Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza del 30 maggio 2014, n. 22706 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente – Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere – Dott. LEO Guglielmo – Consigliere – Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 giugno 2014, n. 12376. La volontaria cancellazione dall'albo professionale del procuratore costituito non da luogo all'applicazione dell'art. 301 c.p.c., comma 1, e non determina quindi l'interruzione del processo, in quanto, mentre le ipotesi ivi previste sono accomunate dal fatto di essere indipendenti (almeno in via diretta) dalla volontà del professionista o del cliente, la volontaria cancellazione è assimilabile alle ipotesi indicate nel terzo comma del medesimo articolo (revoca della procura o rinuncia ad essa). Infatti, la cancellazione volontaria dall'albo del difensore non può assolutamente essere equiparata alla morte o radiazione o sospensione del medesimo, essendo all'evidenza quest'ultimi eventi, a differenza del primo, indipendenti dalla volontà dell'interessato, che non può affatto interferire sulla loro realizzazione neppure sotto il profilo temporale.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 giugno 2014, n. 12376 Svolgimento del processo Con citazione notificata il 26 febbraio 1988 il fallimento della società Club Roman Fashion conveniva in giudizio davanti al Tribunale di Roma la Banca Nazionale del Lavoro chiedendo che, ai sensi dell’art. 67 comma 2 LF, fossero revocati e dichiarati...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 giugno 2014, n. 12375. Tutte le notificazioni al procuratore costituito, che eserciti il proprio ufficio fuori della circoscrizione del Tribunale al quale è assegnato senza eleggere domicilio nel luogo in cui ha sede il giudice adito, vanno eseguite presso la cancelleria di questo stesso giudice, ove si intende eletto il domicilio ai sensi dell'art. 82 del r.d. 22 gennaio 1934 n. 37.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 giugno 2014, n. 12375 Svolgimento del processo B.P.A.M. proponeva, dinanzi al Tribunale di Ancona, opposizione al decreto ingiuntivo, emesso il 4.10.2004 dal Presidente del medesimo Tribunale, con il quale gli era stato intimato di pagare all’ingiungente ditta Compair Group di F.M. la somma di Euro. 22.569,90 oltre...
Corte di Cassazione, sezione unite, sentenza 20 maggio 2014, n. 11024. In tema di procedimento disciplinare (anche specificamente a carico di esercente la professione forense – la necessaria correlazione tra addebito contestato e decisione disciplinare non rileva in termini puramente formali. La regola correlativa infatti – mirando a garantire pienezza ed effettivita' del contraddittorio sul contenuto dell'accusa e ad evitare che l'incolpato sia condannato per un fatto (naturalisticamente inteso) rispetto al quale non abbia potuto esplicare difesa – puo' ritenersi violata esclusivamente in presenza di modificazione degli elementi essenziali della materialita' del fatto addebitato, che si traduca in effettivo pregiudizio per la possibilita' di difesa e, dunque, solo in caso di radicale trasformazione dei profili fattuali della fattispecie concreta che ingeneri incertezza sullo stesso oggetto dell'imputazione
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza 20 maggio 2014, n. 11024 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. ADAMO Mario – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. CECCHERINI Aldo...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza del 19 maggio 2014, n. 10921. In presenza di una domanda di re iscrizione nell'albo degli avvocati
Suprema Corte di Cassazione sezione unite sentenza del 19 maggio 2014, n. 10921 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso 2832-2014 proposto da: AVVOCATO – ricorrente – contro PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE, CONSIGLIO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 maggio 2014, n. 10277. La parcella dell'avvocato corredata del parere dell'ordine è vincolante per il giudice in sede monitoria ma non anche nel giudizio di opposizione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 maggio 2014, n. 10277 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. BURSESE Gaetano Antonio – rel. Consigliere Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. MANNA Felice – Consigliere Dott. CORRENTI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 maggio 2014, n. 19856. In caso di adesione allo sciopero della categoria, il difensore ha diritto al rinvio dell'udienza anche quando la sua presenza, come nei procedimenti camerali, sia facoltativa
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 maggio 2014, n. 19856 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott. ANDRONIO Alessandro...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 6 maggio 2014, n. 18745. Incorre nell'esercizio abusivo della professione l'avvocato sospeso – a seguito di una sanzione disciplinare – che continui a incontrare i detenuti suoi assistiti. Il colloquio in carcere costituisce, infatti, un atto tipico e riservato agli avvocati, né può scriminare la condotta sostenere di aver parlato d'altro, in quanto gli incontri sono stati comunque resi possibili dal «rapporto difensivo».
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 6 maggio 2014, n. 18745 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. SERPICO Francesco – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. LEO Guglielmo – rel. Consigliere Dott. APRILE...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 9 maggio 2014, n. 10190. In assenza di un accordo su compensi in deroga ai minimi di tariffa per l'espletata prestazione professionale, il giudice deve liquidare il compenso spettante al professionista sulla base della tariffa professionale ed avendo riguardo al valore della causa, determinato secondo le norme del codice di procedura civile, essendo possibile liquidare il compenso in misura inferiore al minimo tariffario solo in presenza di un parare obbligatorio del Consiglio dell'Ordine e se si ritenga una manifesta sproporzione fra le prestazioni dell'avvocato e l'onorario previsto
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 9 maggio 2014, n. 10190 Ritenuto in fatto In esito a ricorso dell’avv. D.D. il Pretore di Genova ingiungeva a G.R. il pagamento della somma di L. 19.817.984 per prestazioni professionali rese innanzi alla locale Commissione Tributaria Regionale. A seguito di proposta opposizione con richiesta di revoca del...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 maggio 2014, n. 9623. La morte dell'unico difensore della parte costituita, che intervenga nel corso del giudizio di secondo grado tra l'udienza di precisazione delle conclusioni e l'udienza collegiale, determina automaticamente l'interruzione del processo, anche se il giudice e le altre parti non ne abbiano avuto conoscenza, e preclude ogni ulteriore attività processuale, con la conseguente nullità degli atti successivi e della sentenza di appello eventualmente pronunciata; l'irrituale prosecuzione del processo, nonostante il verificarsi dell'evento interruttivo, può essere dedotta e provata in sede di legittimità, ai sensi dell'art. 372 c.p.c., mediante la produzione dei documenti all'uopo necessari, ma solo dalla parte colpita dal predetto evento, a tutela della quale sono poste le norme che disciplinano l'interruzione, non potendo quest'ultima essere rilevata d'ufficio dal giudice, né eccepita dalla controparte come motivo di nullità della sentenza
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 5 maggio 2014, n. 9623 Ritenuto in fatto Con atto regolarmente notificato in data 3.05.94 C.L. evocava in giudizio avanti al Tribunale di Latina, V.A. deducendo di essere proprietaria di un villino – sito nel comune di (omissis) – che aveva acquistato con rogito notaio D’Agostino del 19.10.90,...