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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665. E’ certamente suscettibile di integrare la violazione di legge rilevante ai fini dell’art. 323 cod. pen. l’inosservanza alle disposizioni fissate in materia di procedimento disciplinare dalla legge (art. 2106 cod. civ.; D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, come modificato con D.Lgs. 27 ottobre 2009, n.150), allorchè il potere disciplinare sia esercitato non in funzione dell’interesse pubblico, ma da motivi pretestuosi e sorretti da un intento ritorsivo

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 febbraio 2016, n. 6665 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. GIORDANO Umberto – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. BASSI...

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Corte di Cassazione, sezione VI, 8 gennaio 2016, n. 535. Il reato previsto dall’art. 570, secondo comma n. 2, c.p. ha come presupposto necessario l’esistenza di un’obbligazione alimentare ai sensi del codice civile, ma non assume carattere meramente sanzionatorio del provvedimento del giudice civile; ed invero, l’inosservanza, anche parziale, non importa automaticamente l’insorgere del reato, di tal che, per configurare l’ipotesi delittuosa in esame, occorre che gli aventi diritto all’assegno alimentare versino in stato di bisogno, che l’obbligato ne sia a conoscenza e che lo stesso sia in grado di fornire i mezzi di sussistenza. In altri termini, ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 570, comma secondo, n. 2, c.p., nell’ipotesi di corresponsione parziale dell’assegno stabilito in sede civile per il mantenimento, il giudice penale deve accertare se tale condotta abbia inciso apprezzabilmente sulla disponibilità dei mezzi economici che il soggetto obbligato è tenuto a fornire ai beneficiari, tenendo inoltre conto di tutte le altre circostanze del caso concreto, ivi compresa la oggettiva rilevanza del mutamento di capacità economica intervenuta, in relazione alla persona del debitore, mentre deve escludersi ogni automatica equiparazione dell’inadempimento dell’obbligo stabilito dal giudice civile alla violazione della legge penale

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 8 gennaio 2016, n. 535 Ritenuto in fatto Con provvedimento del 25 settembre 2014, in parziale riforma dell’impugnata sentenza del Tribunale di Udine del 20 aprile 2011, la Corte d’appello di Trieste, concesse le circostanze attenuanti generiche, ha rideterminato la pena inflitta a M.A. in quella di mesi...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 novembre 2015, n. 46359. Integra il delitto di calunnia la condotta dell’imputato che non si limiti a ribadire l’insussistenza delle accuse a suo carico, ma rivolga all’accusatore, di cui conosca l’innocenza, accuse specifiche, circostanziate e determinata di un fatto concreto e dunque idonee a determinare la possibilità dell’inizio di un’indagine penale nei suoi confronti, atteso che, in tale ipotesi, non ricorrono le condizioni richieste perchè si configuri il legittimo esercizio del diritto di difesa e quindi la causa di giustificazione di cui all’art. 51 cod. pen. Ricorrono dunque gli estremi del reato di calunnia quando l’imputato, travalicando il rigoroso rapporto funzionale tra la sua condotta e la confutazione dell’imputazione, non si limiti a ribadire la insussistenza delle accuse a suo carico, ma assuma ulteriori iniziative dirette a coinvolgere altri, di cui conosce l’innocenza, nella incolpazione, specifica e circostanziata, di un fatto concreto e da ciò derivi la possibilità di inizio di un’indagine penale da parte dell’autorità

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 novembre 2015, n. 46359 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente – Dott. MOGINI Stefano – Consigliere – Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere – Dott. SCALIA Laura – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 ottobre 2015, n. 43943. La tardività della denuncia per maltrattamenti contro familiari e conviventi non esclude l’attendibilità delle accuse; le persone offese nei reati commessi nell’ambito familiare sono spesso restie ad esternare le vicende subite a causa sia dei sentimenti contrastanti che provano per il maltrattante sia della possibile dipendenza psicologica ed economica dal partner.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 ottobre 2015, n. 43943 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. BASSI A. – rel. Consigliere Dott. PATERNO’...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 settembre 2015, n. 36669. Il licenziamento e la limitazione della libertà personale del coniuge obbligato al mantenimento non gli evitano la condanna per violazione degli obblighi di assistenza familiare se sopravvenuti alle violazioni

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 settembre 2015, n. 36669 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. BASSI Alessandra...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 5 agosto 2015, n. 34200. Non può contestarsi il reato di concussione, ma quello meno grave di millantato credito aggravato ai sensi dell’art. 61 n. 9, c.p., nel caso in cui la richiesta di una somma di denaro alla persona offesa sia avanzata da un privato e non vi sia la prova che il pubblico funzionario ne sia consapevole e partecipe

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 5 agosto 2015, n. 34200 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IPPOLITO Francesco – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott. BASSI...