Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 febbraio 2016, n. 3134 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DIDONE Antonio – rel. Presidente Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. NAZZICONE...
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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 17 febbraio 2016, n. 3059. Spetta al giudice italiano la giurisdizione con riguardo all’istanza di fallimento presentata nei confronti di società di capitali, già costituita in Italia, che dopo il manifestarsi della crisi d’impresa, abbia trasferito all’estero la sede legale, allorquando a detto trasferimento non abbia fatto seguito anche il trasferimento dell’effettivo esercizio di un’attività imprenditoriale e del centro dell’attività direttiva e amministrativa, in quanto il trasferimento si è risolto in un atto meramente formale, restando pertanto escluso che esso sia stato posto in essere conformemente alla legge degli Stati interessati. In tal caso, ai sensi dell’art. 25, comma 1, legge n. 218/1995, spetta al giudice del luogo in cui si è perfezionato il procedimento di costituzione della società stabilire, in conformità al proprio ordinamento, quale sia in concreto la sede effettiva della società (cfr. artt. 6-9 R.D. n. 267/1942 legge fall.).
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 17 febbraio 2016, n. 3059 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Primo Presidente f.f. Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Sezione Dott. CHIARINI Maria Margherita – Presidente Sezione Dott. NAPOLETANO Giuseppe...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 15 febbraio 2016, n. 2906. La domanda ex art. 2932 c.c. – trascritta prima della iscrizione della sentenza dichiarativa di fallimento nel registro delle imprese – non impedisce al curatore di recedere dal contratto preliminare: gli impedisce
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 15 febbraio 2016, n. 2906 Ragioni di fatto e di diritto della decisione 1.- N.A.M. convenne in giudizio dinanzi al Tribunale di Imperia la s.p.a. S.E.R. Società Edilizia Romana chiedendo la pronuncia di sentenza che tenesse luogo del contratto preliminare di vendita di un immobile stipulato con la...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 gennaio 2016, n. 1754. In tema di responsabilità della banca per il pagamento di un assegno non trasferibile a persona diversa dal beneficiario, l’art. 43, secondo comma, del R.D. 21.12.33 n.1736, che regola tale tipologia di titolo, nell’attribuire la responsabilità a colui che paga a persona diversa dal prenditore o dal banchiere giratario per l’incasso, si riferisce sia alla banca girataria che alla banca trattaria, essendo quest’ultima tenuta, quando il titolo le viene rimesso in stanza di compensazione, a rilevarne l’eventuale alterazione o falsificazione, quando ciò sia verificabile con la diligenza media
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 gennaio 2016, n. 1754 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2195. In tema di spese relative alle parti comuni di un bene, come l’obbligo di partecipare ad esse incombe su tutti i comunisti in quanto appartenenti alla comunione ed in funzione delle utilità che la cosa comune deve a ciascuno di essi garantire, così il diritto al rimborso “pro quota” delle spese necessarie per consentire l’utilizzazione del bene comune secondo la sua destinazione spetta al partecipante alla comunione che le abbia anticipate per gli altri in forza della previsione dell’art. 1110 cod. civ., le cui prescrizioni debbono ritenersi applicabili, oltre che a quelle di conservazione, anche alle spese necessarie perchè la cosa comune mantenga la sua capacità di fornire l’utilità sua propria secondo la peculiare destinazione impressale
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 febbraio 2016, n. 2195 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 dicembre 2015, n. 24718. Il giudice incardinato presso il tribunale (giudice naturale) ha piena potestas iudicandi anche nei giudizi di opposizione al passivo del fallimento, ancorché svolga parallelamente funzione di giudice delegato. Ne consegue che la norma di cui all’art. 99, c. 10, L. Fall. si traduce soltanto in un obbligo di astensione, la cui violazione comporta un onere di tempestiva ricusazione ex art. 51 n. 4 c.p.c. e la sua violazione non è, pertanto, causa di nullità della sentenza
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 dicembre 2015, n. 24718 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 21 dicembre 2015, n. 25675. Nel giudizio promosso per la dichiarazione giudiziale di paternità naturale, il rifiuto ingiustificato del padre di sottoporsi agli esami ematologici può essere liberamente valutato dal giudice, ai sensi dell’art. 116, secondo comma, cod. proc. civ., anche in assenza di prova dei rapporti sessuali tra le parti, non derivando da ciò né una restrizione della libertà personale del preteso padre, che conserva piena facoltà di determinazione in merito all’assoggettamento o meno ai prelievi, né una violazione del diritto alla riservatezza, essendo rivolto l’uso dei dati nell’ambito del giudizio solo a fini di giustizia, mentre il sanitario, chiamato a compiere l’accertamento, è tenuto al segreto professionale ed al rispetto dalla disciplina in materia di protezione dei dati personali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 21 dicembre 2015, n. 25675 Ragioni in fatto e in diritto della decisione 1.- Con la sentenza impugnata (depositata il 30.7.2013) la Corte di appello di Ancona, in riforma della decisione del tribunale, ha accolto la domanda di riconoscimento di paternità proposta da P.P. nei confronti di L.F.S....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 novembre 2015, n. 23628. In tema di espulsione del socio dalla cooperativa l’apprezzamento della sussistenza dei gravi motivi non è rimesso all’esclusiva discrezionalità degli organi associativi giacchè rientra tra i compiti del giudice del merito, adito in sede di opposizione avverso la deliberazione di esclusione, riscontrare l’effettiva sussistenza della causa di esclusione posta a fondamento della detta deliberazione e la sua inclusione fra quelle previste per legge o dallo statuto, nonché accertare la congruità della motivazione adottata a sostegno della ritenuta gravità
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 novembre 2015, n. 23628 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. NAPPI Aniello – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 ottobre 2015, n. 20113. La disposizione dell’art. 5, comma 4, della tariffa professionale approvata con d.m. 8 aprile 2004, n. 123, che consente al giudice, nell’ipotesi di assistenza e difesa di una parte avverso più controparti di liquidare un compenso unico maggiorato per ciascuna parte del 20% e sempre che la prestazione comporti l’esame di particolari situazioni di fatto o di diritto – come nel caso speculare, previsto dallo stesso comma, in cui più parti con identica posizione processuale siano state assistite e difese dallo stesso avvocato – prevede una mera facoltà rientrante nel potere discrezionale del giudice, il cui mancato esercizio non è denunciabile in sede di legittimità, se motivato
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 7 ottobre 2015, n. 20113 Ragioni in fatto e in diritto della decisione 1.- Con il provvedimento impugnato (depositato il 24.3.2009) il Tribunale di L’Aquila ha rigettato il reclamo proposto, ai sensi dell’art. 26 L.F., dall’Avv. M.T. avverso il decreto con il quale il Giudice Delegato del fallimento...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2015, n. 17787. Al pari di tutti gli altri creditori, anche l’Amministrazione finanziaria è tenuta a rispettare il termine annuale ex art. 101 della legge fallimentare per la presentazione delle istanze tardive di insinuazione senza che i diversi e più lunghi termini previsti per la formazione dei ruoli e l’emissione delle cartelle possano costituire una esimente di carattere generale dal rispetto del predetto termine
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 settembre 2015, n. 17787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. NAZZICONE...