Consiglio di Stato sezione V sentenza 28 luglio 2014, n. 4020 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3845 del 2003, proposto da: Ma.Wa. e Za.Li., rappresentati e difesi dall’avvocato Gi.Mi., con domicilio eletto presso...
Categoria: Diritto Amministrativo
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 1 agosto 2014, n. 4105. Per mobbing deve intendersi una condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico complessa, continuata e protratta nel tempo, tenuta nei confronti di un lavoratore nell'ambiente di lavoro, che si manifesta con comportamenti intenzionalmente ostili, reiterati e sistematici, esorbitanti od incongrui rispetto all'ordinaria gestione del rapporto, espressivi di un disegno in realtà finalizzato alla persecuzione od alla vessazione del lavoratore, tale che ne consegua un effetto lesivo della sua salute psicofisica. Ai fini della configurabilità della condotta lesiva del datore di lavoro, deve essere accertata la presenza di una pluralità di elementi costitutivi, quali la molteplicità e globalità di comportamenti a carattere persecutorio, illeciti o anche di per sé leciti, posti in essere in modo miratamente sistematico e prolungato contro il dipendente secondo un disegno vessatorio; l'evento lesivo della salute psicofisica del dipendente; il nesso eziologico tra la condotta del datore o del superiore gerarchico e la lesione dell'integrità psicofisica del lavoratore ed, infine, la prova dell'elemento soggettivo, ovvero dell'intento persecutorio
Consiglio di Stato sezione III sentenza 1 agosto 2014, n. 4105 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA 1. sul ricorso numero di registro generale 6451 del 2012, proposto da: RO.SC., rappresentato e difeso dall’avv. Fe.Sc., con domicilio eletto presso Fe.Sc....
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 1 agosto 2014, n. 4121. Nessun giudizio di pericolosità sociale del richiedente deve precedere il rilascio dell'autorizzazione al porto d'armi, ma solamente un giudizio prognostico sull'affidabilità del soggetto e sull'assenza di rischio che egli possa abusare delle armi
Consiglio di Stato sezione III sentenza 1 agosto 2014, n. 4121 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5196 del 2009, proposto da: Ministero dell’Interno in persona del Ministro pro-tempore rappresentato e difeso per legge...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 2 luglio 2014, n. 3329. Esclusione legittima in tema di gara telematica quando un concorrente presenta file illeggibile. Compatibile con il principio del favor partecipationis in quanto “la gestione interamente informatizzata della procedura di gara ben può implicare l'esclusione dalla gara della domanda che risulti illeggibile per un guasto non dei comandi di trasmissione, ma dell’originazione del relativo file.”
Consiglio di Stato Sezione III Sentenza 2 luglio 2014, n. 3329 N. 03329/2014REG.PROV.COLL. N. 09460/2013 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso n. 9460/2013 RG, proposto dall’Agenzia regionale centrale acquisti – ARCA per la Lombardia, in persona del...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 1 agosto 2014, n. 4124. La retribuibilità delle mansioni superiori non incontra il limite dei sei mesi previsto dall'art. 121, comma 7, D.P.R. 28 novembre 1990, n. 384, posto che quest'ultima previsione normativa si limita a vietarne il rinnovo alla scadenza del periodo massimo di sei mesi, ma non preclude il riconoscimento della spettanza delle differenze retributive quando l'Amministrazione, contravvenendo a tale divieto, rinnovi l'incarico o permetta la prosecuzione dell'espletamento delle mansioni superiori anche oltre il tempo massimo previsto
Consiglio di Stato sezione III sentenza 1 agosto 2014, n. 4124 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4911 del 2009, proposto da: Se.Ra., rappresentato e difeso dall’avv. Ed.Ba., con domicilio eletto presso Ma.Ma. in...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 4 agosto 2014, n. 4157. In tema di abusi edilizi, sebbene gli effetti riconducibili alle speciali cause estintive rappresentate dal condono edilizio e dalla concessione in sanatoria siano analoghi, diversi sono i meccanismi di operatività, in quanto l'estinzione del reato per il rilascio del titolo edilizio in sanatoria, a differenza del cosiddetto condono edilizio, non consegue al pagamento di una somma a titolo di oblazione, ma si fonda sul rilascio della concessione sanante da parte dell'Autorità amministrativa, previo accertamento di conformità o di non contrasto delle opere abusive non assentite agli strumenti urbanistici vigenti, approvati o anche semplicemente adottati, nel momento della realizzazione ed in quello della richiesta. In maniera più esplicita, a differenza del condono edilizio di cui agli artt. 31 e ss. della L. n. 47 del 1985 che è disciplinato da norme speciali, consegue al pagamento di una somma a titolo di oblazione, è condizionato al rilascio di un mero nulla-osta paesaggistico da parte dell'amministrazione preposta alla tutela del relativo vincolo ove esistente ed è temporalmente vincolato per l'eventuale suo rilascio al periodo previsto dal legislatore al fine della presentazione della relativa domanda, la sanatoria di cui all'art. 36 del T.U. approvato con D.P.R. n. 380 del 2001 si fonda sul rilascio di un provvedimento abilitativo sanante da parte della competente Amministrazione, sempre possibile previo accertamento di conformità o di non contrasto delle opere abusive non assentite agli strumenti urbanistici vigenti nel momento della realizzazione e in quello della richiesta, previo accertamento di compatibilità paesaggistica nelle ipotesi in cui l'area sia assoggettata a vincolo paesaggistico e che è tassativamente limitato alle sole fattispecie contemplate dalla legge
Consiglio di Stato sezione V sentenza 4 agosto 2014, n. 4157 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 5863 del 2003, proposto da: VA.OR.OL, rappresentata e difesa dall’avv. Ca.Ra. e dall’avv. Fr.Ru.,...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 24 luglio 2014, n. 3952. La qualifica di pertinenza urbanistica è quindi applicabile soltanto ad opere di modesta entità e accessorie rispetto ad un'opera principale, quali ad esempio i piccoli manufatti per il contenimento di impianti tecnologici “et similia”, ma non anche opere che, dal punto di vista delle dimensioni e della funzione, si connotino per una propria autonomia rispetto all'opera cosiddetta principale e non siano coessenziali alla stessa, tale, cioè, che non ne risulti possibile alcuna diversa utilizzazione economica
Consiglio di Stato sezione V sentenza 24 luglio 2014, n. 3952 Fatto e diritto 1.- A seguito di accertamento dei tecnici dell’Ufficio controllo edilizio del Comune di Piove di Sacco è stata rilavata la realizzazione, da parte dei signori Adriano Benettello e Maria Boaretto, di un manufatto di circa mq. 33 realizzato, in assenza di...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 5 agosto 2014, n. 4165. Il principio di non aggravio del procedimento, secondo il quale non risulta logica l’imposizione, a pena di esclusione, dell’onere di produrre per la seconda volta, in sede di presentazione di offerta, la medesima documentazione già prodotta in occasione della prequalifica, non può trovare applicazione nel caso in cui in sede di prequalifica sia stata prodotta solo l’autocertificazione e debba, quindi, consentirsi il suo controllo tramite la necessaria documentazione attestante il possesso dei requisiti.
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 5 agosto 2014, n. 4165 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8246 del 2012, proposto da: Ge. Srl, Pr. Srl, Fe. Srl, in persona dei legali rappresentanti p.t.,...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 28 luglio 2014, n. 3999. La pretesa risarcitoria, conseguente all'annullamento di un atto illegittimo della P.A., non può trovare accoglimento qualora il vizio accertato non contenga alcuna valutazione definitiva in ordine al rapporto giuridico controverso, risolvendosi nel riscontro di una violazione del del provvedimento. Il risarcimento è in linea di principio subordinato alla dimostrazione, secondo un giudizio di prognosi formulato ex ante dell'effettiva spettanza in capo all'interessato del bene che viene ad essere colpevolmente inciso dai provvedimenti illegittimamente assunti dall'Amministrazione.
Consiglio di Stato sezione V sentenza 28 luglio 2014, n. 3999 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1126 del 2003, proposto dal signor Ri.Ra., rappresentato e difeso dagli avvocati Lu.To., Fi.Sa. e Ra.Ve.,...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza del 24 luglio, n. 3927. Sussiste la giurisdizione del G.A. nelle controversie aventi ad oggetto la graduatoria redatta a conclusione della procedura concorsuale indetta per la costituzione di rapporti parasubordinati, involgendo detto contenzioso valutazioni discrezionali (comparazione di titoli con attribuzione di punteggi e graduatoria finale) da parte dell'Amministrazione procedente nel conferimento degli incarichi. Nel caso in cui il rapporto di lavoro con una pubblica amministrazione sia qualificabile come rapporto di lavoro (rectius: di parasubordinazione), le controversie attinenti alla fase che precede la stipula della convenzione o del contratto, ove si riferiscano all'esercizio di un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione, rientrano nella giurisdizione di legittimità del giudice amministrativo, quale giudice naturale dell’esercizio del potere pubblicistico, che deve essere esercitato nel rispetto della normativa che disciplina tale attività amministrativa e che si sostanzia nella valutazione dei titoli e delle eventuali incompatibilità dei candidati e che culmina nella formazione della graduatoria. Al contrario, le controversie attinenti, una volta stipulata la convenzione o il contratto, allo svolgimento (o alla risoluzione) del rapporto di lavoro rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, atteso che il rapporto stesso, da ricondurre nell'ambito della categoria della parasubordinazione, attribuisce al lavoratore veri e propri diritti soggettivi.
CONSIGLIO DI STATo sezione V SENTENZA 24 luglio 2014, n.3927 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 38 del 2014, proposto da: Rosanna Alagia, rappresentata e difesa dall’avv. Salvatore Lacerra, con domicilio eletto presso l’avv. Biagio Sole in Roma, via Salaria, 290; contro Regione Basilicata, rappresentata e difesa dall’avv. Maurizio Roberto Brancati, con domicilio eletto...