Ai fini della colpa grave nei ricorsi per cassazione i giudici prendono le distanze, ritenendolo superato, dall’orientamento secondo il quale la mera infondatezza “in iure” delle tesi prospettate non può integrare gli estremi della responsabilità aggravata Suprema Corte di Cassazione sezione III civile ordinanza 25 maggio 2017, n. 13167 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO...
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Corte di Cassazione, sezione III civile, ordinanza 5 maggio 2017, n. 10925
In tema di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo stampa, il limite della cd. pertinenza, richiesto ai fini dell’operatività della scriminante del diritto di cronaca, non risulta violato quando le persone coinvolte godano di una diffusa notorietà, sia pure limitata all’ambito locale, atteso che la scriminante non impone che si tratti di persone pubbliche...
Corte di Cassazione, sezione III civile, sentenza 22 novembre 2016, n. 23727
Sull’amministratore di condominio grava il dovere di vigilanza e di controllo sui beni comuni e, conseguentemente, la responsabilità personale in merito agli eventuali danni a terzi derivanti dai beni condominiali comuni, come ad esempio le scale del fabbricato in condominio Suprema Corte di Cassazione sezione III civile sentenza 22 novembre 2016, n. 23727 REPUBBLICA ITALIANA...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 25 giugno 2015, n. 13144. La prescrizione presuntiva triennale del diritto dei professionisti, per il compenso dell’opera prestata e per il rimborso delle spese correlative – art. 2956 n. 2) cod. civ.- trova la sua giustificazione nella particolare natura del rapporto di prestazione d’opera intellettuale dal quale, secondo la valutazione del legislatore del 1942, derivano obbligazioni il cui adempimento suole avvenire senza dilazione, o comunque in tempi brevi, e senza rilascio di quietanza scritta. Ne consegue, in un regime nel quale il contratto d’opera professionale sia caratterizzato dalla personalità della prestazione, non solo che ad una società può essere conferito soltanto l’incarico di svolgere attività diverse da quelle riservate alle professioni c.d. protette, ma anche che deve necessariamente essere utilizzato uno strumento diverso dal contratto d’opera professionale e che perciò alla società non può essere opposta la prescrizione presuntiva triennale
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 25 giugno 2015, n. 13144 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. ODDO Massimo – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. DI AMATO...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 15 maggio 2015, n. 9935. 1) in pendenza di un procedimento di concordato preventivo, sia esso ordinario o con riserva, il fallimento dell’imprenditore, su istanza di un creditore o su richiesta del pubblico ministero, può essere dichiarato
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 15 maggio 2015, n. 9935 Svolgimento del processo Con sentenza del 30 gennaio 2013 il Tribunale di Venezia dichiarava il fallimento della Musa Immobiliare s.r.l. e, con separato decreto reso in pari data, dichiarava inammissibile la proposta di concordato preventivo con riserva formulata dalla predetta società, osservando che...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 11 febbraio 2015, n. 2658. Nel caso di corresponsione di pensione il diritto si estingue con la morte del fallito per la conseguente cessazione del rapporto pensionistico del quale lo stesso era titolare, senza che si possa prospettare un trasferimento del diritto in favore del coniuge sotto forma di pensione di reversibilità, il cui trattamento costituisce oggetto di un autonomo diritto, seppure con presupposti derivanti dal rapporto pensionistico del coniuge deceduto
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 febbraio 2015, n. 2658 Ritenuto in fatto e in diritto – che, con decreto del 18 luglio 2007, il Tribunale di Matera rigettava il reclamo proposto da A.B. avverso il decreto in data 9 gennaio 2007 con cui il giudice delegato al fallimento dei coniugi N.M. e...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 gennaio 2015, n. 1724. Dopo il fallimento, il fallito che mantiene capacità giuridica e capacità di agire, può, con efficacia verso il fallimento, destinare le somme ricevute quale corrispettivo di una sua attività al pagamento delle passività incontrate per generare il reddito e, quanto al residuo netto, al mantenimento suo e della sua famiglia. Dall’efficacia verso il fallimento della destinazione attribuita dal fallito alle somme ricevute quale corrispettivo di una sua attività al pagamento delle passività incontrate per generare il reddito e, quanto al residuo netto, al mantenimento suo e della sua famiglia. Dall’efficacia verso il fallimento della destinazione attribuita dal fallito alle somme ricevute discende logicamente l’efficacia dei pagamenti ricevuti dal fallito stesso
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 gennaio 2015, n. 1724 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – rel. Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 gennaio 2015, n. 1729. Nullità del matrimonio per mancata consumazione del matrimonio. La sentenza ha congruamente valorizzato sia gli esiti della c.t.u. in quanto compatibili con la mancata consumazione del matrimonio, sia le ammissioni fatte dal procuratore della convenuta nel giudizio di primo grado ed alle quali, esattamente, è stato attribuito non un inconfigurabile valore confessorio, ma semplice valore indiziario, idoneo, sulla base di una valutazione di merito non censurabile in questa sede, a consentire di ritenere provata la mancata consumazione
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 gennaio 2015, n. 1729 Ritenuto in fatto e in diritto – che, con sentenza del 10 gennaio 2012, la Corte di appello di Napoli, in riforma della sentenza in data 28 marzo 2011 del Tribunale di Torre Annunziata, accoglieva la domanda di M. S. e pronunciava la...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 19 gennaio 2015, n. 735. L'illecito spossessamento del privato da parte della p.a. e l'irreversibile trasformazione del suo terreno per la costruzione di un'opera pubblica non danno luogo, anche quando vi sia stata dichiarazione di pubblica utilità, all'acquisto dell'area da parte dell'Amministrazione ed il privato ha diritto a chiederne la restituzione salvo che non decida di abdicare al suo diritto e chiedere il risarcimento del danno. Il privato, inoltre, ha diritto al risarcimento dei danni per il periodo, non coperto dall'eventuale occupazione legittima, durante il quale ha subito la perdita delle utilità ricavabili dal terreno e ciò sino al momento della restituzione ovvero sino al momento in cui ha chiesto il risarcimento del danno per equivalente, abdicando alla proprietà del terreno. Ne consegue che la prescrizione quinquennale del diritto al risarcimento dei danni decorre dalle singole annualità, quanto al danno per la perdita del godimento, e dalla data della domanda, quanto alla reintegrazione per equivalente
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 19 gennaio 2015, n.735 Ritenuto in fatto Con citazione del 31 ottobre 1968 B.R. conveniva in giudizio innanzi al Tribunale di Palmi il Comune di Laureane di Borrello, chiedendone la condanna al risarcimento dei danni patiti per l’illegittima occupazione di un terreno, sul quale era stato realizzato un...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 dicembre 2014, n. 25658. Se l'azione revocatoria ha per oggetto atti posteriori al sorgere del credito, ad integrare l'elemento soggettivo del consilium fraudis, è sufficiente la semplice conoscenza nel debitore e nel terzo acquirente del pregiudizio che l'atto arreca alle ragioni del creditore, laddove, se essa ha per oggetto atti anteriori al sorgere del credito, è richiesta, quale condizione per l'esercizio della medesima, oltre all'eventus damni, la dolosa preordinazione dell'atto da parte del debitore al fine di compromettere il soddisfacimento del credito futuro e, in caso di atto a titolo oneroso, la partecipazione del terzo a tale pregiudizievole programma
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 dicembre 2014, n. 25658 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – rel. Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea –...