Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 maggio 2014, n. 11361 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – rel. Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – Consigliere Dott. STALLA...
Categoria: Diritto Civile e Procedura Civile
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 maggio 2014, n. 11897. Colui che paga un assegno non trasferibile a persona diversa dal prenditore o dal banchiere giratario per l'incasso, risponde del pagamento. Ove la banca girataria per incasso di assegno, munito di clausola di intrasferibilità, abbia eseguito il pagamento nei confronti di un soggetto non creditore , pur legittimato in modo apparente, essa è tenuta ad un nuovo pagamento nei confronti dell'effettivo e legittimo prenditore
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 maggio 2014, n. 11897 Svolgimento del processo Con citazione, notificata in data 11/12/2003, G.A.G. conveniva in giudizio la Banca Popolare di Sondrio, per sentirla condannare alla corresponsione della somma di €. 419.363,00, per illegittimo pagamento di propri assegni bancari non trasferibili al suo fiduciario P.P. Costituitosi regolarmente...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 maggio 2014, n. 10632. La pendenza di un processo esecutivo non incide sul decorso del termine ventennale durante il quale l'iscrizione di ipoteca conserva il suo effetto. Per cui, in caso di mancata rinnovazione, il titolare perde il privilegio rispetto agli altri creditori anche se il procedimento è in corso
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 maggio 2014, n. 10632 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. PETTI Giovanni Battista – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – rel. Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 maggio 2014, n. 12044. In tema di condizioni generali di contratto, l'elencazione contenuta nel secondo comma dell'art. 1341 c.c. ha carattere tassativo, di guisa che è ammessa l’interpretazione estensiva ma non quella analogica anche allorché la condizione è inserita in un capitolato speciale relativo ad appalto di opere pubbliche
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 maggio 2014, n. 12044 Svolgimento del processo 1. D.F.N. convenne in giudizio dinanzi al Giudice di pace di Napoli il Comune della stessa città, in persona del Sindaco pro tempore, onde sentir dichiarare detto Ente responsabile dell’incidente occorsole sulla pubblica via (…) in data (omissis) e per...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 22 maggio 2014, n. 11363. In tema di responsabilità medica da omessa diagnosi di neoplasia mammaria maligna. Concorso di colpe tra la struttura, che si avvale di un medico imperito, ed il medico stesso che omette di approfondire le analisi e di dare una diagnosi corretta.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza del 22 maggio 2014, n. 11363 Svolgimento del processo 1. Con citazione del 25 ottobre 1995 S.E. convenne dinanzi al tribunale di Roma la società Centro e chiedeva che fosse accertata la responsabilità professionale per la ritardata diagnosi del tumore mammario, con la condanna al risarcimento...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 27 maggio 2014, n. 11814. Condannato il Comune a pagare, in primo grado, la somma di € 250.000, oltre accessori, a titolo di risarcimento del danno subito da un cittadino per essere stato iscritto nel registro degli indagati ed aver ricevuto la notifica di un avviso di garanzia a causa del comportamento colposo dell'ente locale, che aveva trasmesso alla Procura della Repubblica i suoi dati anagrafici, anziché quelli del suo omonimo effettivamente coinvolto nell'indagine penale. Riformata la sentenza in appello, tenuto conto del breve lasso di tempo (di soli 16 giorni) intercorso fra l'iscrizione del leso nel registro degli indagati e la rettifica operata dalla Procura e della natura dei reati che gli erano stati contestati (lesioni personali e danneggiamento per aver dato uno schiaffo ad un conoscente, procurandogli la rottura degli occhiali), veniva liquidato il danno, in via equitativa, nella misura di € 16.000 oltre rivalutazione ed interessi dalla data della domanda. Respinto il ricorso in cassazione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 27 maggio 2014, n. 11814 Fatto e diritto E’ stata depositata la seguente relazione: 1) La Corte d’Appello di Bari, con sentenza del 21.4.2011, ha parzialmente accolto l’appello proposto dal Comune di San Ferdinando di Puglia contro la sentenza di primo grado, che aveva condannato l’appellante a pagare...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 maggio 2014, n. 10277. La parcella dell'avvocato corredata del parere dell'ordine è vincolante per il giudice in sede monitoria ma non anche nel giudizio di opposizione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 maggio 2014, n. 10277 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PICCIALLI Luigi – Presidente Dott. BURSESE Gaetano Antonio – rel. Consigliere Dott. MATERA Lina – Consigliere Dott. MANNA Felice – Consigliere Dott. CORRENTI...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 27 maggio 2014, n. 11797. L'accertamento del diritto all'assegno divorzile va effettuato verificando l'inadeguatezza dei mezzi del coniuge richiedente, raffrontati ad un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio e che sarebbe presumibilmente proseguito in caso di continuazione dello stesso o quale poteva legittimamente e ragionevolmente configurarsi sulla base di aspettative maturate nel corso del rapporto. A tal fine, il tenore di vita precedente deve desumersi dalle potenzialità economiche dei coniugi, ossia dall'ammontare complessivo dei loro redditi e dalle loro disponibilità patrimoniali e nella determinazione dell'assegno divorzile, i beni acquisiti per successione ereditaria dopo la separazione, ancorché non incidenti sulla valutazione del tenore di vita matrimoniale, perché intervenuta dopo la cessazione della convivenza, possono tuttavia essere presi in considerazione ai fini della valutazione della capacità economica del coniuge onerato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 27 maggio 2014, n. 11797 Fatto e diritto Rilevato che in data 21 novembre 2013 è stata depositata relazione ex art. 380 bis che qui si riporta senza sostanziali modifiche: 1. Il Tribunale di Milano, con sentenza del 9 luglio 2010, ha dichiarato la cessazione degli effetti civili...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 14 maggio 2014, n. 10606. Non si può aprire una porta per mettere in comunicazione due appartamenti di proprietà situati in condomini diversi, anche se separati soltanto da un muro condiviso. L'alterazione del muro perimetrale, infatti, realizza un uso indebito della cosa comune oltre a poter precostituire una servitù di passaggio
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 14 maggio 2014, n. 10606 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONESEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. NUZZO Laurenza – rel. Consigliere Dott. MANNA Felice – Consigliere Dott. GIUSTI Alberto – Consigliere Dott. FALASCHI Milena...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 maggio 2014, n. 11675. Nelle locazioni non abitative, in base all'art. 32 della legge n. 392 del 1978, così come novellato dall'art. 1, comma 9, sexies del d.l. 7 febbraio 1985, n. 12, convertito in legge 5 aprile 1985, n. 118, il locatore, solo in caso di conforme pattuizione con il conduttore e abilitato a (richiedere annualmente l'aggiornamento del canone per eventuali variazioni del potere di acquisto della moneta. Non risulta e non è stato neppure allegato che tale pattuizione fosse stata inserita nel contratto di locazione ad uso diverso concluso tra le parti. La richiesta di aggiornamento del canone da parte del locatore si pone come condizione per il sorgere del relativo diritto, con la conseguenza che il locatore stesso può pretendere il canone aggiornato solo dal momento di tale richiesta, senza che sia configurabile un suo diritto ad ottenere il pagamento degli arretrati, e ciò sia in caso di locazione di immobili ad uso non abitativo, giusta disposto dell'art. 32 della legge cosiddetto sull'equo canone, sia in caso di locazioni ad uso abitativo, ex art. 24 stessa legge
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 maggio 2014, n. 11675 Svolgimento del processo Tra P.M. , dante causa dei ricorrenti P.G. , P. , E. e R.E. e il Comune di Lecce esisteva un contratto di locazione relativo ad un edificio sito in (omissis) , adibito a plesso scolastico, contratto dichiarato risolto alla...