SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 17 aprile 2015, n.16280 Ritenuto in fatto Con sentenza ex art. 444 cod. proc. pen. del 12 aprile 2013, il Gup del Tribunale di Matera ha applicato nei confronti di G.U. la pena di anni quattro e mesi sei di reclusione in relazione al reato di cui all’artt....
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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 maggio 2015, n. 20132. Risponde di peculato il notaio che si appropria di somme consegnategli dai clienti al fine di pagare l’imposta di registro inerente atti di compravendita dallo stesso rogati. Ciò perché la condotta appropriativa viene posta in essere su somme di denaro possedute per ragione dell’ufficio notarile esercitato. Risponde, invece, di truffa aggravata il pubblico ufficiale che si appropri di somme di cui non ha già la disponibilità, ma che ottiene facendo ricorso ad artifici o raggiri
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 14 maggio 2015, n. 20132 Fatto 1.-. Con sentenza in data 31-1-13 il GUP presso il Tribunale di Reggio Emilia, all’esito di giudizio abbreviato, ha dichiarato V.G. colpevole dei reati a lui ascritti [con alcune limitate esclusioni oggettive quanto ai fatti di cui al capo B) e con...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 29 aprile 2015, n. 18015. ll delitto di peculato è configurabile quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio pone in essere la condotta fraudolenta al solo fine di occultare l’illecito commesso, avendo egli già il possesso o comunque la disponibilità del bene oggetto di appropriazione, per ragione del suo ufficio o servizio; se, invece, la medesima condotta fraudolenta è finalizzata all’impossessamento del denaro o di altra utilità, di cui egli non ha la libera disponibilità, risulta integrato il delitto di truffa, aggravato ai sensi dell’art. 61 n. 9 cod. pen. L’elemento distintivo tra il delitto di peculato e quello di truffa aggravata, ai sensi dell’art. 61 n.9, cod. pen., va individuato con riferimento alle modalità del possesso del denaro o d’altra cosa mobile altrui oggetto di appropriazione, ricorrendo la prima figura quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio se ne appropri avendone già il possesso o comunque la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, e ravvisandosi invece la seconda ipotesi quando il soggetto attivo, non avendo tale possesso, se lo procuri fraudolentemente, facendo ricorso ad artifici o raggiri per appropriarsi del bene
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 29 aprile 2015, n. 18015 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 22 novembre 2013, la Corte d’appello di Napoli ha confermato la sentenza del 10 luglio 2009, con la quale il Gup del Tribunale di Nola ha condannato, a seguito di rito abbreviato, A.G. alla pena di...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 19 marzo 2015, n. 11640. In tema di falso in atto pubblico, il pubblico ufficiale estensore dell’atto non puo’ invocare la scriminante dell’esercizio del diritto (articolo 51 c.p.), “sub specie” del principio “nemo tenetur se detegere”, per avere attestato il falso al fine di non fare emergere la propria penale responsabilita’ in ordine all’episodio in esso rappresentato, non potendo la finalita’ probatoria dell’atto pubblico essere sacrificata all’interesse del singolo di sottrarsi alle conseguenze di un delitto.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 19 marzo 2015, n. 11640 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CITTERIO C. – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. BASSI A. – Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 31 marzo 2015, n. 13799. Sussiste la potenziale responsabilità civile della pubblica amministrazione per le condotte dei propri dipendenti che sfruttando l’adempimento di funzioni pubbliche a essi attribuite, e in esclusiva ragione di un tale contatto, tengano condotte, anche di rilevanza penale e pur volte a conseguire finalità esclusivamente personali, che cagionino danni a terzi, ogniqualvolta le condotte che cagionano danno risultino non imprevedibili. Con questa affermazione la Cassazione ha delineato il collegamento tra la responsabilità penale del dipendente pubblico e la responsabilità civile della pubblica amministrazione in caso di danni arrecati a terzi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 31 marzo 2015, n. 13799 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 aprile 2015, n. 14040. Peculato d’uso e non ordinario per il dirigente di una società di servizi al pubblico che utilizzi beni dell’impresa per fini personali
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 aprile 2015, n. 14040 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CITTERIO Carlo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DE AMICIS G. – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 25 marzo 2015, n. 12657. L’erogazione di finanziamenti a società collegate non può costituire condotta distrattiva atteso che, da un lato, il gestore ha e conserva la libera disponibilità delle somme ricevute per la gestione post mortem della discarica; dall’altro lato, l’investimento finanziario non comporta la sottrazione del denaro con conseguente acquisizione al patrimonio personale degli indagati
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 25 marzo 2015, n. 12657 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenz – Presidente Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuel – Consigliere Dott. BASSI A. – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 25 marzo 2015, n.12656. Sono sottoposti a vincolo di indisponibilità le garanzie finanziarie prestate dall’appaltatore quale condizione per l’ottenimento dell’autorizzazione alla gestione di un servizio pubblico di discarica rifiuti, in quanto volte a garantire la copertura dei costi per la gestione dell’impianto dopo la chiusura. Al contrario, la componente del corrispettivo pagato per ciascun rifiuto, anche se diretta a compensare i costi necessari per l’ottenimento delle garanzie finanziarie, entra immediatamente nella piena disponibilità dell’appaltatore, non avendo alcun carattere di altruità rispetto al patrimonio del gestore
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 25 marzo 2015, n.12656 Ritenuto in fatto Con ordinanza del 13 ottobre 2014, il Gip presso il Tribunale di Latina ha applicato a D.E. , L.S. , R.A. , C.V. , G.A. e T.P. , in relazione al reato di peculato commesso in concorso tra loro...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 18 marzo 2015, n. 11432. L’indebita percezione anche di poche centinaia di euro è un danno economicamente apprezzabile per la pubblica amministrazione anche se non rilevante. Ciò basta per la Cassazione per ritenere configurabile i delitti di truffa aggravata e di peculato. Nel caso di specie, si trattava di un messo comunale il quale era stato condannato per truffa aggravata per aver attestato false presenze, con un danno stimato in poco più di 600 euro, e per peculato d’uso per aver utilizzato indebitamente l’auto a disposizione del comune, per un danno quantificabile in 100 euro
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 18 marzo 2015, n. 11432 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PALLA Stefano – Presidente Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. LIGNOLA Ferdinand –...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 18 marzo 2015, n. 11397. Risponde del reato di peculato anche il soggetto privato che, tenuto a prestare un servizio pubblico, utilizzi somme dell’amministrazione per soddisfare bisogni privati
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 18 marzo 2015, n. 11397 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CITTERIO Carlo – Presidente Dott. MOGINI S. – rel. Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott....