Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 settembre 2015, n. 17752 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. BURSESE Gaetano Antonio – rel. Consigliere Dott. NUZZO Laurenza – Consigliere Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott....
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 settembre 2015, n. 18878. In materia di arricchimento senza causa, perché possa configurarsi il diritto all’indennizzo ex art. 2041 c.c., è necessario che l’impoverimento e l’arricchimento derivino, in via immediata, dal medesimo fatto causativo, così aderendosi alla c.d. teoria del fatto unico (cui si contrappone la c.d. teoria della causalità storica), con la conseguenza che il fondamento dell’indennizzo viene meno qualora lo spostamento patrimoniale, pur se ingiustificato, tra due soggetti sia determinato da una successione di fatti che hanno inciso su due diverse situazioni patrimoniali soggettive, in modo del tutto indipendente l’uno dall’altro. Sono pertanto esclusi i casi di cosiddetto arricchimento indiretto, nei quali l’arricchimento è realizzato da persona diversa rispetto a quella cui era destinata la prestazione dell’impoverito, pur ritenendosi, tuttavia, che, avendo l’azione di ingiustificato arricchimento uno scopo di equità, il suo esercizio deve ammettersi anche nel caso di arricchimento indiretto nei soli casi in cui lo stesso sia stato realizzato dalla P.A., in conseguenza della prestazione resa dall’impoverito ad un ente pubblico, ovvero sia stato conseguito dal terzo a titolo gratuito
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 24 settembre 2015, n. 18878 Ritenuto in fatto Con atto di citazione notificato il 30 maggio 2005, Bo.Fr. esponeva che in data (OMISSIS) si era verificata una perdita d’acqua dalle tubazioni dell’appartamento di sua proprietà, che aveva danneggiato il bagno dell’appartamento sottostante, di proprietà di B.G. ; il...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 settembre 2015, n. 18473. Nelle controversie soggette al rito del lavoro (come quelle in materia agraria), il termine di dieci giorni assegnato all’appellante per la notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell’udienza di discussione (art. 435, comma 2, cod. proc. civ.) non è perentorio e, pertanto, la sua inosservanza non comporta decadenza, sempre che resti garantito (come nel caso all’esame) all’appellato lo spatium deliberandi non inferiore a venticinque giorni prima dell’udienza di discussione della causa (art. 435, comma 3, cod. proc. civ.), perché egli possa apprestare le proprie difese
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 21 settembre 2015, n. 18473 Svolgimento del processo La C.A.N. s.p.a. ricorre per cassazione, svolgendo otto motivi, avverso la sentenza n. 2921 del 13 luglio 2011 della Corte di appello di Roma, sez. specializzata agraria, dichiarativa dell’improcedibilità dell’appello avverso la sentenza n. 19909/2007 del Tribunale di Roma, sez....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 8 settembre 2015, n. 17777. In caso di licenziamento illegittimo, il ritardo nel pagamento dell’indennità sostitutiva, scelta dal lavoratore in luogo del reintegro, non può dar luogo ad alcun obbligo retributivo da parte del datore in quanto il rapporto di lavoro deve ritenersi estinto al momento dell’opzione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 8 settembre 2015, n. 17777 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. TRICOMI Irene...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 8 settembre 2015, n. 17773. Nell’ipotesi in cui l’INPS, abbia fornito all’assicurato, mediante il rilascio di estratti-conto assicurativi, contenenti risultanze di archivio e se pur privi sottoscrizione, una erronea indicazione in eccesso del numero dei contributi versati, solo apparentemente sufficienti a fruire di pensione di anzianità, il danno sofferto dall’interessato per la successiva interruzione del rapporto di lavoro per dimissioni e del versamento dei contributi, è riconducibile non già a responsabilità extracontrattuale, ma contrattuale
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 8 settembre 2015, n. 17773 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. COLETTI DE CESARE Gabriella – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2015, n. 17794. Il risarcimento del danno subito dal terzo in conseguenza della formazione da parte degli amministratori di un bilancio non veritiero presuppone la prova del nesso causale fra tale falsità e la decisione del terzo di concludere con la società il contratto da cui sia derivato il pregiudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 settembre 2015, n. 17794 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. NAZZICONE Loredana...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 settembre 2015, n. 17787. Al pari di tutti gli altri creditori, anche l’Amministrazione finanziaria è tenuta a rispettare il termine annuale ex art. 101 della legge fallimentare per la presentazione delle istanze tardive di insinuazione senza che i diversi e più lunghi termini previsti per la formazione dei ruoli e l’emissione delle cartelle possano costituire una esimente di carattere generale dal rispetto del predetto termine
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 settembre 2015, n. 17787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. FERRO Massimo – Consigliere Dott. NAZZICONE...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 18 settembre 2015, n. 38081. Il fatto che non sia stata contestata la più grave fattispecie di rapina, non esclude il nesso teleologico tra il reato contro la persona e quello contro il patrimonio, poiché la violenza sulla persona costituisce quanto meno una modalità accessoria, rispetto allo strappo, per realizzare l’impossessamento, attesa la contestualità dell’azione. Anzi, proprio la mancata contestazione del reato più grave esclude in radice il problema dell’eventuale applicazione del principio di specialità, in relazione all’aggravante teleologica di cui all’art. 61, n. 2, cod. pen.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 18 settembre 2015, n. 38081 Ritenuto in fatto Con sentenza del 4 giugno 2014 del GUP di Napoli, confermata il 1 dicembre 2014 dalla Corte d’appello della stessa città, S.G. era condannato per i delitti di furto con strappo, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, per la...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 16 settembre 2015, n. 37606. Sussiste la fattispecie di omicidio sorretto da dolo diretto ed alternativo, e non quello di lesioni personali, se il tipo di arma impiegata e specificamente l’idoneità offensiva della medesima, la sede corporea della vittima raggiunta dal colpo di arma e la profondità della ferita inferta inducano a ritenere la sussistenza, in capo all’agente, dell’animus necandi, con la conseguenza che risponde di omicidio con dolo diretto alternativo chi prevede e vuole, come scelta sostanzialmente equipollente, la morte o il grave ferimento della vittima
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I Sentenza 16 settembre 2015, n. 37606 Ritenuto in fatto 1. Poco dopo le ore 17,00 del 2 dicembre 2011 E.M.H. , dopo aver trascorso il pomeriggio in un bar insieme a tale G.M. , in stato di ubriachezza si poneva alla guida della autovettura di proprietà del...
Corte di Cassazione, sezione feriale, sentenza 4 settembre 2015, n. 35980. Il giudice chiamato a rideterminare in meglio la pena, a seguito della declaratoria di incostituzionalità della disciplina sanzionatoria delle sostanze stupefacenti, non può limitarsi, secondo la sentenza 35980/2015 della Corte di Cassazione, ad una operazione di ricalcolo matematico e proporzionale, essendo tenuto ad esercitare appieno i propri poteri valutativi disciplinati dall’articolo 133 c.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione feriale sentenza 4 settembre 2015, n. 35980 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE FERIALE PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BIANCHI Luisa – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. CAPUTO...