SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 19 gennaio 2015, n.735 Ritenuto in fatto Con citazione del 31 ottobre 1968 B.R. conveniva in giudizio innanzi al Tribunale di Palmi il Comune di Laureane di Borrello, chiedendone la condanna al risarcimento dei danni patiti per l’illegittima occupazione di un terreno, sul quale era stato realizzato un...
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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 16 gennaio 2015, n. 642. Nel processo civile – ed in quello tributario, in virtù di quanto disposto dal secondo comma dell'art. 1 d.lgs. n. 546 del 1992- non può ritenersi nulla la sentenza che esponga le ragioni della decisione limitandosi a riprodurre il contenuto di un atto di parte (ovvero di altri atti processuali o provvedimenti giudiziari) eventualmente senza nulla aggiungere ad esso, sempre che in tal modo risultino comunque attribuibili al giudicante ed esposte in maniera chiara, univoca ed esaustiva, le ragioni sulle quali la decisione è fondata. È inoltre da escludere che, alla stregua delle disposizioni contenute nel codice di rito civile e nella Costituzione, possa ritenersi sintomatico di un difetto di imparzialità del giudice il fatto che la motivazione di un provvedimento giurisdizionale sia, totalmente o parzialmente, costituita dalla copia dello scritto difensivo di una delle parti
Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 16 gennaio 2015, n. 642 Considerato in fatto S. s.r.l. impugnava dinanzi alla Commissione tributaria provinciale di Frosinone l’avviso col quale, ritenuta l’omessa presentazione della dichiarazione per l’anno di imposta 2000 ed accertato pertanto induttivamente il reddito per l’anno in questione, l’Agenzia delle Entrate aveva recuperato Euro 665.612,08 per...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 2 gennaio 2015, n. 2. Nel caso in cui l'esecuzione della pena sia subordinata alla revoca dell'indulto, il termine di prescrizione della pena decorre dalla data d'irrevocabilità della sentenza di condanna, quale presupposto della revoca del beneficio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 2 gennaio 2015, n. 2 Ritenuto in fatto M.E. azionava incidente di esecuzione davanti al Tribunale di Milano, quale giudice competente ai sensi dell’art. 665 cod. proc. pen., avverso il provvedimento di unificazione di pene concorrenti emesso nei suoi confronti in data 21 dicembre 2011 dal Procuratore della Repubblica...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 16 dicembre 2014, n. 52117. Il monitoraggio nella attualità della azione furtiva avviata, esercitato sia mediante la diretta osservazione della persona offesa (o dei dipendenti addetti alla sorveglianza o delle forze dell'ordine presenti in loco,), sia mediante appositi apparati di rilevazione automatica del movimento della merce, e il conseguente intervento difensivo in continenti, a tutela della detenzione, impediscono la consumazione del delitto di furto, che resta allo stadio del tentativo, in quanto l'agente non ha conseguito, neppure momentaneamente, l'autonoma ed effettiva disponibilità della refurtiva, non ancora uscita dalla sfera di vigilanza e di controllo diretto del soggetto passivo
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 16 dicembre 2014, n. 52117 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza deliberata l’11 febbraio 2013 e depositata il 25 febbraio 2013, il Tribunale di Bergamo, in composizione monocratica, giudicando col rito abbreviato, instaurato in esito alla convalida dell’arresto e alla presentazione per il giudizio direttissimo, ha condannato, nel concorso della...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 1 dicembre 2014, n. 25368. Il Consiglio dell'ordine degli avvocati non può sottoporre un proprio iscritto ad un procedimento disciplinare per fatti di rilievo penale commessi in un periodo antecedente alla sua iscrizione all'albo. Può però rifiutarne l'iscrizione qualora ritenga che tale comportamento sia incompatibile con i principi della condotta «specchiatissima ed illibata» richiesta per l'esercizio della professione
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 1 dicembre 2014, n. 25368 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Primo Presidente f.f. Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. DI AMATO...
Corte di Cassazione, S.U.P., ordinanza 12 novembre 2014, n. 46837. Ai fini della confisca di prevenzione nei confronti di soggetti sottoposti a procedimenti per mafia (articolo 2-ter della L. 575/1965, attualmente articolo 24 del Dlgs 159/ 2011) «per individuare il presupposto della sproporzione tra i beni posseduti e le attività economiche del soggetto, non deve tenersi conto anche dei proventi dell'evasione fiscale».
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. ordinanza 12 novembre 2014, n. 46837 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. ESPOSITO Antonio – Consigliere Dott. MILO Nicola – Consigliere Dott. ZAMPETTI Umberto – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo –...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 10 novembre 2014, n. 23918. In tema di sanzioni amministrative per l'impiego di lavoratori non regolarmente denunciati, l'art. 3, comma terzo, della legge 23 aprile 2002, n. 73, letto in combinato disposto con l'art. 9-bis del decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 510, poi convertito in legge 28 novembre 1996, n. 608, impone che l'iscrizione del lavoratore nel libro paga e matricola debba avvenire contestualmente all'atto di assunzione; in difetto, consegue automaticamente l'applicazione della sanzione, rimanendo irrilevante, a tali fini, che la registrazione venga effettuata in epoca successiva a quella dell'effettivo impiego del lavoratore, diversamente ricorrendo una non prevista sanatoria
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 10 novembre 2014, n. 23918 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Primo Presidente f.f. Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. DI AMATO Sergio...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 14 ottobre 2014, n. 42858. Successivamente a una sentenza irrevocabile di condanna, la dichiarazione d'illegittimita' costituzionale di una norma penale diversa dalla norma incriminatrice, idonea a mitigare il trattamento sanzionatorio, comporta la rideterminazione della pena, che non sia stata interamente espiata, da parte del giudice dell'esecuzione. Ne consegue che: per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2012, che ha dichiarato l'illegittimita' costituzionalita' dell'articolo 69 c.p., comma 4, nella parte in cui vietava di valutare prevalente la circostanza attenuante di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, articolo 73, comma 5, sulla recidiva di cui all'articolo 99 c.p., comma 4, il giudice dell'esecuzione, ai sensi dell'articolo 666 c.p.p., comma 1, e in applicazione della Legge 11 marzo 1953, n. 87, articolo 30, comma 4, potra' affermare la prevalenza della circostanza attenuante, sempreche' una simile valutazione non sia stata esclusa nel merito dal giudice della cognizione, secondo quanto risulta dal testo della sentenza irrevocabile; per effetto della medesima sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2012, e' compito del pubblico ministero, ai sensi degli articoli 655, 656 e 666 c.p.p., di richiedere al giudice dell'esecuzione l'eventuale rideterminazione della pena inflitta all'esito del nuovo giudizio di comparazione
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 14 ottobre 2014, n. 42858 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. ESPOSITO Antonio – Consigliere Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Consigliere Dott. ZAMPETTI Umberto – Consigliere Dott. IPPOLITO Francesco...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 28 ottobre 2014, n. 44895. In tema di custodia cautelare, la sentenza della Corte cost. n. 32 del 2014, dichiarativa dell'incostituzionalità del D.L. n. 272 del 2005, artt. 4 bis e 4 vicies ter, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 49 del 2006, concernente il trattamento sanzionatorio unificato per le droghe leggere e per le droghe pesanti, con la conseguente reviviscenza del trattamento sanzionatorio differenziato previsto dal D.P.R. n. 309 del 1990, per i reati aventi ad oggetto le droghe leggere e per quelli concernenti le droghe pesanti, non comporta la rideterminazione retroattiva, ora per allora dei termini di durata massima per le precedenti fasi del procedimento, ormai esaurite prima della pubblicazione della sentenza stessa, attesa l'autonomia di ciascuna fase
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 28 ottobre 2014, n. 44895 Svolgimento del processo 1. P.R. è stato ristretto in stato di custodia cautelare in carcere a seguito dell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari in data 17 maggio 2013, in relazione a reati continuati di detenzione e cessione illecita...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 9 ottobre 2014, n. 42030. In tema di competenza vige il principio di non impugnabilita' di tutti i provvedimenti negativi di competenza, abbiano essi la forma di sentenza o quella di ordinanza: tale conclusione deve fare leva sull'articolo 28 c.p.p., ossia sulla norma che – come, del resto, anche l'articolo 51 del codice di rito abrogato – riserva a tali provvedimenti, anche in sede di esecuzione, esclusivamente la elevazione del conflitto di competenza
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 9 ottobre 2014, n. 42030 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. CHIEFFI Severo – Consigliere Dott. SQUASSONI Claudia – Consigliere Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni –...