Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 21 settembre 2016, n. 39131
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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 21 settembre 2016, n. 39131

Non puo’ procedersi all’arresto in flagranza sulla base di informazioni della vittima o di terzi fornite nella immediatezza del fatto Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 21 settembre 2016, n. 39131 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio –...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 25 marzo 2016, n.12603. Il difensore, di fiducia o d’ufficio, dell’indagato o imputato, non munito di procura speciale non può effettuare una valida rinuncia, totale o parziale, all’impugnazione, anche se da lui proposta, a meno che il rappresentato sia presente alla dichiarazione di rinuncia fatta in udienza e non vi si opponga

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 25 marzo 2016, n.12603 Ritenuto in fatto C.M. il (omissis) si costituì e venne sottoposto a fermo perché indiziato del delitto di omicidio volontario. Il 19 settembre 2014 nominò difensore di fiducia l’avv. Salvatore Suriano. Con ordinanza del 22 settembre 2014, il G.i.p. del Tribunale di Catania convalidò il...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 25 marzo 2016, n.12602. È ammissibile il ricorso per cassazione col quale si deduce, anche con un unico motivo, l’intervenuta estinzione del reato per prescrizione maturata prima della sentenza impugnata ed erroneamente non dichiarata dal giudice di merito, integrando tale doglianza un motivo consentito ai sensi dell’art. 606, comma 1, lett. b), cod. proc. pen.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 25 marzo 2016, n.12602 La Corte di appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, con sentenza del 14 luglio 2014, decidendo sull’impugnazione proposta dall’imputato, confermava la decisione in data 22 ottobre 2010 del Tribunale di Taranto, che aveva dichiarato R.M. colpevole di concorso, con altra persona rimasta non identificata,...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 30 dicembre 2015, n. 51207. Al quesito se il rito da seguire in caso di ricorso per cassazione proposto a norma dell’articolo 325 c.p.p., deve svolgersi nel rispetto delle forme previste dall’articolo 611 o di quelle previste dall’articolo 127 c.p.p., le Sezioni Unite hanno risposto che deve osservarsi la procedura di cui all’articolo 611 c.p.p.

Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 30 dicembre 2015, n. 51207 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. MANNINO Saverio – Consigliere Dott. MILO Nicola – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. VECCHIO Massimo –...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 3 dicembre 2015, n. 47766. La illegalità della pena, non rilevabile d’ufficio in sede di legittimità in presenza di ricorso inammissibile perché presentato fuori termine

Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 3 dicembre 2015, n. 47766 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. AGRO’ Antonio S. – Consigliere Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. VECCHIO...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 18 novembre 2015, n. 23542. E’ inammissibile il ricorso per regolamento preventivo di giurisdizione che – in un giudizio proposto in primo grado innanzi al giudice ordinario il quale, in corso di causa, abbia adottato, a domanda del ricorrente di provvedimento d’urgenza ex articolo 700 c.p.c., un provvedimento diretto ad accordare al ricorrente una tutela provvisoria ed interinale nelle more del giudizio incidentale di costituzionalita’ che contestualmente, con ordinanza di rimessione, abbia sollevato – lamenti l’eccesso di potere giurisdizionale di quel giudice assumendo che la tutela cautelare era preclusa per legge e che il contestuale sollevamento della questione di legittimita’ costituzionale non autorizzava quel giudice a non applicare la norma della cui legittimita’ costituzionale dubitava, atteso che nella questione cosi’ proposta non e’ identificabile una questione di giurisdizione ex articoli 37 e 41 c.p.c. che la Corte di cassazione, a sezioni unite, possa essere chiamata a risolvere

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza 18 novembre 2015, n. 23542 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Primo Presidente Dott. ODDO Massimo – Presidente di Sez. Dott. AMOROSO Giovanni – rel. Presidente di Sez. Dott. DI...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 28 ottobre 2015, n. 21948. Nel procedimento disciplinare a carico degli esercenti la professione forense, la contestazione degli addebiti non esige una minuta, completa e particolareggiata esposizione dei fatti che integrano l’illecito, essendo, invece, sufficiente che l’incolpato, con la lettura dell’incolpazione, sia posto in grado di approntare la propria difesa in modo efficace, senza rischi di essere condannato per fatti diversi rispetto a quelli ascrittigli

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 28 ottobre 2015, n. 21948 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Primo Presidente f.f. Dott. ODDO Massimo – Presidente Sezione Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente Sezione Dott. DI CERBO Vincenzo...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 28 ottobre 2015, n. 21949. Ferma l’incompatibilità dell’esercizio della professione di avvocato “con qualsiasi attività di lavoro subordinato anche se con orario di lavoro limitato” (art. 18, comma 1, lettera d, legge n. 247 del 2012) – l’art. 19, al comma 1 (stessa legge), fa salva un’eccezione con riguardo all’”insegnamento o [al]la ricerca in materie giuridiche nell’università, nelle scuole secondarie pubbliche o private parificate e nelle istituzioni ed enti di ricerca e sperimentazione pubblici”. Ai fini dell’operatività dell’eccezione alla regola generale dell’incompatibilità con qualunque attività di lavoro subordinato, anche part-time, la nuova legge da quindi rilievo non solo al luogo nel quale l’insegnamento o la ricerca si svolge (nelle università, nelle scuole secondarie e nelle istituzioni ed enti di ricerca e sperimentazione), ma – e ciò costituisce una novità rispetto al testo precedente – anche all’ambito disciplinare dell’insegnamento o della ricerca, il quale, per espressa previsione, è esclusivamente quello delle “materie giuridiche”. L’univoco tenore letterale dell’art. 19 non ne consente una lettura e-stensiva tale da ricomprendere nell’ambito dell’eccezione, in nome dell’unitarietà della funzione docente, anche i docenti della scuola primaria, che insegnanti in materie giuridiche non sono. Una diversa interpretazione non solo non si muoverebbe nel rispetto delle potenzialità obiettive del dato testuale, ma anche non terrebbe conto della ratio della riforma, che è quella di ammettere un’eccezione, alla regola che sancisce l’incompatibilità con qualsiasi rapporto implicante subordinazione e che vale anche per i docenti e i ricercatori, soltanto là dove l’insegnamento e la ricerca (costituenti la prestazione lavorativa) si esplichino in un settore disciplinare (“materie giuridiche”) comune a quello che tipicamente caratterizza la professione di avvocato.

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 28 ottobre 2015, n. 21949 Ritenuto in fatto 1. – La Dott.ssa B.M., dipendente del Ministero dell’istruzione quale insegnante di scuola primaria a tempo indeterminato part-time per 16 ore settimanali, in data 9 gennaio 2013 ha presentato richiesta di iscrizione all’albo degli avvocati di Milano, a seguito del...