Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 10 luglio 2015, n. 29800 Ritenuto in fatto S.M. ricorre avverso la sentenza di cui in epigrafe che, confermando quella di primo grado, resa in esito a giudizio abbreviato, l’ha riconosciuta colpevole del reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente del tipo metanfetamina [shaboo o ice] [grammi 7,5...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 luglio 2015, n. 29859. E’ configurabile il delitto di “stalking” quando, come previsto dall’articolo 612 bis cod.pen., comma 1, il comportamento minaccioso o molesto di taluno, posto in essere con condotte reiterate, abbia cagionato nella vittima o un grave e perdurante stato di turbamento emotivo ovvero abbia ingenerato un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero ancora abbia costretto lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita, bastando, inoltre, ad integrare la reiterazione quale elemento costitutivo del suddetto reato come dianzi affermato, anche due sole condotte di minaccia o di molestia. Trattasi, in tutta evidenza, di un reato che prevede eventi alternativi, la realizzazione di ciascuno dei quali è, dunque, idonea ad integrarlo, dovendosi, in particolare, intendere per alterazione delle proprie abitudini di vita, ogni mutamento significativo e protratto per un apprezzabile lasso di tempo dell’ordinaria gestione della vita quotidiana, indotto nella vittima, come nel caso in esame, dalla condotta persecutoria altrui (quali danneggiamenti e atti idonei a provocare lesioni), finalizzato ad evitare l’ingerenza nella propria vita privata del molestatore
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 luglio 2015, n. 29859 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Brescia, con sentenza del 31 ottobre 2014, ha confermato la sentenza del Tribunale di Brescia dell’11 aprile 2014 che aveva condannato N.Y. per il delitto di atti persecutori in danno dell’ex compagna e madre...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 giugno 2015, n. 26517. Il giudizio sul fumus commissi delicti, che giustifica il sequestro preventivo in vista della confisca, non si accontenta dell’astratta configurabilità del reato e impone al giudice di valutare le concrete risultanze processuali insieme con gli elementi forniti dalle parti e di indicare le ragioni a sostegno di un giudizio prognostico negativo sull’indagato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 giugno 2015, n. 26517 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. GAZZARA...
Corte Costituzionale, sentenza n. 139 del 9 luglio 2015. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 517 del codice di procedura penale, nella parte in cui, nel caso di contestazione di una circostanza aggravante che già risultava dagli atti di indagine al momento dell’esercizio dell’azione penale, non prevede la facoltà dell’imputato di richiedere al giudice del dibattimento il giudizio abbreviato relativamente al reato oggetto della nuova contestazione
Sentenza 139/2015 Giudizio Presidente CARTABIA – Redattore FRIGO Udienza Pubblica del 26/05/2015 Decisione del 26/05/2015 Deposito del 09/07/2015 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 517 del codice di procedura penale. Massime: Atti decisi: ordd. 218/2014 e 13/2015 SENTENZA N. 139 ANNO 2015 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 luglio 2015, n. 28820. Per la configurabilità del reato previsto dall’art. 132 D.Lgs. 1 settembre 1993 n. 385 (esercizio abusivo dell’attività finanziaria) è sufficiente l’erogazione anche di un solo finanziamento in violazione dell’obbligo di iscrizione negli elenchi di cui agli artt. 106 e 113 del T.U. e che tale finanziamento sia rivolto ad una cerchia anche ristretta di persone. Infatti il reato non richiede per il suo perfezionamento né l’abitualità né che l’offerta sia rivolta al pubblico
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 luglio 2015, n. 28820 Motivi della decisione D.V.L.O.S. , indagato per la violazione degli artt. 110, 644, 81 cpv. c.p. e 132 tu 1. bancaria, tramite il difensore, ricorre per Cassazione avverso l’ordinanza 31.10.2014 con la quale il Tribunale del riesame di Lecce ha confermato la misura...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 7 luglio 2015, n. 28827. In tema di durata della custodia cautelare, l’astensione dei difensori dalle udienze, proclamato in conformità del codice di autoregolamentazione e prontamente comunicato al giudice, costituendo un esercizio di un diritto di libertà, determina la sospensione dei termini di durata della custodia cautelare ex art. 304, comma primo, lett. a) cod. proc. pen., con la conseguenza che nel computo del limite temporale massimo, pari al doppio dei termini di fase, deve tenersi conto anche del periodo relativo al rinvio della udienza; a) L’astensione del difensore dalle udienze, in adesione a disposizione indette dalle organizzazioni professionali di categoria, non è riconducibile nell’ambito dell’istituto del legittimo impedimento, perché è espressione dell’esercizio di un diritto di libertà il cui corretto esercizio, attuato in ottemperanza a tutte le prescrizione formali e sostanziali indicate dalla pluralità delle fonti regolatrici, impone il rinvio dell’udienza (anche delle udienze camerali); b) L’astensione del difensore dall’attività di udienza quale condotta susseguente all’adesione alle iniziative di categoria professionale ed in quanto esercizio di un diritto, rientra fra le ipotesi di cui all’art. 304 I^ comma lett. a) c.p.p. ; c) L’ipotesi di cui all’art. 304 I^ comma lett. a) cod.proc.pen. prevede la sospensione dei termini di custodia cautelare, con il limite massimo previsto dal VI comma del doppio dei termini di fase
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 7 luglio 2015, n. 28827 Motivi della decisione A.A., imputato della violazione dell’art. 416 bis c.p., in atti sottoposto al regime della carcerazione preventiva, tramite il difensore ricorre per Cassazione avverso l’ordinanza 9.10.2014 con la quale il Tribunale di Catanzaro, giudicando in fase di appello ex art. 3...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 luglio 2015, n. 29065. Con riferimento alla tipologia dei reati a consumazione prolungata, il furto di energia elettrica rientra tra i delitti a consumazione prolungata (o a condotta frazionata), perché l’evento continua a prodursi nel tempo, sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva, e spostano in avanti la cessazione della consumazione fino all’ultimo prelievo. Nel caso in esame è ipotizzato il reato di truffa aggravata in danno di ente pubblico conseguente alla percezione di assegno di accompagnamento conseguente ad artifici e raggiri. Trattandosi di reato a consumazione prolungata il reato è flagrante in relazione ad ogni singola percezione di danaro.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 luglio 2015, n. 29065 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 3.12.2014 il G.I.P. del Tribunale di Velletri non convalidò l’arresto in flagranza di S.M. per il reato di cui all’art. 640 comma 1 e 2 n. i cod. pen. ritenendo che per la convalida dell’arresto deve...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 luglio 2015, n. 29093. Ai fini della configurazione dei reato di violazione di domicilio, il concetto di privata dimora è più ampio di quello di casa d’abitazione, comprendendo ogni altro luogo che, pur non essendo destinato a casa di abitazione, venga usato, anche in modo transitorio e contingente, per lo svolgimento di una attività personale rientrante nella larga accezione di libertà domestica, ossia tutti quei luoghi che, oltre all’abitazione, assolvano alla funzione di proteggere la vita privata e che siano perciò destinati al riposo, all’alimentazione, alle occupazioni professionali e all’attività di svago. Nella specie un luogo destinato ad attività culturale presuppone un soggiorno che, per quanto breve, ha comunque una certa durata, tale da far ritenere apprezzabile l’esplicazione di vita privata che vi si svolge, pienamente rientrante nella fattispecie in esame.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 luglio 2015, n. 29093 Ritenuto in fatto Con sentenza in data 18.4.2013 la Corte di Appello di Milano confermava la sentenza del Tribunale di Como dei 26.4.2012 con la quale C.L., Sindaco dei Comune di Locate Varesino, era stato condannato alla pena di mesi otto di reclusione,...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 25 giugno 2015, n. 26840. I comportamenti che incidono sulla formazione del bando di gara che venga successivamente emesso, devono essere inquadrati nella fattispecie prevista dall’art. 353 c.p., a nulla rilevando che gli stessi sono stati posti in essere nel periodo precedente all’introduzione dell’art. 353 bis c.p., fattispecie che trova applicazione in relazione a tutti i comportamenti diretti alla manipolazione del bando di gara nei casi in cui questa non venga successivamente bandita, purché il procedimento amministrativo abbia avuto origine
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 25 giugno 2015, n. 26840 Considerato in fatto B.G. (mediatore), L.C. (direttore regionale presso l’assessorato alla sanità della regione (OMISSIS)), N.D. (responsabile dell’unità operativa di cardiologia dell’ospedale di (…) e direttore scientifico del progetto (omissis)), D.P.S.M. (già presidente di due società del gruppo General electric company), in concorso...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 9 giugno 2015, n. 24535. Ai fini della configurabilità del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, la forza intimidatrice espressa dal vincolo associativo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 9 giugno 2015, n. 24535 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott....