Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 marzo 2016, n. 8648 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUNO Paolo Antonio – Presidente Dott. SABEONE Gerardo – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – rel. Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott....
Categoria: Diritto Penale e Procedura Penale
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 marzo 2016, n. 8638. Tenuto conto del principio generale del favor conciliationis, cui è improntato il sistema normativo che regola il procedimento penale dinanzi al Giudice di Pace, e che esso è collocabile nell’ambito del più ampio principio della ragionevole durata dei processi, la mancata comparizione del querelante – previamente e chiaramente avvisato del fatto che l’eventuale successiva assenza possa essere interpretata come volontà di non perseguire nell’istanza di punizione – integra gli estremi della remissione tacita, sempre che lo stesso querelante abbia personalmente ricevuto detto avviso, non sussistano manifestazioni di segno opposto e nulla induca a dubitare che si tratti di perdurante assenza dovuta a libera e consapevole scelta
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 marzo 2016, n. 8638 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. CATENA Rossella – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – rel. Consigliere Dott. SCARLINI Enrico V.S. – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 marzo 2016, n. 8618. Per lo stesso fatto, non può procedersi a norma dell’art. 649 cod. proc. pen., la misura custodiale risulterebbe adottata in assenza di una delle condizioni di applicabilità previste dall’art. 273, secondo comma, cod. proc. pen., là dove stabilisce che nessuna misura può essere applicata se risulta che il fatto è stato compiuto in presenza di “una causa di non punibilità”, locuzione quest’ultima idonea a ricomprendere anche le cause di improcedibilità dell’azione penale, come è dato argomentare anche da quanto previsto dall’art. 129, primo comma, cod. proc. pen., che, nello stabilire l’obbligo della immediata declaratoria di determinate “cause di non punibilità”, ha riguardo anche alla mancanza di una condizione di procedibilità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 marzo 2016, n. 8618 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. TRONCI Andrea – Consigliere Dott. DI SALVO Emanuele – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 2 marzo 2016, n. 8401. Il delitto di cui all’art. 572 c.p., per fatti avvenuti prima della sua riforma avvenuta nel 2012 e nel 2013, è configurabile anche in danno di persona convivente more uxorio, quando si sia in presenza di un rapporto tendenzialmente stabile, sia pure naturale e di fatto, instaurato tra le due persone, con legami di reciproca assistenza e protezione e dal quale emerga un progetto di vita comune
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 2 marzo 2016, n. 8401 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GALLO Domenico – Presidente Dott. AGOSTINACCHIO Luigi – Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere Dott. TUTINELLI Vincenzo – Consigliere Dott. RECCHIONE Sandr...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 1 marzo 2016, n. 8383. Non è imputabile di guida in stato di allucinazione per aver assunto sostanze stupefacenti il soggetto che – una volta fermato – mostri di avere genericamente “un comportamento non adeguato per la guida di un veicolo”
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 1 marzo 2016, n. 8383 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IZZO Fausto – Presidente Dott. PICCIALLI Patrizia – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott. TANGA Antonio Leonard – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 febbraio 2016, n. 8186. Poiché l’art. 169, d. Igs. n. 42 del 2004 non contempla l’ordine di rimessione in pristino, ovvero la demolizione dell’abuso (invero prevista soltanto dall’art. 181, stesso decreto), ne deriva che, se per un verso è certa la competenza del pubblico ministero, per altro verso risulta quantomeno dubbio che la stessa autorità giudiziaria possa emettere un diretto ordine demolitorio nei termini di cui alla diversa ipotesi di cui all’art. 181 citato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 febbraio 2016, n. 8186 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RAMACCI Luca – Presidente Dott. SOCCI Angelo Matteo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. LIBERATI Giovanni – Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 febbraio 2016, n. 4961. In materia di impugnazione di misure cautelari personali, il termine per il deposito della motivazione dell’ordinanza del Tribunale del riesame decorre dalla data della deliberazione in camera di consiglio attestata nel dispositivo e non dalla eventuale diversa data del deposito in cancelleria del dispositivo medesimo. Precisazione a favore dell’indagato dopo che la legge 16 aprile 2015 n. 47, in vigore dall’8 maggio scorso, ha riformato l’articolo 309 comma 10 del c.p.p. introducendo un nuovo termine perentorio prima inesistente.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 febbraio 2016, n. 4961 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente Dott. PRESTIPINO Antonio – Consigliere Dott. DE CRESCIENZO Ugo – Consigliere Dott. RAGO Geppi – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 marzo 2016, n.9937. In tema di rapporti tra il reato di violenza sessuale e sequestro di persona l’unica possibilità di assorbimento del secondo reato nel primo è collegata al dato temporale dell’assoluta contestualità delle due condotte e al rapporto di strumentalità esistente tra di esse, nel senso che la limitazione della libertà di movimento della vittima è funzionale al compimento degli atti di costrizione attraverso cui si realizza la violenza sessuale, nei casi in cui sia perpetrata con violenza e non con minaccia. Ne consegue che il trasporto forzato della vittima nel luogo appartato in cui si consuma la violenza sessuale, sebbene preparatorio della stessa, costituisce lesione di un bene giuridico diverso e non sovrapponibile a quello della libertà sessuale, ossia la libertà di movimento, lesione suscettibile di concorrere con la violenza sessuale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 10 marzo 2016, n.9937 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 21/01/2015, depositata in data 13/05/2015, la Corte d’appello di GENOVA, confermava la sentenza del tribunale di GENOVA del 30/05/2014 che aveva condannato G.F. per il reato di violenza sessuale, lesioni aggravate e sequestro di persona ai...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 25 febbraio 2016, n. 7787. In tema di riparazione dell’errore giudiziario, il giudice nel procedimento di liquidazione del danno può utilizzare sia il criterio, risarcitorio, con riferimento ai danni patrimoniali e non patrimoniali, sia il criterio equitativo, limitandolo alle voci non esattamente quantificabili
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 25 febbraio 2016, n. 7787 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. D’ISA Claudio – rel. Consigliere Dott. IZZO Fausto – Consigliere Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. PEZZELLA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 febbraio 2016, n. 7285. Lo stato di “quasi-flagranza”, che rende legittimo l’arresto, ricorre anche nel caso in cui l’inseguimento da parte della polizia giudiziaria trovi causa non solo nella diretta percezione dei fatti da parte della polizia giudiziaria, ma anche nella denuncia della persona offesa o nelle indicazioni di terze persone
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 febbraio 2016, n. 7285 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. SETTEMBRE Antonio – rel. Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott....