Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 18 novembre 2015, n. 23539 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROVELLI Luigi Antonio – Primo Presidente f.f. Dott. FINOCCHIARO Mario – Presidente di Sez. Dott. AMOROSO Giovanni – Presidente di Sez. Dott....
Categoria: Sezioni Diritto
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 novembre 2015, n. 23800. In tema di trattamento di fine rapporto – premesso che la nozione di retribuzione accolta dall’art. 2120, comma 2, c.c., prescinde dalla ripetitività regolare e continua e dalla frequenza delle prestazioni e dei relativi compensi, i quali vanno esclusi dalla base di calcolo del trattamento di fine rapporto solo in quanto sporadici ed occasionali – il premio fedeltà erogato al lavoratore, salva diversa ed espressa previsione dei contratti collettivi, è computabile nella base di calcolo ai fini della determinazione del trattamento medesimo, trovando la propria fonte di riferimento nella protrazione dell’attività lavorativa per un certo tempo ed essendo rigorosamente collegato allo svolgimento del rapporto di lavoro, anche se non alla effettiva prestazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 novembre 2015, n. 23800 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. TRICOMI Irene...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 23 novembre 2015, n. 23838. In tema di demansionamento e di dequalificazione, il riconoscimento del diritto del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico o esistenziale, che asseritamente ne deriva – non ricorrendo automaticamente in tutti i casi di inadempimento datoriale – non può prescindere da una specifica allegazione, nel ricorso introduttivo del giudizio, sulla natura e sulle caratteristiche del pregiudizio medesimo; mentre il risarcimento del danno biologico è subordinato all’esistenza di una lesione dell’integrità psico-fisica medicalmente accertabile, il danno esistenziale – da intendere come ogni pregiudizio (di natura non meramente emotiva ed interiore, ma oggettivamente accertabile) provocato sul fare areddittuale del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all’espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno – va dimostrato in giudizio con tutti i mezzi consentiti dall’ordinamento, assumendo peraltro precipuo rilievo la prova per presunzioni, per cui dalla complessiva valutazione di precisi elementi dedotti (caratteristiche, durata, gravità, conoscibilità all’interno ed all’esterno del luogo di lavoro dell’operata dequalificazione, frustrazione di precisate e ragionevoli aspettative di progressione professionale, eventuali reazioni poste in essere nei confronti del datore comprovanti l’avvenuta lesione dell’interesse relazionale, effetti negativi dispiegati nelle abitudini di vita del soggetto) – il cui artificioso isolamento si risolverebbe in una lacuna del procedimento logico – si possa, attraverso un prudente apprezzamento, coerentemente risalire al fatto ignoto, ossia all’esistenza del danno, facendo ricorso, ai sensi dell’art. 115 cod. proc. civ., a quelle nozioni generali derivanti dall’esperienza, delle quali ci si serve nel ragionamento presuntivo e nella valutazione delle prove
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 23 novembre 2015, n. 23838 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – rel. Consigliere Dott. DORONZO Adriana...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 27 novembre 2015, n. 24300. In tema di opposizione avverso preavviso di fermo amministrativo disposto a seguito di omesso pagamento di cartelle esattoriali per crediti previdenziali, il destinatario dell’atto è legittimato a fare affidamento sulle conoscenze trasmessegli mediante l’atto medesimo, talché incorre in errore scusabile nel caso in cui abbia proposto impugnazione nel termine in esso indicato, ancorché non corrispondente al termine risultante dalla qualificazione data dal giudice all’impugnazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 27 novembre 2015, n. 24300 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia –...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 gennaio 2016, n. 336. La liquidazione del danno morale iure proprio sofferto per il decesso di un familiare causato del fatto illecito altrui (nella specie per sinistro stradale) sfugge necessariamente ad una previa valutazione analitica e resta affidata ad apprezzamenti discrezionali ed equitativi del giudice di merito, come tali non sindacabili in sede di legittimità, perché, nonostante l’inquadramento del diritto all’integrità psicofisica della persona nell’ambito esclusivo del combinato disposto degli artt. 2059 c.c. e 32 Cost. (nonché delle altre norme costituzionali poste a presidio della detta integrità personale), rimangono validi tutti i principi generali elaborati in tema di quantificazione del danno morale, oltre che di quello biologico
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 13 gennaio 2016, n. 336 Ritenuto in fatto Con atto di citazione notificato il 12 febbraio 2001 V.A.M. in R. , R.E. e R.C. convennero in giudizio B.G. , D.A. e le compagnie assicuratrici Axa Assicurazioni spa e Sai Assicurazione (ora Fondiaria – Sai) dinanzi al Tribunale di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 15 gennaio 2016, n. 612. In nessuna delle disposizioni articoli 6 lett. d) legge n. 1/1991, 17 lett. b) D.Lgs. n. 415/96, 21 lett. b) D.Lgs. n. 58/98, 28 e 29 delibera Consob n. 11522/98 si prescrive che l’intermediario debba rilasciare attestazione al cliente anche degli ordini di negoziazione ricevuti telefonicamente: l’attestazione è prevista dal regolamento Consob n. 11522/98 (la normativa anteriore non conteneva neppure tale previsione) solo per l’ipotesi di ordini rilasciati presso la sede legale della banca o le proprie dipendenze. In linea generale, non merita condivisione la tesi secondo la quale la prescritta modalità di registrazione dell’ordine conferito telefonicamente dovrebbe qualificarsi come requisito di forma, sia pure ad probationem, dell’ordine di acquisto o vendita in tal modo conferito all’intermediario, tale da precludere, in mancanza, ogni altra prova. Premesso che la normativa primaria contenuta nel T.U.F. (D.Lgs.n.58/1998) non contiene alcuna prescrizione di forma per gli ordini conferiti dal cliente in attuazione del c.d. contratto-quadro relativo ai servizi di negoziazione, bensì solo per quest’ultimo, e che quindi del tutto incongruo sarebbe il ritenere che una siffatta prescrizione fosse stata introdotta solo con la normativa regolamentare di cui alle disposizioni richiamate in ricorso, deve d’altra parte considerarsi come il significato attribuibile al testo di tali disposizioni (in particolare dell’art. 60 reg. n. 11522/98 che per primo ha introdotto la previsione della registrazione), nella misura in cui si limita ad indicare agli intermediari una condotta da tenere in determinati casi, appare piuttosto da collegare con uno strumento atto a garantire agli intermediari, mediante l’oggettivo ed immediato riscontro della volontà manifestata dal cliente, l’esonero da ogni responsabilità in ordine all’operazione da compiere. Deve dunque escludersi che con tali disposizioni regolamentari si sia introdotta un mezzo esclusivo di prova dell’ordine conferito dal cliente, il che esclude anche l’applicabilità della preclusione dettata dall’art. 2725 cod.civ..
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 15 gennaio 2016, n. 612 Svolgimento del processo Con sentenza depositata il 26 aprile 2008, la Corte d’appello di Genova rigettava l’appello proposto da D.E.M. , F.I. , D.C.A. e D.G. , già titolari dal 1996 di un conto deposito titoli in custodia e amministrazione (dal quale erano...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 dicembre 2015, n. 49882. Il combinato disposto dei commi 6 e 8-bis del novellato art. 309 c.p.p. va interpretato nel senso che il soggetto detenuto (per via del provvedimento cautelare impugnato o per altra causa) o internato, o comunque sottoposto ad altra misura privativa o limitativa della libertà personale, il quale in tenda, anche per il tramite del suo difensore, esercitare il diritto di comparire personalmente all’udienza camerale, deve averne fatto richiesta nell’istanza di riesame
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 dicembre 2015, n. 49882 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente Dott. CASSANO Margherita – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel. Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere Dott. MAGI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 dicembre 2015, n. 49878. E’ pienamente valida la notifica dell’estratto contumaciale di una sentenza di appello fatta a mani del collega di studio del difensore domiciliatario, con la conseguenza che deve essere respinta, ai fini del gravame, la richiesta di restituzione in termini avanzata dal condannato da quest’ultimo assistito
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 dicembre 2015, n. 49878 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. BONITO Francesco M.S. – Consigliere Dott. CASSANO Margherit – rel. Consigliere Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 dicembre 2015, n. 49572. L’attenuante della minore gravità
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 dicembre 2015, n. 49572 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 dicembre 2015, n. 49659. Il sequestro probatorio disposto su iniziativa della polizia giudiziaria deve essere convalidato solo qualora il decreto del p.m. sia oggettivamente indeterminato facendo un generico richiamo a quanto rinvenuto in sede di perquisizione senza indicare l’oggetto specifico della misura, presupposto essenziale per la qualificazione dei beni come corpo e/o di pertinenza del reato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 dicembre 2015, n. 49659 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere...