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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 settembre 2015, n.35988. Per commettere il delitto di peculato, il pubblico ufficiale ovvero l’incaricato di pubblico servizio deve appropriarsi del denaro o della cosa mobile di cui dispone per una ragione legata all’esercizio di poteri e di doveri funzionali, in un contesto che consenta al soggetto di tenere nei confronti della cosa quei comportamenti uti dominus in cui consiste l’appropriazione. Deve ritenersi incompatibile con la presenza della ragione funzionale un possesso proveniente da un affidamento devoluto solo intuitu personae, oppure scaturito da una situazione contra legem o evidentemente abusiva, senza alcuna relazione legittima con l’oggetto materiale della condotta. (Fattispecie in cui la Suprema Corte annulla la sentenza di condanna per il delitto di peculato ascritto ad medico chirurgo, alle dipendenze dell’Azienda ospedaliera, per essersi appropriato delle somme erogate dai pazienti da lui visitati nell’esercizio dell’attività professionale svolta intramoenia: somme che egli riscuoteva senza rilasciare ricevuta e che, almeno pro quota, erano di spettanza dell’amministrazione ospedaliera

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 4 settembre 2015, n.35988 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 7 marzo 2013 la Corte d’appello di Firenze, in parziale riforma della sentenza dei G.u.p. presso il Tribunale di Pisa del 6 giugno 2011, che all’esito di rito abbreviato dichiarava B.P. colpevole dei reato di peculato...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 luglio 2015, n. 33765. In tema di confisca per equivalente non è necessaria la specifica individuazione dei beni oggetto di ablazione, atteso che, accertato il profitto o il prezzo del reato per il quale essa è consentita, la confisca potrà avere ad oggetto non solo beni già individuati nella disponibilità dell’imputato, ma anche quelli che in detta disponibilità si rinvengano o comunque entrino successivamente al provvedimento di confisca, fino alla concorrenza dell’importo determinato

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 luglio 2015, n. 33765 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – rel. Consigliere Dott....

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Corte di cassazione, sezione VI, sentenza 22 luglio 2015, n. 32156. Il rapporto sentimentale, sia pure di una certa durata, che difetti di qualsiasi manifestazione tangibile di stabilità, quale la convivenza, non consente di ritenere creatasi neppure quella situazione di minore reattività nella vittima, generata dall’affidamento e che consente di configurare il delitto di maltrattamenti

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 luglio 2015, n. 32156 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS An – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuel – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 luglio 2015, n. 30898. È nulla la notifica della sentenza se effettuata a un solo difensore e non anche all’indirizzo dell’imputato, quando quest’ultimo abbia indicato un proprio domicilio

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 luglio 2015, n. 30898 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. DE...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 luglio 2015, n. 30899. Il custode giudiziario – per la sua qualità di soggetto destinatario di uno specifico obbligo di vigilanza sulla cosa affinché ne venga assicurata o conservata l’integrità – risponde della violazione di sigilli a meno che non dimostri che si verte in ipotesi di caso fortuito o di forza maggiore

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 luglio 2015, n. 30899 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. BASSI...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 23 luglio 2015, n. 32514. La falsa rappresentazione della qualità di intermediario incaricato della vendita di un immobile di proprietà di altri soggetti – realizzata mostrando un preliminare di vendita dal quale risulta la legittimazione ad effettuare l’acquisto dell’immobile – e l’esibizione di un atto di compravendita non firmato valgono a realizzare la condotta di truffa

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 23 luglio 2015, n. 32514 Ritenuto in fatto 1. Il difensore di C.R. impugna la sentenza della Corte d’appello di Napoli con la quale è stata confermata la sentenza dei Tribunale di Napoli sez. distaccata di Ischia che dichiarò R. responsabile di calunnia e truffa in danno di...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 giugno 2015, n. 24535. Ai fini della configurabilità del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, la forza intimidatrice espressa dal vincolo associativo

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 giugno 2015, n. 24535   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....