Diffamazione a mezzo stampa e la liquidazione equitativa del danno 
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Diffamazione a mezzo stampa e la liquidazione equitativa del danno 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|27 marzo 2024| n. 8248.

In tema diffamazione a mezzo stampa, al fine di garantire un'adeguata valutazione delle circostanze del caso concreto ed un'uniformità di giudizio in casi analoghi, il danno non patrimoniale deve essere liquidato, in via equitativa, secondo i criteri elaborati dal Tribunale di Milano, che prevedono, salva la possibilità di applicare dei correttivi alla luce della specifica situazione, parametri oggettivi e largamente diffusi, tra i quali: la notorietà del diffamante, la carica pubblica o il ruolo istituzionale o professionale eventualmente ricoperti dalla persona diffamata, la natura della condotta diffamatoria, l'esistenza di condotte diffamatorie singole o reiterate, lo spazio occupato dalla notizia diffamatoria, l'intensità dell'elemento psicologico in capo all'autore della diffamazione, il mezzo con cui è stata perpetrata la diffamazione e la sua diffusione, la risonanza mediatica suscitata dalle notizie, la natura e l'entità delle conseguenze sull'attività professionale e sulla vita del diffamato, la rettifica successiva o lo spazio dato a dichiarazioni correttive del diffamato.

Distanze legali delle costruzioni dalle vedute ed il diritto assoluto alla rimessione in pristino
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Distanze legali delle costruzioni dalle vedute ed il diritto assoluto alla rimessione in pristino

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|27 marzo 2024| n. 8283.

La distinzione tra norme integrative del codice civile, la cui violazione attribuisce al danneggiato il diritto alla demolizione, e norme non integrative la cui violazione non attribuisce un tale diritto, riguarda soltanto la disciplina dettata per regolare la distanza fra le costruzioni e non anche l'esercizio del diritto di veduta che ha natura giuridica e contenuto precettivo diverso. Pertanto ove quest'ultimo diritto venga violato, trattandosi di diritto reale assoluto, l'unico modo possibile di ripristinare la situazione legale è quello della rimessione nel pristino stato.

Conferimento effettuato in società mediante l’attribuzione di un diritto di vendita c.d. “put” della partecipazione sociale a prezzo predeterminato
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Conferimento effettuato in società mediante l’attribuzione di un diritto di vendita c.d. “put” della partecipazione sociale a prezzo predeterminato

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|25 marzo 2024| n. 7934.

È lecito e meritevole di tutela l’accordo negoziale concluso tra i soci di una società azionaria, con il quale l’uno, in occasione del finanziamento partecipativo così operato, si obblighi a manlevare l’altro dalle eventuali conseguenze negative del conferimento effettuato in società, mediante l’attribuzione del diritto di vendita (c.d. "put") entro un termine dato ed il corrispondente obbligo di acquisto della partecipazione sociale a prezzo predeterminato, pari a quello dell’acquisto, pur con l’aggiunta di interessi sull’importo dovuto e del rimborso dei versamenti operati nelle more in favore della società.

La revoca dell’assegnazione della casa familiare di proprietà esclusiva dell’altro ex coniuge costituisce sopravvenienza valutabile ai fini della revisione delle condizioni di divorzio
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La revoca dell’assegnazione della casa familiare di proprietà esclusiva dell’altro ex coniuge costituisce sopravvenienza valutabile ai fini della revisione delle condizioni di divorzio

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|25 marzo 2024| n. 7961.

In tema di divorzio, la revoca dell'assegnazione della casa familiare di proprietà esclusiva dell'altro ex coniuge costituisce sopravvenienza valutabile ai fini della revisione delle condizioni di divorzio, in quanto il relativo godimento, ancorché funzionale al mantenimento dell'ambiente familiare in favore dei figli, riveste valore economico tanto per l'assegnatario, che ne viene privato con la revoca, quanto per l'altro ex coniuge, che se ne avvantaggia attraverso il compimento di attività suscettibili di valutazione economica, che gli erano state precluse col provvedimento di assegnazione, potendo lo stesso andarvi ad abitare o concederla in locazione o impiegarla per la produzione di reddito.

Il principio di “non contestazione” ha riguardo solo ai fatti da accertare nel processo non alla qualificazione giuridica o all’interpretazione della disciplina
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Il principio di “non contestazione” ha riguardo solo ai fatti da accertare nel processo non alla qualificazione giuridica o all’interpretazione della disciplina

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|25 marzo 2024| n. 7945.

Il principio di “non contestazione” ha riguardo solo ai fatti da accertare nel processo non alla qualificazione giuridica o all’interpretazione della disciplina

Il principio di “non contestazione” ha riguardo solo ai fatti da accertare nel processo, non già ai documenti, o alle conclusioni ricostruttive desumibili dalla valutazione di documenti, anche se raggiunte in una perizia stragiudiziale, né a questioni che attengono allo svolgimento del processo, né tantomeno alla qualificazione giuridica o all’interpretazione della disciplina, legale o contrattuale, applicabile in relazione alla domanda, la cui cognizione rientra appunto nel potere-dovere del giudice. In particolare, tale principio si applica ai fatti costitutivi, modificativi od estintivi del diritto azionato, ma non anche alla contestazione del fatto costitutivo alla quale la controparte non abbia replicato

L’eccezione di estinzione della garanzia fideiussoria ha natura di eccezione propria
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L’eccezione di estinzione della garanzia fideiussoria ha natura di eccezione propria

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|25 marzo 2024| n. 8023.

L'eccezione di estinzione della garanzia fideiussoria ha natura di eccezione propria e non di mera difesa; ne consegue che la pretesa estinzione, per decorso del termine semestrale di decadenza previsto dall'art. 1957 c.c., in relazione a un contratto di locazione ad uso diverso da quello abitativo poi risolto, deve essere tempestivamente sollevata nel giudizio di primo grado, incidendo sul merito della titolarità dell'obbligazione dal lato passivo e non sulla legittimazione passiva.

Prestazione sanitaria resa in ambito di pronto soccorso e la valutazione della diligenza del medico
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Prestazione sanitaria resa in ambito di pronto soccorso e la valutazione della diligenza del medico

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|25 marzo 2024| n. 8036.

In caso di prestazione sanitaria resa in ambito di pronto soccorso, in presenza di una sintomatologia aspecifica del paziente, la valutazione della diligenza del medico deve essere operata avuto riguardo alla rapidità dell'inquadramento diagnostico e alla determinazione degli accertamenti indispensabili al pronto intervento per confermare la diagnosi e predisporre con speditezza le azioni per la risoluzione della patologia che ha determinato l'accesso al pronto soccorso.

Pagamento secondo scadenze mensili e l’essenzialità del termine 
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Pagamento secondo scadenze mensili e l’essenzialità del termine 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|25 marzo 2024| n. 8038.

Nei contratti di durata (come la locazione), in cui sono stabilite prestazioni di pagamento secondo scadenze mensili e non in un'unica soluzione, l'essenzialità del termine di ciascuna prestazione di pagamento deve essere espressamente prevista, in ossequio ai criteri di ermenuetica contrattuale sanciti dagli artt. 1362 e 1366 c.c.

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Responsabilità dell’amministratore ed il principio del cd. business judgement rule

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|25 marzo 2024| n. 8069.

In tema di responsabilità dell'amministratore per i danni cagionati alla società amministrata, il principio della insindacabilità del merito delle scelte di gestione (cd. business judgement rule), le quali possono eventualmente rilevare come giusta causa di revoca dell'amministratore, ma non come fonte di responsabilità contrattuale nei confronti della società, non si applica in presenza di irragionevolezza, imprudenza o arbitrarietà palese dell'iniziativa economica e, tantomeno, in caso di inequivoche violazioni di legge come, in particolare, nel caso di violazione di norme tributarie.

Quando nel ricorso per cassazione si deduce la nullità della consulenza tecnica d’ufficio
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Quando nel ricorso per cassazione si deduce la nullità della consulenza tecnica d’ufficio

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|25 marzo 2024| n. 8041.

La parte che, in sede di ricorso per cassazione, deduca la nullità della consulenza tecnica d’ufficio causata dall’utilizzazione di documenti irritualmente prodotti, ha l’onere di specificare, a pena di inammissibilità dell’impugnazione, il contenuto della documentazione di cui lamenta l’irregolare acquisizione e le ragioni per le quali la stessa sia stata decisiva nella valutazione del consulente tecnico d’ufficio