Il significato concreto da attribuire al termine «compromissione» e «deterioramento» nella denominazione di «inquinamento ambientale» – autonomamente considerati dal legislatore, in alternativa tra loro – indicano fenomeni sostanzialmente equivalenti negli effetti, in quanto si risolvono entrambi in una alterazione, ossia in una modifica dell’originaria consistenza della matrice ambientale o dell’ecosistema caratterizzata, nel caso della “compromissione”,...
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Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 19 ottobre 2016, n. 44319
Esclusa la particolare tenuità del fatto per chi costruisce un soppalco, alzando il tetto, e apre due punti luce sulla facciata esterna di un palazzo situato in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Il tutto senza la Dia e senza il permesso di costruire. La violazione contemporanea di due disposizioni di legge relative a reati...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 19 ottobre 2016, n. 21209
Il rifiuto dei dipendenti di prestare servizio in una giornata festiva non può esimere il datore di lavoro dal versamento della normale retribuzione, neppure in presenza di una disposizione del contratto collettivo a norma della quale il lavoratore non può rifiutarsi, salvo giustificato motivo, di compiere lavoro festivo Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 19 settembre 2016, n. 18317
Nel licenziamento per scarso rendimento del lavoratore, rientrante nel tipo di licenziamento per giustificato motivo soggettivo, il datare di lavoro, a cui spetta l’onere della prova, non puo’ limitarsi a provare solo il mancato raggiungimento del risultato atteso o l’oggettiva sua esigibilita’, ma deve anche provare che la causa di esso derivi da colpevole e...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 settembre 2016, n. 17589
Alla dichiarazione di inefficacia del licenziamento per difetto di specifica motivazione contestuale alla sua comunicazione, intimato nell’area della cosiddetta ”tutela obbligatoria”, consegue l’applicazione della disciplina sanzionatoria prevista dall’articolo 8 della legge 604/1966 e non già quella di diritto comune prevista dal comma 3° dell’articolo 2 della stessa legge Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 15 settembre 2016, n. 18124
Illegittimo il licenziamento della cassiera per un ammanco di cassa. Non c’è proporzione tra il fatto e la sanzione Le tipizzazioni di condotte inadempienti offerte dalla contrattazione collettiva non possono esaurire l’indagine cui è chiamato il giudice, al quale è richiesto di valutare l’addebito disciplinare nel contesto specifico in cui si colloca la prestazione lavorativa....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 agosto 2016, n. 16546
In materia di licenziamenti collettivi, in caso di sottoscrizione di un accordo sindacale, vanno in esso indicati in maniera puntuale non solo i criteri di scelta concordati, ma anche le concrete modalità applicative di tali criteri, dimodoché sia consentito enucleare un metodo obiettivo ed unico di formazione della graduatoria dei lavoratori, tale da evitare l’esplicazione...
Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 14 luglio 2016, n. 30001
In materia di omesso versamento dei contributi, il termine di tre mesi per corrispondere l’importo dovuto ai fini della integrazione della causa di non punibilità del reato decorre dal momento in cui l’indagato o imputato, oltre ad essere informato del periodo di omesso versamento, dell’importo dovuto e del luogo ove effettuare il pagamento, risulti anche...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 25 maggio 2016, n. 10833
Giustificata la sanzione disciplinare del rimprovero scritto per il lavoratore che comunica la sua assenza dopo oltre un’ora dall’orario di entrata Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 25 maggio 2016, n. 10833 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMOROSO Giovanni...
Corte di Cassazione, sezioni unite civili, sentenza 26 maggio 2016, n. 10925
La dichiarazione d’insolvenza appartiene ai giudici nel cui territorio è situato il centro degli interessi principali del debitore, che si presume trovarsi nel luogo in cui si trova la sede statutaria, tutte le volte che sia reso pubblico il trasferimento del controllo della società. Incombe peraltro sui creditori istanti l’onere di provare fatti idonei a...