SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 16 gennaio 2015, n. 2288 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 09/01/2014, la Corte d’appello di Palermo, per quanto ancora rileva, ha confermato l’affermazione di responsabilità di: A) A.F. , in relazione al delitto di promozione di associazione a delinquere (capo 1) e di falso ideologico aggravato...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 gennaio 2015, n. 496. Non può essere disposta la misura cautelare della confisca per equivalente per il profitto del supposto reato di truffa conseguito da un avvocato grazie all'assegnazione di incarichi professionali senza gara da parte di una società di proprietà della regione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 gennaio 2015, n. 496 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. BRUNO Paolo Antoni – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. PISTORELLI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 gennaio 2015, n. 1205. Non è configurabile la fattispecie di cui all'art. 483 cod. pen. nel caso in cui siano depositati presso l'ufficio del registro delle imprese, tenuto dai funzionari della Camera di Commercio, bilanci di esercizio di una società non formalmente approvati, non essendovi alcuna norma che conferisca attitudine probatoria all'attività dei suddetti funzionari in ordine al contenuto degli atti di cui ricevono il deposito
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 gennaio 2015, n. 1205 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Milano, in data 3 ottobre 2010, ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale della stessa città, con la quale era stato assolto, per insussistenza del fatto, G.L.C.M. , imputato...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 novembre 2014, n. 48755. Il memoriale del servizio giornaliero dell'Arma dei Carabinieri, documento al quale afferiscono tutte le imputazioni ad esclusione di quella relativa alla perquisizione eseguita nei confronti dell'imputato, ha natura di atto pubblico, essendo propria di tale documento non solo la funzione di ordine di servizio, ma anche quella di attestazione dell'effettiva esecuzione dell'ordine, e quindi di fatti inerenti all'attività di pubblici ufficiali e della regolarità dello svolgimento delle operazioni a cui gli stessi sono addetti. La falsità penalmente rilevante in un atto pubblico può assumere la forma omissiva non solo, come osservato dal giudice di merito, laddove l'omissione riguardi l'assunzione di dichiarazioni ricevute dal pubblico ufficiale, ma anche, in termini generali, in tutti i casi in cui l'attestazione incompleta, in quanto priva di informazione su determinati accadimenti, attribuisca all'atto un significato complessivamente contrario al vero, in quanto sostanzialmente negativo dell'esistenza di fatti rilevanti. E nella specie non veniva esaminata la rilevanza, ai fini della documentazione dell'attività di servizio di polizia giudiziaria, dell'esecuzione di perquisizioni personali e veicolari, talune delle quali risoltesi nel rinvenimento di sostanze stupefacenti e in un caso caratterizzate da modalità che avevano portato alla causazione di lesioni in danno di uno dei soggetti perquisiti.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 novembre 2014, n. 48755 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata, il Giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Cuneo dichiarava non luogo a procedere nei confronti di K.D. e N.L. per insussistenza del fatto in ordine ai reati di cui agli artt. 479 e 609...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 novembre 2014, n. 45504. Il reato di presentazione di falsa dichiarazione di emersione di rapporto di lavoro subordinato con cittadino extracomunitario irregolare, di cui all’art. 1, comma nono, legge n. 222 del 2002, non è in rapporto di specialità, ma concorre, con il reato di falso ideologico (indotto, ex art. 48 cod. pen.) in atto pubblico concernente i permessi di soggiorno rilasciati in difetto dei presupposti di legge. Quest’ultimo ha difatti un oggetto (il permesso di soggiorno) del tutto diverso, emesso all’esito di un articolato iter amministrativo di cui la falsa dichiarazione di emersione costituisce soltanto il primo momento procedimentale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE sezione V SENTENZA 4 novembre 2014, n. 45504 Svolgimento del processo 1. Con sentenza del 13 aprile 2007 del Tribunale di Prato, condannava B.S. alla pena di anni sei di reclusione, D.G. G.M. alla pena di anni tre e mesi uno di reclusione, D.P.V. alla pena di anni due e mesi...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 ottobre 2014, n. 40543. In tema di lottizzazione abusiva e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 ottobre 2014, n. 40543 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio Felice – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara –...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40982. La falsità ideologica può essere consumata anche mediante un'attestazione incompleta, ogniqualvolta il contenuto espositivo dell'atto sia, comunque, tale da far assumere all'omissione dell'informazione, relativa ad un determinato fatto, il significato di negazione della sua esistenza. Integra il reato di falso ideologico in atto pubblico la condotta del pubblico ufficiale che, formando un'attestazione, tace dati la cui omissione, non ultronea nell'economia dell'atto, produca il risultato di una documentazione incompleta e comunque contraria, anche se parzialmente, ai vero
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 ottobre 2014, n. 40982 Ritenuto in fatto Il difensore di I.F. ricorre avverso la pronuncia indicata in epigrafe, recante la parziale riforma della sentenza emessa il 24/10/2008 nei confronti del suo assistito dal Gup del Tribunale di Milano; l’imputato risulta essere stato condannato per il reato di...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 23 luglio 2014, n. 32619. In tema di valutazione della prova testimoniale da parte del giudice d'appello, sussiste l'obbligo di rinnovare l'istruzione in caso di diversa valutazione dell'attendibilità dei dichiaranti rispetto alla sentenza di primo grado, non solo in caso di assoluzione ma anche nell'ipotesi di condanna
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 23 luglio 2014, n. 32619 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi Giovanni – Consigliere Dott. VERGA Giovanna – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 luglio 2014, n. 30512. La condanna per peculato non salva il notaio dal procedimento per falso in atto pubblico nel caso in cui abbia attestato falsamente una serie di fatti nella procedura di autoliquidazione delle imposte
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 luglio 2014, n. 30512 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. VESSICHELLI Mar – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 18 luglio 2014, n. 31818. In tema di falsità ideologica in atto pubblico, ai fini della sussistenza dell'elemento soggettivo è sufficiente il dolo generico, ossia la volontarietà e la consapevolezza della falsa attestazione, mentre non è richiesto l’animus nocendi né l’animus decipiendi, con la conseguenza che il delitto sussiste non solo quando la falsità sia compiuta senza l'intenzione di nuocere, ma anche quando la sua commissione sia accompagnata dalla convinzione di non produrre alcun danno
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 18 luglio 2014, n. 31818 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza resa in data 11 ottobre 2012, il G.U.P. presso il Tribunale di Busto Arsizio, all’esito di rito abbreviato, condannava G.L. , funzionario dell’Agenzia delle Entrate di (omissis) , alla pena di giustizia per il delitto...
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