Poiché la detenzione domiciliare deve svolgersi secondo modalità analoghe a quelle della misura intra muraria, agli effetti dell’art. 385 cod. pen., deve intendersi per abitazione lo spazio fisico delimitato dall’unità abitativa in cui la persona conduce la propria vita domestica, con esclusione di ogni altra pertinenza – tranne quegli ambiti parzialmente aperti (balconi, terrazzi) o...
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Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 30 novembre 2016, n. 50809
Revocabili gli arresti domiciliari per il dipendente delle entrate che abbia estorto del denaro per evitare accertamenti fiscali qualora in forza del licenziamento non sia in grado di reiterare il comportamento Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 30 novembre 2016, n. 50809 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 16 novembre 2016, n. 48557
Esclusa la particolare tenuità del fatto per coltivazione di 10 piantine di cannabis. Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 16 novembre 2016, n. 48557 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CITTERIO Carlo – Presidente Dott. COSTANZO Angelo –...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 16 novembre 2016, n. 48549
Esclusa la particolare tenuità del fatto per il mancato versamento dell’assegno in favore dei figli minori. Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 16 novembre 2016, n. 48549 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CITTERIO Carlo – Presidente Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 13 ottobre 2016, n. 43330
In materia di delitti di violenza sessuale, la procedibilità d’ufficio determinata dalla ipotesi di connessione prevista dall’articolo 609-septies, comma 4, numero 4, del Cp si verifica non solo quando vi è connessione in senso processuale (articolo 12 del Cpp), ma anche quando v’è connessione investigativa, cioè ogni qualvolta l’indagine sul reato perseguibile di ufficio comporti...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 16 settembre 2016, n. 38700
Non è configurabile il reato di maltrattamenti e stalking quando le vessazioni siano state condotte in un lasso di tempo assai breve Suprema Corte di Cassazione sezione VI penale sentenza 16 settembre 2016, n. 38700 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:...
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 27 giugno 2016, n.26623
Non è la destinazione all’uso personale della sostanza stupefacente che costituisce causa di non punibilità, ma, al contrario, è la destinazione della sostanza allo smercio elemento costitutivo del reato di illecita detenzione. Pertanto, non sta alla difesa dimostrare la destinazione all’uso personale della droga detenuta, ma è l’accusa che, secondo i principi generali, deve dimostrare...
Diversamente da altre misure cautelari, la custodia cautelare in carcere è pienamente compatibile con la detenzione per l’espiazione di una pena detentiva, infatti esse sono eseguibili contemporaneamente. Ne deriva che, per tutti gli effetti "del computo dei termini di durata massima" – quindi anche quello ex art. 300, comma 4, cod. proc. pen. – l’instaurarsi della seconda non sospende il decorso della durata della prima, sicché la custodia cautelare in carcere perde efficacia "quando è pronunciata sentenza di condanna, ancorché sottoposta a impugnazione, se la durata della custodia già subita non è inferiore all’entità della pena irrogata". Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 maggio 2016, n. 18512.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 4 maggio 2016, n. 18512 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Genova, con provvedimento del 26/01/2016, ha respinto l’appello presentato nell’interesse di K.Y. escludendo che sia decorso il termine massimo della custodia cautelare in carcere alla quale è sottoposto dal 4 aprile 2015 per i reati ex...
È sufficiente che le espressioni offensive rivolte al pubblico ufficiale «possano essere udite dai presenti» perché scatti il reato di oltraggio. Infatti, il bene giuridico fondamentale tutelato dall'articolo 341-bis del codice penale è il buon andamento della pubblica amministrazione, per cui «già questa potenzialità costituisce un aggravio psicologico che può compromettere la sua prestazione, disturbandolo – mentre compie un atto del suo ufficio – perché gli fa avvertire condizioni avverse, per lui e per la pubblica amministrazione della quale fa parte, e ulteriori rispetto a quelle ordinarie». Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 aprile 2016, n. 15440.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 aprile 2016, n. 15440 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. GIANESINI Maurizio – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. COSTANZO Angelo – rel. Consigliere Dott. RICCIARELLI...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 22 marzo 2016, n. 12280. Nell’art. 571 cod. pen., la nozione di pericolo di una malattia nella mente è più ampia di quelle di imputabilità o di lesione personale, perché comprende ogni conseguenza rilevante sulla salute psichica dei soggetto passivo, dallo stato d’ansia all’insonnia, dalla depressione ai disturbi del carattere e dei comportamento. Ne deriva che il pericolo non va accertato necessariamente con una perizia medico-legale, ma desumersi anche dalla natura stessa dell’abuso, secondo massime di comune esperienza, e può ravvisarsi quando la condotta dell’agente presenti connotati tali da risultare idonea a produrre malattia di mente. Nè occorre che questa si sia realmente verificata, perché l’abuso oggetto dei primo comma dell’art. 571 cod. pen. è reato di pericolo, mentre l’esistenza di una lesione personale è elemento costitutivo della ipotesi, diversa e più grave, prevista dal secondo comma
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 marzo 2016, n. 12280 Ritenuto in fatto 1. La Corte di appello di Palermo, con sentenza n.2582/2015 Reg.Sent. del 12/06/2015 ha confermato la condanna a pena detentiva sostituita con pena pecuniaria che il 17/10/2013 il Tribunale di Termini Imerese ha inflitto a F.A. per il reato di...