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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 marzo 2016, n. 9209. Il concetto di particolare tenuità del fatto previsto all’art. 171 ter, comma terzo, legge sul diritto d’autore implica un giudizio globale del fatto che non può essere circoscritto al solo dato quantitativo del numero di pagine illecitamente fotocopiate, occorrendo prendere in esame altre circostanze previste dall’art. 133 cod. pen. quali le modalità della condotta, i suoi scopi, la sistematicità della stessa e la capacità a delinquere del reo

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 marzo 2016, n. 9209 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. GRILLO Renato – rel. Consigliere Dott. GENTILE Andrea – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott. ANDRONIO...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 dicembre 2015, n. 50215. In materia edilizia, la natura precaria di un manufatto non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione dell’opera come attribuitale dal costruttore, ma deve risultare dalla intrinseca destinazione materiale della stessa ad un uso realmente precario e temporaneo, per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo, non risultando peraltro sufficiente la sua rimovibilità o il mancato ancoraggio al suolo. Nel caso di specie, il fatto che l’opera fosse adibita abitualmente al ricovero degli animali (pollaio) esclude, con tutta evidenza, la natura precaria della stessa ed il fatto che l’imputato fosse l’unico tra i comproprietari dell’immobile, ove insisteva il manufatto abusivo, ad utilizzarlo induce fondatamente a ritenere che egli fosse il committente dell’opera, stante la diretta utilizzazione della stessa da parte sua e l’assenza in zona degli altri comproprietari.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza  22 dicembre 2015, n. 50215 Ritenuto in fatto 1. S.G. ricorre per cassazione impugnando la sentenza emessa in data 19 febbraio 2015 dalla Corte d’appello di Potenza che ha confermato quella resa dal tribunale di Matera che aveva condannato il ricorrente alla pena di venti giorni di arresto...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 novembre 2015, n. 47256. Il legislatore ha espressamente escluso dal novero dei fatti di particolare tenuita’ tutte le fattispecie nelle quali la condotta si caratterizzi per essere plurima, abituale o reiterata deve escludersi la possibilita’ di sussumere nell’ambito del fatto di particolare tenuita’ le ipotesi di reato continuato costituite: a) dalla reiterazione di reati fra loro omogenei (posto che la reiterazione presuppone la identicita’ sostanziale degli atti ripetuti); b) dalla sussistenza di almeno tre condotte autonomamente atte ad integrare il reato se si tratta di reati fra loro disomogenei (la nozione di condotta plurima, infatti, si discosta semanticamente da quella di condotta plurale, per la quale e’ sufficiente la mera duplicita’ degli atti, richiedendo rispetto ad essa almeno un’ulteriore presenza di condotta criminosa). Invero nell’ipotesi di reato continuato, infatti, la fattispecie, ancorche’ fittiziamente, e per altro non a tutti i fini (si veda a titolo di esempio, infatti, l’attuale regime della prescrizione), unificata dal vincolo derivante dalla unicita’ del disegno criminoso, si caratterizza sotto il profilo della condotta penalmente rilevante per essere costituito da una pluralita’ di azioni. Parimenti esulante dalla fattispecie del fatto di particolare tenuita’ ai fini di cui all’articolo 131-bis cod. pen. e’ il reato commesso da chi gia’ abbia commesso piu’ reati della stessa indole, cioe’ sia, nel senso sopra indicato, gia’ pregiudicato con sentenza oramai passata in giudicato per fatti aventi la medesima indole di quelli per i quali si procede attualmente.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 novembre 2015, n. 47256   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio Felice – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 novembre 2015, n. 47039. ll reato permanente non impedisce l’applicazione della nuova causa di non punibilità per tenuità del fatto. E neppure il concorso formale di reati

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 novembre 2015, n. 47039 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – rel. Consigliere Dott. DI STASI Antonella – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza dell’1 dicembre 2015, n. 47544. La particolare tenuità del fatto, di cui all’art. 131 – bis c.p., introdotto dal D.Lgs. 16 marzo 2015, n. 28, è esclusa dalla “abitualità” del comportamento. La stessa norma chiarisce che il comportamento è abituale nel caso in cui si tratti di reati che abbiano ad oggetto condotte plurime, abituali e reiterate

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza dell’1 dicembre 2015, n. 47544     REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente – Dott. ZAZA Carlo – Consigliere – Dott. SETTEMBRE Antonio – rel. Consigliere – Dott. GUARDIANO...