Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 12 settembre 2014, n. 19331 Svolgimento del processo e motivi della decisione E’ stata depositata in cancelleria la seguente relazione, regolarmente comunicata al P.G. e notificata ai difensori delle parti. “Il relatore, cons. A.A. esaminati gli atti, osserva: 1. R.G. propose opposizione avverso l’atto di precetto notificato dall’avvocato...
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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 17 luglio 2014, n. 16319. Rito del lavoro: improcedibile l'appello in difetto di notificazione di ricorso e decreto Nel rito del lavoro, l'appello, pur tempestivamente proposto nel termine previsto dalla legge, è improcedibile ove la notificazione del ricorso depositato e del decreto di fissazione dell'udienza non sia avvenuta, non essendo consentito – alla stregua di un'interpretazione costituzionalmente orientata imposta dal principio della cosiddetta ragionevole durata del processo ex art. 111, secondo comma, Cost. – al giudice di assegnare, ex art. 421 cod. proc. civ., all'appellante un termine perentorio per provvedere ad una nuova notifica a norma dell'art. 291 cod. proc. civ.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 17 luglio 2014, n. 16319 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CURZIO Pietro – Presidente Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott. MANCINO Rossana – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 29 luglio 2014, n. 17218. Ai fini dell’accertamento della preclusione derivante dall’esistenza di un giudicato esterno, imprescindibile risulta, oltre all’identificazione della statuizione contenuta nella precedente decisione, il raffronto della stessa con l’oggetto specifico del processo nell’ambito del quale il giudicato dovrebbe fare stato, e quindi il riscontro dell’esistenza di una relazione giuridica tra i diritti dedotti nei due giudizi. La preclusione deve essere, pertanto, esclusa qualora il giudizio abbia ad oggetto un rapporto giuridico diverso da quello deciso con la sentenza passata in giudicato.
Suprema CORTE DI CASSAZIONE Sezione III sentenza 29 luglio 2014, n.17218 Motivi della decisione p.1.1 Con il primo motivo di ricorso l’O. lamenta violazione e falsa applicazione di legge ex articolo 360, 1^ co. n. 3) cod.proc.civ., con riferimento agli articoli 2909 codice civile e 324 codice procedura civile, dal momento che...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 24 luglio 2014, n. 16801. La violazione dell'obbligo, posto dall'art. 330, primo comma, cod. proc. civ., di eseguire la notificazione dell'impugnazione alla controparte non direttamente, ma nel domicilio eletto, determina una nullità che è sanata ex tunc per raggiungimento dello scopo solo ove la parte si sia costituita in giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 24 luglio 2014, n. 16801 Fatto e diritto Ritenuto che, pronunciando nel contraddittorio tra Z.G. ed il Condominio (…), il Tribunale di Padova, con sentenza in data 22 giugno 2010, ha dichiarato cessata la materia del contendere con riguardo all’impugnazione della delibera di nomina dell’ing. M.S. amministratore del...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 luglio 2014, n. 16745. L'art. 345, terzo comma, cod.proc.civ. va interpretato nel senso che esso fissa sul piano generale il principio della inammissibilità di mezzi di prova nuovi -la cui ammissione, cioè, non sia stata richiesta in precedenza – e, quindi, anche delle produzioni documentali, indicando nello stesso tempo i limiti di tale regola, con il porre in via alternativa i requisiti che tali documenti, al pari degli altri mezzi di prova, devono presentare per poter trovare ingresso in sede di gravame (sempre che essi siano prodotti, a pena di decadenza, mediante specifica indicazione degli stessi nell'atto introduttivo del giudizio di secondo grado, a meno che la loro formazione non sia successiva e la loro produzione non sia stata resa necessaria in ragione dello sviluppo assunto dal processo): requisiti consistenti nella dimostrazione che le parti non abbiano potuto proporli prima per causa ad esse non imputabile, ovvero nel convincimento del giudice della indispensabilità degli stessi per la decisione. la valutazione di non indispensabilità della nuova produzione documentale, che ne provoca la mancata ammissione, deve essere espressamente motivata dal giudice del gravame, quanto alla ritenuta mancanza di attitudine dei nuovi documenti a dissipare lo stato di incertezza sui fatti controversi, così da consentire, in sede di legittimità, il necessario controllo sulla congruità e sulla logicità del percorso motivazionale seguito e sull'esattezza del ragionamento adottato nella decisione impugnata
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 luglio 2014, n. 16745 Svolgimento del processo 1.- La Corte di appello di Brescia, con sentenza depositata in data 24.8.2006 e notificata in data 10.1.2007, ha confermato la sentenza del Tribunale di Brescia che aveva respinto la domanda di ammissione allo stato passivo del fallimento della s.r.l....
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 4 luglio 2014, n. 15295. L'incidenza sul processo degli eventi previsti dall'art. 299 c.p.c. (morte o perdita di capacità della parte) è disciplinata, in ipotesi di costituzione in giudizio a mezzo di difensore, dalla regola dell'ultrattività del mandato alla lite
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 4 luglio 2014, n. 15295 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. ADAMO Mario – Presidente Sezione Dott. RORDORF Renato – Presidente Sezione Dott. CECCHERINI...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 giugno 2014, n. 12335. A seguito della riforma ad opera del Decreto Legislativo n. 40 del 2006, la nuova previsione dell'articolo 366 c.p.c., comma 1, n. 6, oltre a richiedere la "specifica" indicazione degli atti e documenti posti a fondamento del ricorso, esige che sia specificato in quale sede processuale il documento, pur individuato in ricorso, risulti prodotto. Tale puntuale indicazione, quando riguardi un documento prodotto in giudizio, postula che si individui dove sia stato prodotto nelle fasi di merito, e, in ragione dell'articolo 369 c.p.c., comma 2, n. 4, anche che esso sia prodotto in sede di legittimita', con la conseguenza che, in caso di omissione di tali adempimenti, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 giugno 2014, n. 12335 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – rel....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 luglio 2014, n. 15144. Appello, divorzio: il termine per la notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza alla controparte non è perentorio, non essendo previsto espressamente dalla legge. Ne consegue che il giudice, nell'ipotesi di omessa o inesistente notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza, può, in difetto di spontanea costituzione del resistente, concedere al ricorrente un nuovo termine, avente carattere perentorio, entro il quale rinnovare la notifica
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 2 luglio 2014, n. 15144 Svolgimento di processo La Corte d’appello di Roma con sentenza del 31 marzo 2010 ha dichiarato improcedibile l’impugnazione proposta da G.R. per la riforma della sentenza del Tribunale di Roma, pronunciata in data 6 dicembre 2005, la quale ha disposto la corresponsione...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 maggio 2014, n. 10360. L’onere del ricorrente per cassazione di depositare, a pena di improcedibilità del ricorso, i contratti collettivi sui quali il ricorso si fonda, va interpretato nel senso che il deposito suddetto deve avere ad oggetto, non solo l’estratto recante le singole disposizioni collettive invocate nel ricorso, ma l’integrale testo del CCNL contenente tali disposizioni
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 maggio 2014, n. 10360 Svolgimento del processo Con sentenza del 14-10-2003 il Giudice del lavoro del Tribunale di Roma rigettava la domanda proposta da P.R. nei confronti del’ENAV s.p.a., diretta ad ottenere il riconoscimento del diritto alle differenze retributive del premio di produttività e produzione – premio...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 8 maggio 2014, n. 9929. La domanda di restituzione delle somme corrisposte in esecuzione della sentenza di primo grado, essendo conseguente alla richiesta di modifica della decisione impugnata, non costituisce domanda nuova ed è perciò ammissibile in appello, segnatamente precisando, al riguardo, che la stessa deve essere formulata, a pena di decadenza, con l'atto di gravame, mentre, qualora l'esecuzione della sentenza sia avvenuta successivamente alla proposizione dell'impugnazione, ne è ammissibile la formulazione anche nel corso del giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 8 maggio 2014, n. 9929 Svolgimento del processo e motivi della decisione È stata depositata in cancelleria la seguente relazione, regolarmente comunicata al P.G. e notificata ai difensori delle parti. “Il relatore, cons. A.A. esaminati gli atti, osserva: 1. L.G. convenne in giudizio innanzi al Giudice di Pace...