Articolo

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 28 luglio 2015, n. 3695. Nelle controversie inerenti la contestazione degli oneri di urbanizzazione, solo qualora non vengano dedotte censure derivanti da atti generali autoritativi di determinazione degli oneri presupposti di quello impugnato, attengono a posizioni di diritto soggettivo azionabili innanzi al G.A. in sede di giurisdizione esclusiva nel termine di prescrizione

Consiglio di Stato sezione V sentenza 28 luglio 2015, n. 3695 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1623 del 2006, proposto dal s.r.l. Pr., rappresentato e difeso dagli avvocati Lu.Ma. e Br.Ba., con domicilio...

Articolo

Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 28 luglio 2015, n. 3710. La mancanza delle indicazioni richieste dall’art. 3, comma 4, della L. n. 241 del 1990, concernenti il termine per l’impugnazione e l’Autorità cui ricorrere, non solo non è causa autonoma di illegittimità, rappresentando soltanto una mera irregolarità, ma non giustifica, di per sé, neppure l’automatica concessione del beneficio della rimessione in termini per errore scusabile. Ed infatti, tale riconoscimento può trovare applicazione solo qualora nel singolo caso sia apprezzabile una qualche giustificata incertezza sugli strumenti di tutela utilizzabili da parte del destinatario dell’atto, dovuta ad una situazione normativa obiettivamente ambigua o confusa, ad uno stato di obiettiva incertezza per le oggettive difficoltà di interpretazione di una norma, alla particolare complessità della fattispecie, a contrasti giurisprudenziali od al comportamento dell’Amministrazione idoneo, perché equivoco, ad ingenerare convincimenti non esatti, poiché, opinando diversamente, tale inadempimento formale si risolverebbe in un’assoluzione indiscriminata dal termine di decadenza, con gravi riflessi sulla stabilità dei rapporti giuridici di diritto pubblico

Consiglio di Stato sezione V sentenza 28 luglio 2015, n. 3710 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2469 del 2006, proposto dal sig. Ro.Ro., rappresentato e difeso dall’avv. An.Pe., con domicilio eletto presso lo...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 luglio 2015, n. 30436. Il ricorso alla violenza, fosse pure per scopi “formativi”, è radicalmente incompatibile con il concetto di educazione cui oggi deve intendersi riferito l’art.571 c.p.. Il padre che reiteratamente percuote il figlio per educarlo, procurandogli lesioni gravi, risponde dunque del più grave reato di maltrattamenti in concorso con quello di lesioni aggravate

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 14 luglio 2015, n. 30436 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. CARCANO Domenico – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 14 luglio 2015, n. 30371. Ove all’indagato si contesti di aver agito come socio occulto di società utilizzate quali schermi, per realizzare plurimi reati finanziari, non appare conferente l’adozione di una misura che presuppone, al contrario, che il soggetto agente assuma formalmente l’ufficio direttivo di persone giuridiche ed imprese

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 14 luglio 2015, n. 30371 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. D’ISA Claudio – Presidente Dott. BIANCHINI Luisa – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – rel. Consigliere Dott. SERRAO...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 luglio 2015, n. 14302. Si considera pienamente legittimo il licenziamento del dipendente che si rifiuti di far installare sul proprio computer l’apposito programma per poter operare anche on line

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 luglio 2015, n. 14302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DORONZO Adriana...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 luglio 2015, n. 14301. In tema di mobbing, una volta accertata la sussistenza dei fatti astrattamente idonei alla sua configurazione, non è poi possibile in sede di legittimità operare una diversa valutazione relativa al carattere mobbizzante del comportamento datoriale ed agli effetti dannosi prodotti sul lavoratore

Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 luglio 2015, n. 14301 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. DORONZO Adriana...