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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 24 novembre 2015, n. 46599. Ai fini dell’emissione di una misura cautelare personale, per “gravi indizi di colpevolezza” ex art. 273 c.p.p.

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 24 novembre 2015, n. 46599 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente – Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere – Dott. BONITO F. M. S. – rel. Consigliere – Dott....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2015, n. 45699. In caso di custodia cautelare in carcere il giudice deve motivare sull’inidoneità degli arresti domiciliari “aggravati”. Alla luce del nuovo art. 275, comma 3-bis, c.p.p., annullata l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere in ragione dell’omessa motivazione circa l’idoneità o meno nel caso concreto della misura degli arresti domiciliari con le procedure di controllo, ex art. 275-bis, comma 1, c.p.p.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2015, n. 45699 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 6 ottobre 2015, n. 40126. In tema del sistema cautelare personale alla luce della rinnovata veste assunta da alcuni precetti in seguito alle modifiche loro apportate dalla l. 16 aprile 2015, n. 47 (Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazioni di gravità)

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 ottobre 2015, n. 40126 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott. ANDRONIO...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 6 luglio 2015, n. 28640. In assenza di una disposizione transitoria, la misura cautelare in corso di esecuzione, disposta prima dell’entrata in vigore della legge 16/4/2015, n. 47 (che ha introdotto modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali), non può subire modifiche unicamente per effetto della nuova e più favorevole normativa

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 6 luglio 2015, n. 28640 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giusepp – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Mar – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 giugno 2015, n. 24027. L’attenuazione o l’esclusione delle esigenze cautelari non può essere desunta dal solo decorso del tempo di esecuzione della misura o dall’osservanza puntuale delle relative prescrizioni, dovendosi valutare ulteriori elementi di sicura valenza sintomatica in ordine al mutamento della situazione apprezzata all’inizio del trattamento cautelare

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 giugno 2015, n. 24027 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZAZA Carlo – Presidente Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. SETTEMBRE A – rel. Consigliere Dott. GUARDIANO Alfred – Consigliere Dott. DEMARCHI...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 4 maggio 2015, n. 18452. La trasgressione alle prescrizioni concernenti il divieto di allontanarsi dal luogo di esecuzione degli arresti domiciliari determina, ex art. 276, comma primo ter, cod. proc. pen., la revoca obbligatoria degli arresti domiciliari, seguita dal ripristino della custodia cautelare in carcere, senza che al giudice, una volta accertata la trasgressione, sia riconosciuto un potere di rivalutazione delle esigenze cautelari

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 4 maggio 2015, n. 18452 Ritenuto in fatto 1. C.B. ricorre per cassazione, a mezzo del difensore di fiducia Patrizia Scalvi, avverso l’ordinanza pronunciata dal Tribunale di Brescia, sezione per il riesame, con la quale è stato disposto a suo carico il ripristino della custodia cautelare in carcere,...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 febbraio 2015, n. 5934. In tema di revoca o sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, secondo la previsione di cui all'art. 299 co. 4 ter cod. proc. pen. se la richiesta è basata sulle condizioni di salute di cui all'art. 275 cod. proc. pen., comma 4 bis, ovvero se tali condizioni di salute sono segnalate dal servizio sanitario penitenziario, il giudice, se non ritiene di accoglierla sulla base degli atti, dispone con immediatezza e comunque non oltre il termine previsto al comma 3, gli accertamenti medici del caso, nominando un perito. Il giudice, dunque, ha l'obbligo di disporre la perizia solo se sono evidenziate ragioni di salute riconducibili alla previsione di cui all'art. 275 co. 4 bis cod. proc. pen. e cioè: l'essere il richiedente persona affetta da AIDS conclamata o da gravi deficienze immunitarie accertate ai sensi dell'art. 256 bis, co. 2 cod. proc. pen. ovvero da altra malattia particolarmente grave, per effetto della quale le sue condizioni di salute risultino incompatibili con lo stato di detenzione e comunque tali da non consentire adeguate cure in caso di detenzione in carcere. A far scattare l'obbligo di nominare un perito non basta, dunque, evidentemente, prospettare una qualsivoglia malattia, ma occorre che venga evidenziata e circostanziata una patologia "particolarmente grave", la cui cura non sia compatibile con il regime carcerario, anche nei centri clinici particolarmente attrezzati disponibili all'interno di talune strutture dell'amministrazione penitenziaria. E se non è onere del richiedente provare in maniera esaustiva tale incompatibilità, per contro la richiesta deve contenere degli elementi che consentano al giudice una delibazione circa la ricaduta del caso in esame nella previsione di cui all'art. 275 co. 4 bis cod. proc. pen..

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 10 febbraio 2015, n. 5934 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Genova, pronunciando nei confronti dell’odierno ricorrente L.R. , con ordinanza del 17.6.2014 rigettava l’appello avverso l’ordinanza con cui il GIP del Tribunale di Genova, in data 15.4.2014 aveva a sua volta rigettato l’istanza di sostituzione con...