SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 30 gennaio 2015, n. 4584 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata il Tribunale di Novara ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di I.F. in ordine al reato di lesioni personali aggravate (artt. 582, 61 n. 9 cod. pen.) perché estinto per intervenuta remissione della...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 gennaio 2015, n. 3231. Nel delitto di violenza sessuale è irrilevante che tra marito e moglie vi sia stata una abitualità di rapporti intimi nel corso della relazione matrimoniale, poiché ciascuno di essi deve essere caratterizzato da una convergenza di volontà e non può mai discendere dalla imposizione di una parte sull'altra in nome di una sorta di "abitudine" o di una pretesa al rapporto sessuale conseguente all'esistenza del rapporto di coniugio, il quale non degrada la persona di un coniuge a oggetto di possesso dell'altro. Inoltre, il reato sussiste anche laddove la vittima, per "rassegnazione", abbia finito per non opporsi alle avances sessuali del soggetto attivo, quando questi si sia mostrato del tutto indifferente alle iniziali manifestazioni di diniego
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 gennaio 2015, n. 3231 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 gennaio 2015, n. 3417. La ritrattazione della persona offesa non costituisce tecnicamente una nuova prova idonea a giustificare l'accoglimento di un'istanza di revisione di una sentenza penale da parte del giudice. Tali dichiarazioni, infatti, hanno la natura di semplici elementi di prova non bastevoli da soli ad assumere valore probatorio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 gennaio 2015, n. 3417 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 28 gennaio 2015, n. 4177. Integra la fattispecie criminosa di cui all'art. 583, comma primo, n. 2 cod. pen., anche l'avulsione di un solo dente incisivo, in quanto occorre far riferimento alla naturale funzionalità dell'organo indipendentemente dalla possibile applicazione di una protesi dentaria. L'ulteriore indebolimento di un organo, la cui funzione sia già limitata a causa di precedente anomalia, costituisce causa per ritenere la sussistenza dell'aggravante di cui al n 2 del primo comma dell'art 583 cod pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 28 gennaio 2015, n. 4177 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Lecce, in data 5 luglio 2013, confermava la sentenza del Tribunale di Lecce – sezione distaccata di Campi Salentina, con la quale A.N. era stato condannato alla pena di giustizia per...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 novembre 2014, n. 47289. In ordine ai presupposti per applicare la legge c.d. Balduzzi: 1) il medico si deve trovare in colpa, avendo violato regole cautelari diverse dalle linee guida; 2) l'operatività di regole cautelari diverse dalle linee guida è dovuta alla presenza nel caso concreto di una situazione di rischio peculiare, difforme da quella standard per la quale operano le linee guida; 3) il medico deve aver rispettato le linee guida. Ciò significa, per converso, che, in presenza del rispetto delle linee guida, ma nel parmanere di una situazione di rischio standard non modificata da circostanze peculiari del caso concreto, l'esecuzione maldestra dell'attività medica determina comunque una responsabilità per colpa, non trovando applicazione la legge Balduzzi
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 17 novembre 2014, n. 47289 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco Marc – rel. Consigliere Dott. ZOSO Liana M.T. – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 ottobre 2014, n. 43459. Responsabilità penale per il datore che non elimini attrezzature pericolose per i lavoratori. Il principio vale anche se lo strumento che ha causato l'infortunio sia stato lasciato dalla precedente società andata via
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 17 ottobre 2014, n. 43459 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro A. – Presidente Dott. FOTI Giacomo – Consigliere Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. CIAMPI Francesco – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 ottobre 2014, n. 44026. Anche una spinta, idonea per la sua violenza, a far cadere una persona (sia pure, eventualmente, con il concorso di particolari condizioni ambientali, come la scarsa vigoria fisica della persona offesa, il terreno bagnato) costituisce una violenza fisica che aggredisce la incolumità personale e, pertanto, una volta provata la consapevolezza e la volontà dell'agente di dare tale spinta, si rende configurabile il dolo del delitto di lesioni personali volontarie, avente quale evento le conseguenze lesive in concreto causate dalla condotta costitutiva di violenza fisica esercitata sulla persona offesa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 22 ottobre 2014, n. 44026 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Milano, con sentenza del 18/12/2012, a conferma di quella emessa dal Tribunale di Como, ha condannato G.A. a pena di giustizia per lesioni volontarie in danno di F.A. (capo a), per minaccia continuata in danno...