SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI Sentenza 18 febbraio 2016, n. 6677 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza emessa in data 13 ottobre 2015 il Tribunale dei riesame di Torino ha confermato l’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare n carcere emessa dal G.i.p. presso il Tribunale di Torino il 20 settembre 2015 nei confronti...
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 marzo 2016, n. 9221. Ai fini dell’integrazione del reato di atti persecutori ex art. 612 bis c.p. sono sufficienti anche due sole condotte assillanti in successione tra loro, capaci di arrecare un effettivo pregiudizio alla persona cui sono dirette, purché il comportamento della vittima si frapponga come ostacolo invalicabile alle molestie del soggetto agente. Ne consegue che laddove il comportamento del soggetto passivo in qualche modo assecondi il comportamento del soggetto agente, viene meno il requisito indispensabile del mutamento radicale delle proprie abitudini e la situazione di ansia che segna in modo irreversibile la vita della vittima
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 7 marzo 2016, n. 9221 Ritenuto in fatto 1.1 Con ordinanza del 28 ottobre 2014 il Tribunale di Napoli – Sezione per il Riesame accoglieva la richiesta di riesame presentata nell’interesse di P.O. , soggetto indagato per i reati di cui agli artt. 612 bis e 6909 bis...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 16 febbraio 2016, n. 6367. L’avere riportato nella intestazione della sentenza un capo di imputazione del tutto diverso da quello oggetto della richiesta di rinvio e sul quale si era formato il consenso alla definizione con applicazione di pena nel corso dell’udienza preliminare, definizione culminata nel dispositivo letto in udienza dal giudice integra un mero errore materiale nella compilazione del documento-sentenza, errore al quale si può porre rimedio attraverso la procedura di correzione che non integra alcuna abnormità ovvero modifica incidente su aspetto valutativo e, pertanto, discrezionale della decisione giurisdizionale
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 16 febbraio 2016, n. 6367 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. GIORDANO E. – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuel – Consigliere Dott. BASSI A. – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 16 febbraio 2016, n. 6342. Il referto arbitrale è difficilmente interpretabile senza le delucidazioni di chi lo ha redatto, giacché “accanirsi” contro una persona può significare molte cose, tra cui ingiuriarla e minacciarla, ma anche attentare alla sua incolumità fisica; ne consegue che il disfavore con cui il giudice aveva valutato le dichiarazioni dei testi a difesa non appariva giustificata dal tenore del referto arbitrale, che dunque deve essere valutato insieme agli altri elementi di prova emersi dall’istruttoria, non potendo costituire esso solo la prova della “compiacenza” dei testimoni verso l’imputato
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 16 febbraio 2016, n. 6342 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SABEONE Gerardo – Presidente Dott. MORELLI Francesca – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. CAPUTO...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 7 marzo 2016, n. 9438. Il commesso giudiziario non rientra nelle categorie dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio, delineate dagli artt. 357 e 358 cod. pen. Essi di certo non esercitano una pubblica funzione amministrativa caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi. D’altro canto i loro compiti sono caratterizzati non solo dalla mancanza dei poteri tipici della pubblica funzione ma anche dal risolversi nello svolgimento di mansioni d’ordine e di prestazioni di opera meramente materiale. Quanto all’ipotesi dello svolgimento di mansioni eccedenti quelle assegnate, tali da far assumere al commesso giudiziario la qualità di funzionario di fatto o almeno di incaricato di pubblico servizio, deve rilevarsi come in effetti la veste soggettiva possa essere riconosciuta anche nel caso di esercizio di fatto delle relative funzioni. Difatti, anche con riguardo alla figura dei commesso di ufficio giudiziario, lo stesso può rivestire la qualifica soggettiva almeno di incaricato di pubblico servizio solo in relazione all’affidamento di fatto di mansioni ulterìori che vengano concretamente svolte
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 7 marzo 2016, n. 9438 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 24/9/2015 il G.U.P. del Tribunale di Napoli ha dichiarato non luogo a procedere per insussistenza dei fatto nei confronti di G.R., chiamato a rispondere del delitto di cui agli artt. 110, 81, 319 cod. pen., in...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 marzo 2016 n. 9513. Ai fini del riconoscimento dell’esimente della provocazione nei delitti contro l’onore, non è necessario che la reazione venga attuata nello stesso momento in cui sia ricevuta l’offesa, essendo sufficiente che essa abbia luogo finché duri lo stato d’ira suscitato dal fatto provocatorio, a nulla rilevando che sia trascorso del tempo, ove il ritardo nella reazione sia dipeso unicamente dalla natura e dalle esigenze proprie degli strumenti adoperati per ritorcere l’offesa
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 marzo 2016 n. 9513 Ritenuto in fatto 1. II Giudice di pace di Bologna, con sentenza confermata dal Tribunale, ha assolto Z.P., R.F. e V.G. dal reato minaccia loro ascritto perché il fatto non costituisce reato e dal reato di ingiuria – pure a loro contestato –...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8616. In caso di appalto acquisito a seguito di corruzione, non può definirsi illecito e dunque confiscabile il profitto conseguente da un’effettiva e corretta esecuzione delle prestazioni svolte in favore della controparte, pur in virtù di un contratto instaurato illegalmente; in tal caso il profitto confiscabile non va identificato con l’intero valore del rapporto sinallagmatico instaurato con la P.A., dovendosi in proposito distinguere il profitto direttamente derivato dall’illecito penale dal corrispettivo conseguito per l’effettiva e corretta erogazione delle prestazioni svolte in favore della stessa amministrazione, le quali non possono considerarsi automaticamente illecite in ragione dell’illiceità della causa remota
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 2 marzo 2016, n. 8616 Ritenuto in fatto Con il provvedimento in epigrafe, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano ha applicato, ai sensi dell’art. 444 cod. proc. pen., nei confronti di M.M. la pena di anni uno e mesi otto di reclusione, con pena...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 1 marzo 2016, n. 8328. La condotta di postare un commento sulla bacheca facebook realizza la pubblicizzazione e la diffusione di esso, per la idoneità del mezzo utilizzato a determinare la circolazione del commento tra un gruppo di persone, comunque, apprezzabile per composizione numerica, di guisa che, se offensivo tale commento, la relativa condotta rientra nella tipizzazione codicistica descritta dall’art. 595 c.p.p., comma 1 e 3
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 1 marzo 2016, n. 8328 Ritenuto in fatto 1.Con sentenza in data 18.12.2013 il G.U.P. del Tribunale di Palermo -revocato il decreto penale di condanna emesso nei confronti di M.M. in data 3.8.2012 – lo condannava alla pena di euro 1.500,00 di multa, con la diminuente del rito...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 febbraio 2016, n. 6118. È valida la notifica via Pec all’avvocato domiciliatario del decreto di citazione a giudizio diretto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 febbraio 2016, n. 6118 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. DI STASI...
DECRETO LEGISLATIVO 15 febbraio 2016, n. 29. Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2009/948/GAI del Consiglio, del 30 novembre 2009, sulla prevenzione e la risoluzione dei conflitti relativi all’esercizio della giurisdizione nei procedimenti penali
DECRETO LEGISLATIVO 15 febbraio 2016, n. 29 Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2009/948/GAI del Consiglio, del 30 novembre 2009, sulla prevenzione e la risoluzione dei conflitti relativi all’esercizio della giurisdizione nei procedimenti penali. (16G00037) (GU Serie Generale n.55 del 7-3-2016) note: Entrata in vigore del provvedimento: 22/03/2016