Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 luglio 2014, n. 32725 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – rel. Consigliere Dott. CAPUTO...
Categoria: Diritto Fallimentare
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 luglio 2014, n. 32045. La falsificazione del bilancio societario non è sufficiente per provare l'esistenza della bancarotta fraudolenta documentale. Va infatti anche dimostrato che non è possibile addivenire in altro modo ad una ricostruzione del patrimonio del fallito.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 luglio 2014, n. 32045 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. PISTORELLI Luc – rel. Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 luglio 2014, n. 16739. Il decreto ingiuntivo acquista efficacia di giudicato sostanziale, idoneo a costituire titolo inoppugnabile per l'ammissione al passivo, soltanto a seguito della dichiarazione di esecutività ai sensi dell'art. 647 cod. proc.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 luglio 2014, n. 16739 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere...
Corte di cassazione, sezione I, sentenza 22 luglio 2014, n. 16652. nell'ipotesi di trasferimento dell'immobile oggetto del contratto di locazione per la cui revoca il curatore fallimentare abbia agito nei confronti del conduttore, non si verifica alcun fenomeno di successione ex articolo 111 c.p.c. perche' con la vendita forzata dell'immobile si trasferisce la locazione, nei limiti di opponibilita' previsti dall'articolo 2923 cod. civ., ma non certo il diritto, ricorrendone i presupposti, di farne dichiarare l'inefficacia; tale diritto, infatti, resta funzionalmente collegato con l'esecuzione collettiva
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 22 luglio 2014, n. 16652 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 14 luglio 2014, n. 16106. Ammissibile al passivo il credito il cui fatto genetico sia anteriore alla dichiarazione di fallimento Possono concorrere alla ripartizione dell'attivo fallimentare i titolari di diritti di credito che siano scaturiti da fatti costitutivi anteriori alla dichiarazione di fallimento, desumibile dagli artt. 44 e 55 della legge fallimentare, ritenendo ammissibile al passivo il credito il cui fatto genetico sia anteriore alla dichiarazione di fallimento.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 14 luglio 2014, n. 16106 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. CRISTIANO Magda – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 luglio 2014, n. 15605. Le rimesse sul conto corrente dell’imprenditore successivamente fallito sono legittimamente revocabili, ai sensi dell’art. 67 l.fall., quando il conto stesso risulti “scoperto” secondo il criterio del “saldo disponibile”, da determinarsi in ragione delle epoche di effettiva esecuzione di incassi ed erogazioni da parte della banca; pertanto, in presenza di operazioni di sconto di titoli cambiari con accredito del netto ricavo sul conto corrente, tale saldo va determinato considerando che il cliente acquista l’immediata disponibilità del denaro, accreditato sul conto corrente a fronte della cessione del credito verso terzi , e che l’eventuale mancato buon fine del titolo opera come condizione risolutiva del contratto.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 luglio 2014, n. 15605 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CECCHERINI Aldo – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DIDONE Antonio – Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo –...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 luglio 2014, n. 16740. Non sono revocabili le rimesse effettuate dal terzo fideiussore sul conto corrente dell'imprenditore, quando risulti che, attraverso la rimessa, il terzo non ha posto la somma nella disponibilità giuridica e materiale del debitore, ma – senza utilizzare una provvista del debitore e senza rivalersi nei suoi confronti prima del fallimento – ha adempiuto in qualità di terzo fideiussore l'obbligazione di garanzia nei confronti della banca creditrice. Né la modalità del pagamento determina, di per sé, l'acquisizione della disponibilità della somma da parte del titolare del conto corrente, perché essa è soltanto contabile ed è priva di autonomia rispetto all'estinzione del debito da parte del terzo, né la violazione della par condicio creditorum.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 luglio 2014, n. 16740 Svolgimento del processo 1. La Corte d’appello di Venezia ha accolto l’appello proposto da Veneto Banca scpa (ora Veneto Banca Holding scpa e prima ancora Veneto Banca scarl) avverso la sentenza del Tribunale di Vicenza con la quale era stata, a...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 luglio 2014, n. 16408. La presentazione dell’istanza di insinuazione del credito nel passivo fallimentare, equiparabile all’atto con cui si inizia un giudizio, determina l’interruzione della prescrizione del credito medesimo con effetti permanenti fino alla chiusura della procedura concorsuale, in applicazione del principio generale fissato dall’art. 2945, comma 2, c.c. e tale interruzione opera ai sensi dell’art. 1310, comma 1, c.c. anche nei confronti del condebitore solidale del fallito, pur se questi non abbia opposto, diversamente dagli altri condebitori solidali, il decreto ingiuntivo, sia pure con riferimento, per il predetto obbligato, al termine di prescrizione dell’actio iudicati.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 luglio 2014, n. 16408 Svolgimento del processo Nel 2006 U.M. conveniva in giudizio, dinanzi al Tribunale di Benevento, il Sanpaolo Imi S.p.A., proponendo opposizione avverso il precetto notificatole da tale istituto di credito e con il quale le era stato intimato il pagamento della somma di...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 giugno 2014, n. 12335. A seguito della riforma ad opera del Decreto Legislativo n. 40 del 2006, la nuova previsione dell'articolo 366 c.p.c., comma 1, n. 6, oltre a richiedere la "specifica" indicazione degli atti e documenti posti a fondamento del ricorso, esige che sia specificato in quale sede processuale il documento, pur individuato in ricorso, risulti prodotto. Tale puntuale indicazione, quando riguardi un documento prodotto in giudizio, postula che si individui dove sia stato prodotto nelle fasi di merito, e, in ragione dell'articolo 369 c.p.c., comma 2, n. 4, anche che esso sia prodotto in sede di legittimita', con la conseguenza che, in caso di omissione di tali adempimenti, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 giugno 2014, n. 12335 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. BERNABAI Renato – Consigliere Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – rel....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 26 giugno 2014, n. 14552. L'occultamento o la dissimulazione dell'attivo da parte di una società determina sempre la revoca dell'ammissione al concordato preventivo. Ciò che rileva, infatti, è il comportamento fraudolento del debitore e non la consumazione effettiva della frode
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 26 giugno 2014, n. 14552 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RORDORF Renato – est. Presidente Dott. BERNABAI Renato – rel. Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria –...