Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 gennaio 2016, n. 3000. Acquirente finale ovvero soggetto immune da sanzione penale alla stregua della L. 35/2005 come modificata dalla L. 99/2009, è solo colui che acquista il prodotto contraffatto per sé e sia estraneo non solo al processo produttivo ma anche a quello diffusivo del prodotto contraffatto, la cui destinazione finale deve rimanere circoscritta all’uso e consumo dell’acquirente stesso

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 22 gennaio 2016, n.3000 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 8/1/2014 la Corte d’Appello di Milano confermava integralmente la sentenza del Tribunale di Corno del 21/4/2010, che dichiarava L.R. ed E.A. colpevoli del reato di ricettazione ex art. 648 c. 2 c.p., consistente nella detenzione, per...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 27 ottobre 2015, n. 43315. In tema di ricorso per cassazione, la regola ricavabile dal combinato disposto dell’art. 606 c.p.p., comma 3 e art. 609 c.p.p., comma 2 – secondo cui non possono essere dedotte in cassazione questioni non prospettate nei motivi di appello, tranne che si tratti di questioni rilevabili di ufficio in ogni stato e grado del giudizio o di quelle che non sarebbe stato possibile dedurre in grado d’appello – trova la sua “ratio” nella necessità di evitare che possa sempre essere rilevato un difetto di motivazione della sentenza di secondo grado con riguardo ad un punto del ricorso, non investito dal controllo della Corte di appello, perchè non segnalato con i motivi di gravame. D’altra parte “l’obbligo di motivazione da parte del Giudice di appello sussiste soltanto in relazione a quanto dedotto con l’atto di impugnazione o, se si tratta del mancato esercizio di un potere esercitabile di ufficio – come quello relativo alla concessione di benefici ai sensi dell’art. 597 c.p.p., comma 5 anche in relazione a quanto dedotto e richiesto in sede di discussione. Peraltro, perchè sussista l’obbligo della motivazione, è necessario che la richiesta non sia generica ma in qualche modo giustificata con riferimento a dati di fatto astrattamente idonei all’accoglimento della richiesta stessa

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 27 ottobre 2015, n. 43315   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente – Dott. GALLO Domenic – Consigliere – Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere – Dott. AGOSTINACCHIO L....

Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 27 ottobre 2015, n. 43319. In forza della regola della “autosufficienza” del ricorso, operante anche in sede penale, il ricorrente che intenda dedurre in sede di legittimità il travisamento di una prova testimoniale ha l’onere di suffragare la validità del suo assunto mediante la completa trascrizione dell’integrale contenuto delle dichiarazioni rese dal testimone, non consentendo la citazione di alcuni brani delle medesime l’effettivo apprezzamento del vizio dedotto

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 27 ottobre 2015, n. 43319 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente – Dott. DAVIGO P. – rel. Consigliere – Dott. RAGO Geppino – Consigliere – Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere – Dott. RECCHIONE Sandra –...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 3 dicembre 2015, n. 47772. Con riferimento ad altre leggi d’interpretazione autentica non è decisivo verificare se la norma censurata abbia carattere effettivamente interpretativo (e sia perciò retroattiva), ovvero sia innovativa con efficacia retroattiva. Infatti, il divieto di retroattività della legge, pur costituendo fondamentale valore di civiltà giuridica, non è stato elevato a dignità costituzionale, salva, per la materia penale, la previsione dell’art. 25 Cost.. Pertanto, il legislatore, nel rispetto di tale previsione, può emanare sia disposizioni di interpretazione autentica, che determinano la portata precettiva della norma interpretata, fissandola in un contenuto plausibilmente già espresso dalla stessa, sia norme innovative con efficacia retroattiva, purché la retroattività trovi adeguata giustificazione sul piano della ragionevolezza e non contrasti con altri valori ed interessi costituzionalmente protetti. Sotto l’aspetto del controllo di ragionevolezza, dunque, rilevano la funzione di “interpretazione autentica”, che una disposizione sia in ipotesi chiamata a svolgere, ovvero l’idoneità di una disposizione innovativa a disciplinare con efficacia retroattiva anche situazioni pregresse in deroga al principio per cui la legge dispone soltanto per l’avvenire. In particolare, la norma che deriva dalla legge di interpretazione autentica non può dirsi irragionevole qualora si limiti ad assegnare alla disposizione interpretata un significato già in essa contenuto, riconoscibile come una delle possibili letture del testo originario

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  3 dicembre 2015, n. 47772 Ritenuto in fatto Con la sentenza impugnata la corte di appello di Potenza, in parziale riforma della sentenza del tribunale della medesima città in data 10 aprile 2013, appellata da N.G. , M.F.C. , Mo.Fr. e D.F.P. , ha dichiarato non doversi procedere...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 novembre 2015, n. 44670. Se l’imputato è assistito da due difensori, l’avviso della data di udienza deve essere dato ad entrambi, con la conseguenza che l’omesso avviso ad uno dei difensori determina una nullità a regime intermedio che deve essere eccepita a opera dell’altro difensore al più tardi immediatamente dopo gli atti preliminari, prima delle conclusioni qualora il procedimento non importi altri atti, in quanto il suo svolgersi (in udienza preliminare, riesame cautelare o giudizio) presume la rinuncia all’eccezione I due difensori (art.96 cod. proc. pen.)costituiscono il “difensore” di cui tratta il titolo VII del Libro I del codice di procedura penale, ossia un unico soggetto processuale , che si contrappone in tale unitarietà, agli altri soggetti e segnatamente al pubblico ministero : pertanto quando l’avviso sia stato dato ad uno dei difensori, questi, anche se non compaia in udienza, formalmente è come se fosse presente.In conseguenza non si potrà parlare di “assenza” della difesa (la sola che darebbe luogo a nullità insanabile ex artt. 178, comma 1, lett. c) e 179 cod. proc. pen.) per il mancato avviso all’altro difensore

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 6 novembre 2015, n. 44670 In fatto e in diritto l. Con l’ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale del riesame di Torino confermava l’ordinanza del GIP del Tribunale di quella città, che aveva applicato la misura cautelare della custodia in carcere a B. Rosario per il reato di...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 settembre 2015, n. 37666. L’amministratore che sposta sul proprio conto personale (e su quello della moglie) denaro di spettanza dei condomini lo fa con «dolo» e commette il reato di «appropriazione indebita». Né può contestare l’«aggravante» per il «danno ingente» sostenendo che esso va parcellizzato per il numero dei condomini e non valutato nella sua interezza

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 settembre 2015, n. 37666 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente Dott. MACCHIA Alberto – Consigliere Dott. DIOTALLEVI Giovanni – Consigliere Dott. ALMA Marco Maria – Consigliere Dott. RECCHIONE...