Corte di Cassazione, sezione terza civile, Ordinanza 13 febbraio 2019, n. 4159. La massima estrapolata: La morte, nel corso del giudizio, dell’unico difensore della parte costituita, ancorche’ avvenuta nelle more della scadenza dei termini concessi ex articolo 190 c.p.c., comporta automaticamente l’interruzione del processo, anche se il giudice e le altre parti non ne abbiano...
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Fallimento della parte costituita determina l’automatica interruzione
Corte di Cassazione, sezione terza civile, Sentenza 30 novembre 2018, n. 31010. La massima estrapolata: Nel giudizio civile, la dichiarazione di fallimento della parte costituita determina l’automatica interruzione del processo, ex art. 43 l. fall., senza che sia necessaria la dichiarazione dell’evento, e il termine per la riassunzione decorre dalla conoscenza legale della sentenza dichiarativa...
Corte di Cassazione, sezione prima civile, ordinanza 8 marzo 2018, n. 5579. In ipotesi di interruzione del processo per morte della parte è necessario che il ricorso in riassunzione contenga gli estremi della domanda ai fini di una valida ricostituzione del contraddittorio
In ipotesi di interruzione del processo per morte della parte è necessario che il ricorso in riassunzione contenga gli estremi della domanda ai fini di una valida ricostituzione del contraddittorio; ove non rispondente al requisito contenutistico, l’atto di riassunzione è nullo e tale nullità è sanabile per effetto della costituzione in giudizio di tutti gli...
Corte di Cassazione, sezione sesta civile, ordinanza 15 gennaio 2018, n. 790. La morte (come la radiazione o la sospensione dall’albo) dell’unico difensore a mezzo del quale la parte è costituita nel giudizio di merit
La morte (come la radiazione o la sospensione dall’albo) dell’unico difensore a mezzo del quale la parte è costituita nel giudizio di merito (o, come nella specie, di avvocato personalmente costituito), determina automaticamente l’interruzione del processo anche se il giudice e le altri parti non ne hanno avuto conoscenza (e senza, quindi, che occorra, perché...
Corte di Cassazione, sezione terza civile, sentenza 21 settembre 2017, n. 21935. Cattivo esercizio del potere di apprezzamento delle prove non legali da parte del giudice di merito e ricorso per Cassazione
Il cattivo esercizio del potere di apprezzamento delle prove non legali da parte del giudice di merito non da’ luogo ad alcun vizio denunciabile con il ricorso per cassazione, non essendo inquadrabile nel paradigma dell’articolo 360 c.p.c., comma 1, n. 5 (che attribuisce rilievo all’omesso esame di un fatto storico, principale o secondario, la cui...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 aprile 2016, n. 6838. La morte dell’unico difensore della parte costituita, che intervenga nel corso del giudizio, determina automaticamente l’interruzione del processo, anche se il giudice e le altre parti non ne abbiano avuto conoscenza, e preclude ogni ulteriore attività processuale, con la conseguente nullità degli atti successivi e della sentenza eventualmente pronunciata; l’irrituale prosecuzione del processo, nonostante il verificarsi dell’evento interruttivo, può essere dedotta e provata in sede di legittimità, ai sensi dell’art. 372 cod. proc. civ., mediante la produzione dei documenti all’uopo necessari, ma solo dalla parte colpita dal predetto evento, a tutela della quale sono poste le norme che disciplinano l’interruzione, non potendo quest’ultima essere rilevata d’ufficio dal giudice, né eccepita dalla controparte come motivo di nullità della sentenza
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 aprile 2016, n. 6838 Svolgimento del processo 1. Nel 1997, la signora C.A. (insieme al signor B.R. ) propose opposizione avverso un decreto ingiuntivo emesso dal Presidente del Tribunale di Roma su istanza della Banca di Roma S.p.a. (poi Capitalia S.p.a.), con il quale le era stato...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 29 settembre 2015, n.19267. Nell’ipotesi di morte della parte verificatasi e dichiarata regolarmente nel corso del giudizio di primo grado, gli atti successivamente compiuti, senza che sia stata dichiarata l’interruzione del giudizio, compresa la sentenza, devono considerarsi nulli. Tale nullità è soggetta al principio generale della conversione dei motivi di nullità in motivi di impugnazione (art. 161 cod. proc. civ.) e deve, pertanto, essere dedotta dalla parte colpita dall’evento interruttivo, con il mezzo di impugnazione previsto per la sentenza. Consegue perciò al disposto dell’art. 161 cod. proc. civ. che oggetto dell’impugnazione debba essere la sentenza conclusiva del giudizio e che il regime impugnatorio sia quello dettato dal legislatore per la sentenza medesima
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 29 settembre 2015, n.19267 Ritenuto in fatto Con la decisione ora impugnata la Corte d’Appello di Lecce ha dichiarato inammissibile l’appello proposto da P. R., in proprio e quale erede di D.R., nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze, avverso la sentenza del Tribunale di Lecce, con...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 giugno 2015, n. 12642. Nell’associazione professionale tra avvocati (nel caso padre e figlio) spetta a quest’ultimo il compenso professionale riconosciuto al genitore deceduto nel corso del giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 giugno 2015, n. 12642 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. BERNABAI Renato – rel. Consigliere Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere...
Corte di Casaszione, sezione III, sentenza 16 aprile 2015, n. 7683. La cancellazione del difensore dall’albo professionale per motivi disciplinari, prevista dall’art. 40, r.d.l. n. 1578/33, è riconducibile, in virtù di interpretazione estensiva, alle ipotesi di cui all’art. 301 c.p.c., in quanto assimilabile a quelle espressamente previste della radiazione e della sospensione; pertanto, ove verificatasi prima della chiusura della discussione – dopo la quale ha, invece, rilevanza ai sensi dell’art. 286, 2 comma, c.p.c. – determina automaticamente l’interruzione del processo, ancorché il giudice o le altre parti non ne abbiano avuto conoscenza, con la conseguente nullità degli atti successivi e della sentenza eventualmente pronunciata. Tale nullità è soggetta al principio generale della conversione delle nullità in motivi di impugnazione e deve, quindi, essere dedotta con l’impugnazione – che assume la funzione di richiesta di prosecuzione del giudizio – soltanto dalla parte il cui procuratore fu colpito dall’evento interruttivo, in quanto, essendo le norme sull’interruzione del processo volte a tutelare la parte nei confronti della quale si sia verificato detto evento e che dallo stesso può essere pregiudicata, questa è la sola legittimata a valersi della mancata interruzione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 aprile 2015, n. 7683 Svolgimento del processo 1. Nel 2005 Co.Au. convenne dinanzi al Tribunale di Pordenone: (a) T.F. ; (b) M.G. ; (c) la società Banco Popolare di Verona e Novara soc. coop. a r.l. (che in seguito, per effetto di successive fusioni e incorporazioni, muterà...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 6 novembre 2014, n. 23695. Il frazionamento evincibile dai titoli di provenienza anche se semplicemente richiamato costituisce elemento utile per stabilire la linea di confine tra fondi limitrofi
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 6 novembre 2014, n. 23695 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. MATERA Lina – rel. Consigliere Dott. D’ASCOLA Pasquale – Consigliere Dott. ABETE...
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