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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 5 febbraio 2016, n. 2343. In materia di divorzio, la durata del matrimonio influisce sulla determinazione della misura dell’assegno previsto dall’art. 5 della legge n. 898 del 1970, ma non anche – salvo casi eccezionali in cui non si sia verificata alcuna comunione materiale e spirituale tra i coniugi – sul riconoscimento del ‘assegno stesso, assolvendo quest’ultimo ad una finalità di tutela del coniuge economicamente più debole

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ORDINANZA 5 febbraio 2016, n. 2343 Fatto e diritto Rilevato che: Il Tribunale di Modena, con sentenza definitiva n. 480/2013, emessa nel giudizio di divorzio fra E.G. e A.C., ha rigettato la richiesta di. assegno divorzile della G. in relazione alla brevissima durata (tre mesi) del matrimonio. Ha proposto...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 febbraio 2016, n. 1863. Il coniuge più debole può chiedere l’assegno di mantenimento al giudice italiano dopo che un giudice di uno Stato estero ne abbia dichiarato il divorzio

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 1 febbraio 2016, n. 1863 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 1 febbraio 2016, n. 1858. Il dovere di mantenimento del figlio maggiorenne cessa non solo quando il genitore onerato dia prova che il figlio abbia raggiunto l’autosufficienza economica, ma anche quando lo stesso genitore provi che il figlio, pur posto nelle condizioni di addivenire ad una autonomia economica, non ne abbia tratto profitto, sottraendosi volontariamente allo svolgimento di una attività lavorativa adeguata e corrispondente alla professionalità acquisita

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 1 febbraio 2016, n. 1858 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – rel. Consigliere Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezioni unite, ordinanza 5 febbraio 2016, n. 2276. L’articolo 3, lettere c) e d), del regolamento (CE) n. 4/2009 del Consiglio, del 18 dicembre 2008, relativo alla competenza, al­la legge applicabile, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni e alla cooperazione in materia di obbligazioni alimentari, dev’essere interpretato nel senso che, qualora un giudice di uno Stato membro sia investito di un’azione relati­va alla separazione o allo scioglimento del vincolo coniugale tra i genitori di un figlio minore e un giudice di un altro Stato membro sia chiamato a pronunciarsi su un’azione per responsabilità geni­toriale riguardante detto figlio, una domanda rela­tiva a un’obbligazione alimentare nei confronti di quello stesso figlio è unicamente accessoria all’azione relativa alla responsabilità genitoria­le, ai sensi dell’articolo 3, lettera d), di tale regolamento

Suprema Corte di Cassazione sezioni unite ordinanza 5 febbraio 2016, n. 2276 Svolgimento del processo E.A. ha chiesto la separazione giudi­ziale dalla moglie A.P., con affidamento condiviso dei figli minori, offrendo un contributo mensile di Euro 4.000 per il loro mantenimento. Costituitasi in giudizio, A.P. ha chiesto il mantenimento anche per sé e ha eccepito...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 11 gennaio 2016, n. 223. In sede di determinazione dell’assegno di divorzio, l’occupazione di fatto di un immobile da parte del coniuge configura utilità che fuoriesce dall’ambito valutativo proprio dei valori legalmente posseduti da ciascuno dei coniugi, rimanendo la difficoltà di liberazione dell’immobile da parte del suo proprietario un dato di fatto estraneo alla ponderazione delle rispettive posizioni patrimoniali e reddittuali

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 11 gennaio 2016, n. 223 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DOGLIOTTI Massimo – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. GENOVESE Antonio – rel. Consigliere Dott. SCLALDAFERRI Andrea – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione VI, 8 gennaio 2016, n. 535. Il reato previsto dall’art. 570, secondo comma n. 2, c.p. ha come presupposto necessario l’esistenza di un’obbligazione alimentare ai sensi del codice civile, ma non assume carattere meramente sanzionatorio del provvedimento del giudice civile; ed invero, l’inosservanza, anche parziale, non importa automaticamente l’insorgere del reato, di tal che, per configurare l’ipotesi delittuosa in esame, occorre che gli aventi diritto all’assegno alimentare versino in stato di bisogno, che l’obbligato ne sia a conoscenza e che lo stesso sia in grado di fornire i mezzi di sussistenza. In altri termini, ai fini della configurabilità del reato previsto dall’art. 570, comma secondo, n. 2, c.p., nell’ipotesi di corresponsione parziale dell’assegno stabilito in sede civile per il mantenimento, il giudice penale deve accertare se tale condotta abbia inciso apprezzabilmente sulla disponibilità dei mezzi economici che il soggetto obbligato è tenuto a fornire ai beneficiari, tenendo inoltre conto di tutte le altre circostanze del caso concreto, ivi compresa la oggettiva rilevanza del mutamento di capacità economica intervenuta, in relazione alla persona del debitore, mentre deve escludersi ogni automatica equiparazione dell’inadempimento dell’obbligo stabilito dal giudice civile alla violazione della legge penale

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 8 gennaio 2016, n. 535 Ritenuto in fatto Con provvedimento del 25 settembre 2014, in parziale riforma dell’impugnata sentenza del Tribunale di Udine del 20 aprile 2011, la Corte d’appello di Trieste, concesse le circostanze attenuanti generiche, ha rideterminato la pena inflitta a M.A. in quella di mesi...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 20 ottobre 2015, n. 21282. Un’eventuale violazione dell’obbligo di mantenimento verso i figli non configurerebbe automatica inidoneità dall’affidamento condiviso, che costituisce la regola, e può essere escluso, nell’interesse del minore, da valutarsi in concreto

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 20 ottobre 2015, n. 21282 Fatto e diritto In un procedimento di separazione tra M.L. e P.W., la Corte d’Appello di Bologna,con sentenza in data 16/10/2012, confermava la sentenza del Tribunale di Modena, che aveva pronunciato l’affidamento condiviso della figlia a favore dei genitori. Ricorre per cassazione la...