Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 ottobre 2014, n. 41190 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. FUMO Maurizi – rel. Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. MICHELI...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 ottobre 2014, n. 41120. L'individuazione del contenuto delle prescrizioni accessorie di una misura cautelare deve avvenire in base al principio del favor rei, nel senso che laddove un comportamento non sia espressamente vietato esso deve ritenersi consentito, atteso che l'imposizione della misura costituisce comunque una deroga al principio di inviolabilità della libertà personale che per previsione costituzionale non ammette restrizione se non nei casi e modi previsti per legge (art. 13, comma 2, Cost.)
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 ottobre 2014, n. 41120 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio S. – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40972. Non escluda la responsabilità penale ex art. 570, comma 2, n.2 il mero accollarsi le rate del mutuo contratto per acquistare la casa di residenza del figlio minore. É inoltre negato ogni valore esimente all'eventualità che il minore, attraverso l'ausilio dell'altro coniuge e/o di ulteriori congiunti, comunque reperisca i mezzi di sussistenza, la cui nozione viene mantenuta differenziata da quelle più ampie di "obbligo alimentare" ed "obbligo di mantenimento
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 ottobre 2014, n. 40972 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GARRIBBA Tito – Presidente Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. LEO Guglielm – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40781. Il soggetto che si “limiti” a scaricare dal telefonino sul proprio pc i rapporti sessuali avuti con minorenni non è imputabile del reato di pornografia minorile (articolo 600-ter del cp).
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 ottobre 2014, n. 40781 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. SAVINO Mariapia Gaetan – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40827. In tema di modalità di trasmissione della nomina di difensore, l'articolo 96, comma 2, c.p.p. appare scontare il peso del tempo e ben può essere interpretato in senso estensivo, tenendo conto delle nuove e sempre più diffuse modalità di spedizione delle comunicazioni. Ne consegue che ben si possa ritenere valida una nomina di difensore di fiducia effettuata con modalità di spedizione di una missiva che siano del tutto equiparabili a quelle dell'invio di una raccomandata, quale la spedizione a mezzo corriere espresso dhl
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 ottobre 2014, n. 40827 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IANNELLI Enzo – Presidente Dott. CASUCCI Giuliano – Consigliere Dott. MACCHIA Alberto – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 ottobre 2014, n. 40527. L'amministratore della società risponde sempre e comunque per i reati imputabili all'impresa.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 ottobre 2014, n. 40527 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. SAVINO Mariapia – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 ottobre 2014, n. 42825. Per l'esimente della provocazione, il concetto di immediatezza, espresso dall'art. 599, secondo comma cod. pen., con la locuzione avverbiale "subito dopo", pur nella elasticità con cui deve essere interpretato in relazione a ciascuna fattispecie, non può comunque trascurare il nesso eziologico tra fatto ingiusto e stato d'ira.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 ottobre 2014, n. 42825 Ritenuto in fatto 1. II Tribunale di Messina, con sentenza del 31/5/2012, in parziale riforma di quella emessa dal locale Giudice di pace, appellata dalla sola parte civile, ha condannato S.G. al risarcimento dei danni patiti da B.F., parte offesa del reato di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 ottobre 2014, n. 42806. La tutela predisposta dall'art. 614, c.p., presupponga la legittimità del titolo in virtù del quale si instaura il rapporto di relazione tra un soggetto e la sua abitazione o altro luogo ad essa equiparabile; pertanto, le vicende del titolo che giustifica la proprietà, il possesso o la detenzione dell'immobile incidono sul diritto all'inviolabilità del domicilio, che, non può mai essere invocato ogniqualvolta sia venuto meno legittimamente il titolo che giustifica la relazione instaurata tra il soggetto e la res. Il legittimo esercizio dello ius excludendi, proprio in ragione della definizione di domicilio quale luogo di privata dimora dove si esplica liberamente la personalità del singolo, presuppone necessariamente l'esistenza di una reale situazione di fatto che colleghi in maniera sufficientemente stabile il soggetto allo spazio fisico in cui si esplica la sua personalità, secondo l'ottica, fatta propria, peraltro, dal costante orientamento della giurisprudenza di legittimità, di privilegiare l'effettivo rapporto tra il soggetto ed il luogo dove si esplica la sua personalità
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 ottobre 2014, n. 42806 Fatto e diritto 1. Con sentenza pronunciata il 10.7.2013 la corte di appello di Genova confermava la sentenza con cui il tribunale di Genova, in data 18.2.2013, aveva condannato Z.D.C. , alla pena, ritenuta di giustizia, in relazione ai delitti di cui agli...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 settembre 2014, n. 40329. Per aversi disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone punito ai sensi dell'art. 659 c.p. è necessario che i rumori, gli schiamazzi e le altre fonti sonore indicate nella norma superino la normale tollerabilità ed abbiano attitudine a disturbare un numero indeterminato di persone.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 settembre 2014, n. 40329 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. GENTILI Andrea...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40829. L’aggravante dell'aver agito con crudeltà verso la persona, di cui all'art. 61 n. 4 cod. pen., avendo natura soggettiva, richiede che la condotta dell'agente sia connotata da modalità tali da rendere evidente la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive che esulano dal normale processo di causazione dell'evento e che costituiscono un quid pluris rispetto all'attività necessaria ai fini della consumazione dei reato, rendendo la condotta stessa particolarmente riprovevole per la gratuità e superfluità dei patimenti cagionati alla vittima con un'azione efferata, rivelatrice di un'indole malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà, con la conseguenza che l'aggravante non può ravvisarsi – di norma – nella mera reiterazione dei colpi inferti alla vittima se tale azione, in quanto connessa alla natura del mezzo usato per conseguire l'effetto delittuoso, non eccede i limiti della normalità causale rispetto all'evento e non trasmoda in una manifestazione di efferatezza; anche la reiterazione dei colpi che hanno attinto la vittima può essere in concreto significativa di una condotta idonea a integrare l'aggravante, allorché essa non sia meramente funzionale al delitto, ma costituisca espressione – in puntuale coerenza all'orientamento sopra citato – della volontà dell'agente di infliggere sofferenze che esulano dal normale processo di causazione dell'evento morte.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 2 ottobre 2014, n. 40829 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 3.05.2013 la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la sentenza pronunciata il 2.03.2012 con cui il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Aosta, all’esito di giudizio abbreviato, aveva condannato l’imputato G.R., concesse le attenuanti...