Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 6 novembre 2014, n. 45919 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 18 novembre 2014, n. 47601. Nei delitti contro la fede pubblica l'innocuità del falso non va ritenuta con riferimento all'uso che si intende fare del documento, ma solo se si esclude l'idoneità dell'atto falso ad ingannare comunque la fede pubblica. Sussiste, pertanto, il falso innocuo solo quando esso si riveli in concreto inidoneo a ledere l'interesse tutelato dalla genuinità dei documenti e cioè quando non abbia la capacità di conseguire uno scopo antigiuridico, nel senso che l'infedele attestazione (nel falso ideologico) o la compiuta alterazione (nel falso materiale) appaiano del tutto irrilevanti ai fini del significato dell'atto e del suo valore probatorio e, pertanto, inidonee al conseguimento delle finalità che con l'atto falso si intendevano raggiungere; in tal caso, infatti, la falsità non esplica effetti sulla funzione documentale che l'atto è chiamato a svolgere, che è quella di attestare i dati in esso indicati, con la conseguenza che l'innocuità non deve essere valutata con riferimento all'uso che dell'atto falso venga fatto
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 18 novembre 2014, n. 47601 Fatti e diritto 1. Con sentenza pronunciata l’1.7.2013 la corte di appello di Milano confermava la sentenza con cui il tribunale di Milano, in composizione monocratica, in data 28.10.2009, aveva condannato L.P., imputato del delitto di cui all’art. 483, c.p., in relazione agli...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 16 settembre 2014, n. 37864. In tema di truffa il danno può essere definito "tenue" solo a fronte della complessiva minima capacità della condotta di danneggiare, in modo oggettivo, la sfera globale di interessi della persona offesa danneggiata dal reato perchè laddove il danno deve essere considerato con esclusivo riferimento al valore dell'oggetto, la legge ha utilizzato una diversa espressione come nel caso del furto che è punibile a querela dell'offeso se il fatto è commesso su cose di tenue valore
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II sentenza 16 settembre 2014, n. 37864 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente – Dott. VERGA G. – rel. Consigliere – Dott. BELTRANI Sergio – Consigliere – Dott. CARRELLI PALOMBI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 ottobre 2014, n. 44833. In caso di omicidio preterintenzionale, le eventuali negligenze dei sanitari nelle successive terapie mediche cui è sottoposta la vittima, non elidono il nesso di causalità tra la condotta di percosse o di lesioni personali posta in essere dall'agente e l'evento morte, non potendo esse costituire un fatto imprevedibile ed atipico, salvi casi del tutto eccezionali, rispetto alla serie causale precedente, della quale rappresentano uno sviluppo evolutivo, pur se non indefettibile
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 27 ottobre 2014, n. 44833 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 4-12-2012 la Corte di Assise di Appello di Roma confermava l’affermazione di responsabilità -riducendo la pena- di A.B. per l’omicidio preterintenzionale di M.H., il cui decesso era intervenuto il 15-10-2010. 2. L’8-10-2010 tra i due...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2014, n. 24475. In relazione all'interpretazione della disciplina prevista nell'art. 2048 cod. civ., è necessario che i genitori, al fine di fornire una sufficiente prova liberatoria per superare la presunzione di colpa dalla suddetta norma desumibile, offrano non la prova legislativamente predeterminata di non aver potuto impedire il fatto (atteso che si tratta di prova negativa), ma quella positiva di aver impartito al figlio una buona educazione e di aver esercitato su di lui una vigilanza adeguata; il tutto in conformità alle condizioni sociali, familiari, all'età, al carattere e all'indole del minore. L'inadeguatezza dell'educazione impartita e della vigilanza esercitata su un minore, fondamento della responsabilità dei genitori per il fatto illecito dal suddetto commesso, può essere desunta, in mancanza di prova contraria, dalle modalità dello stesso fatto illecito, che ben possono rivelare il grado di maturità e di educazione del minore, conseguenti al mancato adempimento dei doveri incombenti sui genitori, ai sensi dell'art. 147 cod. civ. Non è conforme a diritto, invece, per evidente incompatibilità logica, la valutazione reciproca, e cioè che dalle modalità del fatto illecito possa desumersi l'adeguatezza dell'educazione impartita e della vigilanza esercitata
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2014, n. 24475 Svolgimento del processo D.G.A. convenne in giudizio, dinanzi al Tribunale di Roma, M.R. e F.L. , quali genitori del minore M.D. , per sentirli condannare, ai sensi dell’art. 2048 c.c., al pagamento della somma di Euro 278.042,32, oltre accessori, per il danno sofferto...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 novembre 2014, n. 23624. Per l'ipotesi di reciproca soccombenza, la valutazione delle proporzioni della soccombenza reciproca e la determinazione delle quote in cui le spese processuali debbono ripartirsi o compensarsi tra le parti, rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, che resta sottratto al sindacato di legittimita', non essendo egli tenuto a rispettare un'esatta proporzionalita' fra la domanda accolta e la misura delle spese poste a carico del soccombente
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 novembre 2014, n. 23624 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALVAGO Salvatore – Presidente Dott. BENINI Stefano – rel. Consigliere Dott. GIANCOLA Maria C. – Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2014, n. 24471. A carico della compagnia di assicurazione deve essere indennizzato in favore dei mariti anche il loro mancato aiuto domestico, dovuto dalle lesioni riportate nel sinistro.,
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2014, n.24471 Svolgimento del processo 1. L'(omissis) il sig. P.A. patì gravi lesioni personali in conseguenza d’un sinistro stradale, causato dal sig. D.L.L. . In conseguenza di ciò sia il sig. P.A. , sia la moglie sig.a B.C. , convennero dinanzi al Tribunale di Venezia il...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 novembre 2014, n. 23432. L'art. 16 delle preleggi, norma che subordina alla condizione di reciprocità l'esercizio dei diritti civili da parte dello straniero, è applicabile solo in relazione ai diritti non fondamentali della persona, con la conseguenza che la tutela dei diritti come quelli alla vita, all'incolumità ed alla salute deve essere assicurata senza alcuna disparità di trattamento a tutte le persone indipendentemente dalla cittadinanza italiana, comunitaria o meno
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 novembre 2014, n. 23432 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SEGRETO Antonio – Presidente Dott. CARLEO Giovanni – rel. Consigliere Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. CIRILLO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 novembre 2014, n. 24468. In tema di comodato l’art. 1810 c.c.. stabilisce una regola, e due eccezioni ad essa
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 18 novembre 2014, n. 24468 Svolgimento del processo 1. Nel 2005 il sig. C.G. convenne la sig.a T.P. dinanzi al Tribunale di Avellino, esponendo che: (-) nel 2002 concesse in comodato alla sig.a T.P. , all’epoca dei fatti sua moglie, un immobile al piano terra del fabbricato sito...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 27 ottobre 2014, n. 5328. In tema di soggiorno e circolazione dell'extracomunitario e di tutela della salute, debba essere garantita l'erogazione di prestazioni necessarie ed indifferibili anche all'extracomunitario che non abbia e non possa avere un permesso di soggiorno: così, in caso di effettivo pericolo di vita del richiedente e senza valutare compiutamente l'intero quadro personale e familiare del medesimo soggetto, è irragionevole negare, revocare e/o non rinnovare il permesso di soggiorno, determinando di fatto l'impossibilità, l'interruzione o la significativa limitazione del trattamento sanitario
Consiglio di Stato sezione III sentenza 27 ottobre 2014, n. 5328 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2293 del 2014, proposto da: -OMISSIS-, rappresentato e difeso dall’avv. Mi.Ci., con domicilio eletto presso Al.Pi....