Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 24 agosto 2015, n. 17117 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. GHINOY Paola –...
Tag: Presidente VIDIRI Guido
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 24 agosto 2015, n. 17114. Ai sensi della disciplina recata dal r.d.l. 27 novembre 1933, n. 1578, convertito dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36 – applicabile nella specie ratione temporis in assenza di una specifica norma di contenuto contrario l’assunzione, da parte di un avvocato, della qualità di socio nell’ambito di una società di persone, deve ritenersi dare luogo ad una situazione di incompatibilità, a prescindere dalla mancata assunzione di cariche comportanti dei poteri di gestione e di amministrazione della società medesima, censurabile con la sola adozione del provvedimento amministrativo, non sanzionatorio, della cancellazione dall’albo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 24 agosto 2015, n. 17114 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. TRIA Lucia – rel. Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. GHINOY Paola...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 15 luglio 2015, n. 14829. Illegittimo il licenziamento della lavoratrice con handicap – quando venga meno lo specifico settore nella società – e l’azienda non provveda a reintegrarla nella medesima sede
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 15 luglio 2015, n. 14829 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DORONZO Adriana...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 15 luglio 2015, n. 14807. In tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo determinato da ragioni tecniche, organizzative e produttive, compete al giudice – che non può, invece, sindacare la scelta dei criteri di gestione dell’impresa, espressione della libertà d’iniziativa economica tutelata dall’art. 41 Cost. – il controllo in ordine all’effettiva sussistenza del motivo addotto dal datore di lavoro, in ordine al quale il datore di lavoro medesimo ha l’onere di provare, anche mediante elementi presuntivi ed indiziari, l’impossibilità di una differente utilizzazione del lavoratore in mansioni diverse da quelle precedentemente svolte; tale prova, tuttavia, non deve essere intesa in modo rigido, dovendosi esigere dallo stesso lavoratore che impugni il licenziamento una collaborazione nell’accertamento di un possibile “repechage”, mediante l’allegazione dell’esistenza di altri posti di lavoro nei quali egli poteva essere utilmente ricollocato, e conseguendo a tale allegazione l’onere del datore di lavoro di provare la non utilizzabilità nei posti predetti
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 15 luglio 2015, n. 14807 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – rel. Consigliere Dott. DORONZO Adriana...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 luglio 2015, n. 14310. Il licenziamento per cosiddetto “scarso rendimento” costituisce un’ipotesi di recesso del datore di lavoro per notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore che, a sua volta, si pone come specie della risoluzione per inadempimento prevista dagli artt. 1453 e ss. cod. civ.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 luglio 2015, n. 14310 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – rel. Consigliere Dott. GHINOY Paola...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 7 agosto 2015, n. 16570. Il trattamento disciplinato dagli artt. 19 e 20 CCNL per i capitani di lungo corso prevede periodi di riposo, cioè di mancato imbarco, e la relativa retribuzione contrattualmente prevista costituisce conseguentemente parte integrante del trattamento e, come tale, inclusa nel trattamento riconosciuto ai fini risarcitori ex art. 18 legge 300 del 1970
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 7 agosto 2015, n. 16570 Svolgimento del processo Con sentenza del 18 novembre 2008 il Tribunale di Napoli ha rigettato l’opposizione proposta dalla Tomasos Transport & Tourism s.p.a. T.T.T. Lines avverso il decreto ingiuntivo emesso dal medesimo Tribunale di Napoli nei suoi confronti ed in favore di F.C....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 luglio 2015, n. 14302. Si considera pienamente legittimo il licenziamento del dipendente che si rifiuti di far installare sul proprio computer l’apposito programma per poter operare anche on line
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 luglio 2015, n. 14302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DORONZO Adriana...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 luglio 2015, n. 14301. In tema di mobbing, una volta accertata la sussistenza dei fatti astrattamente idonei alla sua configurazione, non è poi possibile in sede di legittimità operare una diversa valutazione relativa al carattere mobbizzante del comportamento datoriale ed agli effetti dannosi prodotti sul lavoratore
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 luglio 2015, n. 14301 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DORONZO Adriana...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 luglio 2015, n. 14311. La giusta causa di licenziamento, quale fatto che non consente la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto, è una nozione che la legge, allo scopo di un adeguamento delle norme alla realtà da disciplinare, articolata e mutevole nel tempo, configura con una disposizione ascrivibile alla tipologia delle cosiddette clausole generali, di limitato contenuto, delineante un modello generico che richiede di essere specificato in sede interpretativa mediante la valorizzazione sia di fattori esterni relativi alla coscienza generale, sia di principi che la stessa disposizione tacitamente richiama. Tali specificazioni del parametro normativo hanno natura giuridica e la loro disapplicazione è quindi deducibile in sede di legittimità come violazione di legge, mentre l’accertamento della concreta ricorrenza, nel fatto dedotto in giudizio, degli elementi che integrano il parametro normativo e le sue specificazioni, e della loro concreta attitudine a costituire giusta causa di licenziamento, si pone sul diverso piano del giudizio di fatto, demandato al giudice di merito e incensurabile in cassazione se privo di errori logici o giuridici
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 luglio 2015, n. 14311 Svolgimento del processo 1. Con sentenza depositata in data 22/7/2011 la Corte d’appello di Venezia ha confermato la sentenza resa dal Tribunale di Venezia che aveva rigettato la domanda proposta da M.Z., avente ad oggetto ad ottenere la declaratoria dell’illegittimità (con le consequenziali...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 giugno 2015, n. 12967. Va considerato illegittimo il licenziamento per motivo oggettivo in ipotesi in cui il datore di lavoro non verifichi la possibile ricollocazione del lavoratore all’interno dell’azienda. Onde valutare la legittimità del licenziamento va fatto riferimento alla motivazione ufficiale comunicata nella lettera: in ipotesi in cui il licenziamento sia avvenuto durante il periodo di prova, ma nella motivazione ufficiale si faccia riferimento all’ipotesi di soppressione del posto di lavoro, dovranno dunque essere applicate le norme prescritte in relazione a quest’ultima fattispecie, e non quelle relative al principio di libera recedibilità nel corso del periodo di prova
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 23 giugno 2015, n. 12967 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. VENUTI Pietro – rel. Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico...