La fattispecie di cui all’articolo 489 non richiede, per la propria integrazione, la idoneità concreta dell’atto a far conseguire un vantaggio, e neppure la finalità dell’agente di procurasi un vantaggio, atteso che una simile evenienza può rilevare esclusivamente a titolo di indizio della volontarietà o meno della condotta consistente nell’uso. Viceversa, la nozione di uso...
Tag: Presidente SABEONE Gerardo
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 9 dicembre 2016, n. 52306
L’individuazione del giudice che procede in materia cautelare va individuata nel giudice che di fatto dispone degli atti Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 9 dicembre 2016, n. 52306 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SABEONE Gerardo –...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 5 dicembre 2016, n. 51736
Ai fini della valutazione della legalita’ della pena di cui e’ stata chiesta l’applicazione, deve aversi riguardo al risultato finale indicato dalle parti, indipendentemente dai singoli “passaggi” interni, in quanto e’ proprio tale risultato che assume valenza “esterna”, quale espressione ultima e definitiva dell’incontro delle volonta’ delle parti. Di conseguenza, ai fini del rispetto dell’articolo...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 24 novembre 2016, n. 50059
E’ stato considerato sufficiente, dalla Cassazione, a far ritenere desumibile la minore età della ragazza, sottopostasi all’interruzione volontaria della gravidanza al di fuori dai casi consentiti, le dichiarazioni dalla stessa fornite per convincere il sanitario a somministrarle il farmaco necessario, quali la sua paura che la madre potesse scoprire la gravidanza e reagire violentemente, fino a cacciarla...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 24 novembre 2016, n. 50057
Per il reato di atti persecutori posti in essere nei confronti della figlia minorenne, l’elemento soggettivo del reato non dev’essere confuso con i motivi dell’azione criminosa, che restano fuori dalla sfera del dolo generico, atteso che la connotazione maniacale delle condotte dell’imputato non appariva, peraltro, configurare alcuna patologia che potesse incidere sull’elemento soggettivo del reato....
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 24 novembre 2016, n. 50060
Condannato per associazione a delinquere il medico che in uno studio di cui ha la disponibilità riceveva, su indicazione dei coimputati, delle donne nigeriane che volevano interrompere la gravidanza Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 24 novembre 2016, n. 50060 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 23 novembre 2016, n. 49614
Associazione a delinquere di stampo mafioso per chi porta voti alla mafia puntando sulla capacità di intimidazione del clan a prescindere dal compimento di specifici atti di violenza. Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 23 novembre 2016, n. 49614 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 novembre 2016, n. 48289
Non commette il reato di stalking la moglie che incrociando il marito al supermercato lo guarda “fisso appoggiata la carrello”. Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 16 novembre 2016, n. 48289 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SABEONE...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 novembre 2016, n. 48272
Esclusa la particolare tenuità del fatto per la diffamazione di una dirigente della Asl accusata, senza prove, di fare turni non equi attribuendo prestazioni aggiuntive ad alcuni medici. Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza 16 novembre 2016, n. 48272 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA...
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 16 giugno 2016, n. 25091
Il giudice dell’udienza preliminare è chiamato ad una valutazione di effettiva consistenza del materiale probatorio posto a fondamento dell’accusa, eventualmente avvalendosi dei suoi poteri di integrazione delle indagini, e, ove ritenga sussistere tale necessaria condizione minima, deve disporre il rinvio a giudizio dell’imputato, salvo che vi siano concrete ragioni per ritenere che il materiale individuato,...