Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 aprile 2014, n. 8081 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. MIGLIUCCI Emilio – Consigliere Dott. PETITTI Stefano – Consigliere Dott. CARRATO Aldo – Consigliere Dott. FALASCHI Milena...
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 aprile 2014, n. 8875. L'esercizio del potere di disporre indagini patrimoniali avvalendosi della polizia tributaria, che costituisce una deroga alle regole generali sull'onere della prova, rientra nella discrezionalità del giudice di merito; l'eventuale omissione di motivazione sul diniego di esercizio del relativo potere, pertanto, non è censurabile in sede di legittimità, ove, sia pure per implicito, tale diniego sia logicamente correlabile ad una valutazione sulla superfluità dell'iniziativa per ritenuta sufficienza dei dati istruttori acquisiti
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 16 aprile 2014, n. 8875 Ragioni di fatto e di diritto della decisione 1.- Il Tribunale di Roma, con sentenza del 18.5.2006, ha pronunciato la separazione personale dei coniugi P.M. e M.V. , ha affidato il figlio minore Ma. al padre, assegnando al medesimo la casa familiare di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 aprile 2014, n. 9044. In tema di dichiarazione di efficacia ed esecutività nell'ordinamento italiano della sentenza emessa dal Tribunale Ecclesiastico, che aveva dichiarato nullo il matrimonio concordatario per impotentia coeundi
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 aprile 2014, n. 9044 Ritenuto in fatto l. – Con ricorso in data 10 dicembre 2010 l’attuale controricorrente (G.R.N.) si rivolse alla Corte d’appello di Bari per ottenere la dichiarazione di efficacia ed esecutività nell’ordinamento italiano della sentenza emessa dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese in data 28...
Corte Costituzionale, sentenza n. 105 del 18 aprile 2014. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 69, quarto comma, del codice penale, come sostituito dall’art. 3 della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all’art. 648, secondo comma, cod. pen., sulla recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen.
Sentenza 105/2014 Giudizio Presidente SILVESTRI – Redattore LATTANZI Camera di Consiglio del 26/02/2014 Decisione del 14/04/2014 Deposito del 18/04/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 69, c. 4°, del codice penale. Massime: Atti decisi: ord. 114/2013 SENTENZA N. 105 ANNO 2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente:...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 14 febbraio 2014, n. 722. La differenza fra l’avviso orale e le misure di prevenzione propriamente dette consiste essenzialmente in ciò: che le misure di sicurezza impongono al soggetto vincoli di fare e di non fare che ne limitano in qualche modo la libertà personale e in particolare lo privano della facoltà di tenere comportamenti che altrimenti sarebbero leciti; al contrario il semplice avviso orale – ossia quello non accompagnato dalle eventuali prescrizioni che possono esservi annesse ai sensi dell’art. 3, co. 4, D. Lgs. n. 159/2011 – non comporta alcun vincolo, consistendo soltanto nella intimazione di tenere «una condotta conforme alla legge». Nulla di più o di meno quindi di ciò che è richiesto alla generalità dei cittadini. Ne deriva che l’avviso orale non accompagnato dalle ulteriori prescrizioni (previste dalla legge solo come eventuali a discrezione dell’autorità di p.s.) non può essere considerato di per sé una “misura di prevenzione” e non dà luogo all’applicazione dell’art. 120 del codice della strada
Consiglio di Stato Sezione III Sentenza 14 febbraio 2014, n. 722 Fatto e diritto 1. L’appellato, già ricorrente in primo grado, è stato destinatario di un provvedimento di revoca della patente di guida, ai sensi dell’art. 120 del Codice della Strada, emesso sul presupposto che l’interessato aveva ricevuto un “avviso orale” ai sensi della...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 aprile 2014, n. 15742. La norma di cui all'art. 55 c.p. non può trovare applicazione in assenza di scriminante; non può essere configurato l'eccesso colposo previsto in mancanza di una situazione di effettiva sussistenza della singola scriminante, di cui si eccedono colposamente i limiti.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 8 aprile 2014, n. 15742 Ritenuto in fatto 1. La Corte di assise di appello di Catanzaro, con sentenza del 7/11/2012, in riforma di quella della Corte d’assise di Cosenza che aveva condannato M.F. alla pena di anni dodici di reclusione per il delitto di omicidio di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 aprile 2014 n. 15906. È legittima la misura cautelare che impone allo stalker di allontanarsi dall'edificio in cui vive la vittima anche quando tale edificio coincide con il condominio dove lo stesso stalker abita assieme alla propria famiglia, in quanto è irrilevante che la misura cautelare influisca negativamente sull'esercizio del diritto alla genitorialità
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 aprile 2014, n. 15906
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 aprile 2014, n. 8957. Pur non integrando direttamente un patto commissorio, anche la vendita con patto di riscatto o di retrovendita può rappresentare un mezzo per sottrarsi al relativo divieto, ogni qualvolta il versamento del prezzo da parte del compratore non si configuri come corrispettivo dovuto per l'acquisto della proprietà, ma come erogazione di un mutuo, rispetto al quale il trasferimento del bene risponda alla sola finalità di costituire una posizione di garanzia provvisoria, capace di evolversi in maniera diversa a seconda che il debitore adempia o meno l'obbligo di restituire le somme ricevute
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 17 aprile 2014, n. 8957 Ritenuto in fatto Con atto per notaio Zinni del 5 agosto 1996, i coniugi M.P. , titolare della ditta Mafmi, ed Ma.An. vendettero alla G.M.N. S.r.l. una porzione di villa bifamiliare sita in (omissis) , per il prezzo di Lire 260.000.000, che...
Corte Costituzionale, sentenza n. 106 del 18 aprile 2014. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 69, quarto comma, del codice penale, come sostituito dall’art. 3 della legge 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all’art. 609-bis, terzo comma, cod. pen., sulla recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen.
Sentenza 106/2014 Giudizio Presidente SILVESTRI – Redattore LATTANZI Udienza Pubblica del 11/03/2014 Decisione del 14/04/2014 Deposito del 18/04/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 69, c. 4°, del codice penale. Massime: Atti decisi: ord. 275/2013 SENTENZA N. 106 ANNO 2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: Presidente: Gaetano...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 aprile 2014, n. 16382. Ai fini della configurabilità del reato di ingiuria non è richiesta la sussistenza dell’animus iniurandi, essendo sufficiente il dolo generico che può anche assumere la forma del dolo eventuale, in quanto basta che l’agente, consapevolmente, faccia uso di espressioni o parole socialmente interpretabili come offensive, cioè utilizzate in base al significato che esse vengono oggettivamente ad assumere, senza un diretto riferimento alle intenzioni dell’agente (nella specie il seguente messaggio a mezzo telefono cellulare: “troia, vai con altri…”).
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 aprile 2014, n. 16382 Ritenuto di fatto 1. Con l’impugnata sentenza, il Tribunale di Trento il 29 aprile 2013, ha parzialmente confermato la sentenza del Giudice di pace di Trento del 9 novembre 2012 e ha mantenuto ferma la condanna di D.G.P. per il reato di ingiurie,...