta in essere nel momento in cui il patrimonio sociale non risulti sufficiente a soddisfare i creditori della società fallita e si manifesti, dunque, il decremento patrimoniale, sotto forma di danno emergente e lucro cessante, costituente il pregiudizio che la società non avrebbe subito in mancanza del comportamento illegittimo degli amministratori e dei sindaci. Pur avendo contenuto inscindibile, il curatore è libero di scegliere quale delle due azioni esperire ma diverso sarà il regime della decorrenza del termine di prescrizione, l’onere probatorio ed i criteri di determinazione dei danni risarcibili
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 dicembre 2015, n. 24715 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 24 novembre 2015, n. 23981. L’accertamento circa la confondibilità tra marchi in conflitto, costituente un presupposto comune delle azioni di nullità e contraffazione del marchio, deve compiersi in via globale e sintetica, avendo riguardo all’insieme dei loro elementi salienti, grafici, visivi o fonetici, e non attraverso il loro esame particolareggiato e la separata considerazione di ogni singolo elemento
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 24 novembre 2015, n. 23981 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. DI MARZIO Mauro – Consigliere Dott. LAMORGESE Antonio Pietro – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 novembre 2015, n. 23401. Le associazioni, ancorché non riconosciute e sfornite di personalità giuridica, sono considerate dall’ordinamento come centri di imputazione di situazioni giuridiche e, quindi, come soggetti di diritto distinti dagli associati, dotate di un proprio patrimonio costituito dal fondo comune, di una propria capacità sostanziale e processuale e di una propria organizzazione regolata dai patti dell’accordo associativo o, in difetto, ove non incompatibili, dalle norme che disciplinano le associazioni riconosciute e le società. L’art. 2 della Costituzione, infatti, garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e tra questi vi è il diritto alla tutela del nome e dell’identità, che non spetta solo alle persone fisiche o giuridiche, ma anche alle associazioni non riconosciute
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 novembre 2015, n. 23401 Svolgimento del processo 1.- La Sezione di Pescara dell’Associazione italiana contro le leucemie (d’ora in avanti, AIL omissis) chiese al Tribunale di quella città, prima in via cautelare e poi nel giudizio di merito, di inibire a G.R. , anche nella qualità di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2015, n. 17790. In tema di trattamento dei dati personali, tra i dati concernenti persone decedute, ai quali hanno diritto di accesso gli eredi, a norma dell’art. 9, terzo comma, d.lgs. n. 196/2003, non rientrano quelli identificativi di terze persone, quali sono i beneficiari della polizza sulla vita stipulata dal de cuius, ma soltanto quelli riconducibili alla sfera personale di quest’ultimo
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 settembre 2015, n. 17790 Svolgimento del processo Il sig. Z.A. ha proposto un ricorso al Garante per la protezione dei dati personali avverso il diniego della compagnia di assicurazione Popolare Vita spa di comunicare i nominativi dei beneficiari di una polizza assicurativa sottoscritta dal sig. D.R. ,...