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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 11 novembre 2014, n. 24027. Detassazione del reddito di impresa: se il beneficio è solo formale ricorre l'abuso del diritto In materia tributaria, la formale spettanza di un risparmio di imposta costituisce presupposto ineliminabile dell'abuso del diritto

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 11 novembre 2014, n. 24027 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CICALA Mario – rel. Presidente Dott. BOGNANNI Salvatore – Consigliere Dott. IACOBELLIS Marcello – Consigliere Dott. CARACCIOLO Giuseppe – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 ottobre 2014, n. 43552. Sono utilizzabili le dichiarazioni rese da un contribuente al Funzionario dell'Agenzia delle Entrate senza l'assistenza del difensore prima dell'inizio della verifica fiscale

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 20 ottobre 2014, n. 43552 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 17 ottobre 2014, n. 22021. L'iscrizione a ruolo e la cartella di pagamento diventano illegittime a seguito della sentenza che, accogliendo il ricorso proposto dal contribuente, annulli l'atto impositivo da esse presupposto

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 17 ottobre 2014, n. 22021 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCININNI Carlo – Presidente Dott. CIRILLO Ettore – rel. Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. MARULLI Marco – Consigliere Dott. TRICOMI Laura...

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Corte di Cassazione, sezione Tributaria, sentenza 3 ottobre 2014, n. 20900. Il semplice scostamento tra il dichiarato e l'accertato non rappresenta una prova dotata di gravità, precisione e concordanza tale da giustificare la rettifica

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 3 ottobre 2014, n. 20900 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCININNI Carlo – Presidente Dott. CIRILLO Ettore – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. SCODITTI Enrico – Consigliere Dott. TRICOMI Laura –...

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Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 3 ottobre 2014, n. 20915. Alle Direzioni regionali delle entrate (DRE) deve riconoscersi per disposizione regolamentare, la competenza a svolgere anche attività istruttoria (ispezioni, accessi, controlli, acquisizione informazioni e documenti, redazione dei relativi processi verbali) i cui risultati potranno essere utilizzati dalle Direzioni provinciali ai fini della emissione degli atti impositivi. L'intervento normativo dell'anno 2008 (D.L. n. 185/2008, conv. in legge n. 2/2009), applicabile solo a far data dal primo gennaio 2009, non ha attribuito alla DRE una competenza in materia di accertamento prima inesistente, ma ha inteso fondare su una norma di fonte primaria il riparto delle competenze relative all'attività di verifica tra le strutture di vertice di livello periferico (DRE, DPE), istituendo una riserva di competenza esclusiva a favore delle DRE in relazione alla rilevanza del soggetto accertato

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 3 ottobre 2014, n. 20915   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCININNI Carlo – Presidente Dott. BIELLI Stefano – Consigliere Dott. CIRILLO Ettore – Consigliere Dott. OLIVIERI Stefano – rel. Consigliere Dott. VELLA...

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Corte di Cassazione, sezion tributaria, sentenza 1 ottobre 2014, n. 20662. La procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l'applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è "ex lege" determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli "standards" in sé considerati – meri strumenti di ricostruzione per elaborazione statistica della normale redditività – ma nasce solo in esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente, pena la nullità dell'accertamento, con il contribuente. In tale sede, quest'ultimo ha l'onere di provare, senza limitazione alcuna di mezzi e di contenuto, la sussistenza di condizioni che giustificano l'esclusione dell'impresa dall'area dei soggetti cui possono essere applicati gli "standards" o la specifica realtà dell'attività economica nel periodo di tempo in esame, mentre la motivazione dell'atto di accertamento non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma deve essere integrata con la dimostrazione dell'applicabilità in concreto dello "standard" prescelto e con le ragioni per le quali sono state disattese le contestazioni sollevate dal contribuente. L'esito del contraddittorio, tuttavia, non condiziona l'impugnabilità dell'accertamento, potendo il giudice tributario liberamente valutare tanto l'applicabilità degli "standards" al caso concreto, da dimostrarsi dall'ente impositore, quanto la controprova offerta dal contribuente che, al riguardo, non è vincolato alle eccezioni sollevate nella fase del procedimento amministrativo e dispone della più ampia facoltà, incluso il ricorso a presunzioni semplici, anche se non abbia risposto all'invito al contraddittorio in sede amministrativa, restando inerte. In tal caso, però, egli assume le conseguenze di questo suo comportamento, in quanto l'Ufficio può motivare l'accertamento sulla sola base dell'applicazione degli "standards", dando conto dell'impossibilità di costituire il contraddittorio con il contribuente, nonostante il rituale invito, ed il giudice può valutare, nel quadro probatorio, la mancata risposta all'invito

Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 1 ottobre 2014, n. 20662 Svolgimento del processo C.F., avvocato, prepone ricorso per cassazione, sulla base di dieci motivi, nei confronti della sentenza della Commissione tributaria regionale del Piemonte che ne ha accolto solo parzialmente l’appello nel giudizio introdotto con l’impugnazione dell’avviso di accertamento ai fini dell’IRPEF e...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 22 settembre 2014, n. 19965. Nel processo tributario, le dichiarazioni dei terzi raccolte dai verificatori ed inserite nel processo verbale di constatazione, avendo natura di mere informazioni acquisite nell'ambito di indagini amministrative, non infrangono il divieto di utilizzo del giuramento e della prova testimoniale risultando pienamente utilizzabili quali elementi di prova

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 22 settembre 2014, n. 19965 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IACOBELLIS Marcello – Presidente Dott. CARACCIOLO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. COSENTINO Antonello – Consigliere Dott. PERRINO Angelina Maria –...

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Corte Costituzionale, sentenza n. 228 del 6 ottobre 2014. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 32, comma 1, numero 2), secondo periodo, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 (Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi), come modificato dall’art. 1, comma 402, lettera a), numero 1), della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2005), limitatamente alle parole «o compensi»

Sentenza  228/2014 Giudizio Presidente CASSESE – Redattore CORAGGIO Camera di Consiglio del 11/06/2014    Decisione  del 24/09/2014 Deposito del 06/10/2014   Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 32, c. 1°, n. 2, secondo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 29/09/1973, n. 600, come modificato dall’art. 1, c. 402°, lett. a), n. 1, della legge 30/12/2004 ,n....

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 luglio 2014, n. 15191. Per contestare i fatti espressi nel p.v.c. della G.d.F. il contribuente deve proporre querela di falso In tema di accertamenti tributari, il processo verbale di constatazione, redatto dalla Guardia di finanza o dagli altri organi di controllo fiscale, è assistito da fede privilegiata

Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 luglio 2014, n. 15191 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE T Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CICALA Mario – Presidente Dott. BOGNANNI Salvatore – Consigliere Dott. IACOBELLIS Marcello – rel. Consigliere Dott. DI BLASI Antonino –...