Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 13 novembre 2013, n. 45616 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 18.1.2013 del Tribunale di Catania, V.S. e P.R. venivano dichiarati colpevoli del reato di cui all’art. 659 cod.pen. e venivano condannati alla pena di euro 300 di ammenda ciascuno, per avere, quali gestori del ristorante “Charleston”,...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 12 novembre 2013, n. 25441. La molestia possessoria può realizzarsi, anche senza tradursi in attività materiali, attraverso manifestazioni di volontà che devono – però – esprimere la ferma intenzione del dichiarante di tradurre in atto il suo proposito, mettendo in pericolo l’altrui possesso. Invece, se le manifestazioni di volontà – siano esse verbali o scritte – siano rivolte all’affermazione di un diritto proprio o alla negazione di un diritto altrui, senza far temere imminenti azioni materiali contrastanti con la situazione di possesso, non si è in presenza di molestia possessoria, bensì solo di espressioni intese ad evitare – se possibile – una controversia giudiziaria. La ricorrenza di una o dell’altra ipotesi rientra nella valutazione del giudice di merito, il cui accertamento – se adeguatamente motivato – sfugge al controllo di legittimità
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 12 novembre 2013, n. 25441 Svolgimento del processo Il Tribunale di Chieti con sentenza n. 381/03 rigettava il ricorso per manutenzione del possesso proposto da A..C. nei confronti del proprio zio, L..C. , che aveva spedito alla nipote, in data 23.11.200 un telegramma – ritenuto lesivo del possesso...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 novembre 2013, n. 25410. Due sposi convenivano davanti al Giudice di pace l’impresa individuale di Viaggi – presso la quale avevano acquistato i biglietti aerei di andata e ritorno per il loro viaggio di nozze in Thailandia – chiedendo il risarcimento dei danni per il fatto che, giunti a destinazione, l’Ufficio immigrazione thailandese negava l’ingresso alla moglie cittadina ecuadoregna, sequestrandole passaporto e il biglietto di viaggio. Addebitato all’Agenzia di non averli informati della necessità del visto, in violazione dei principi della Convenzione internazionale di Bruxelles del 1990 sui contratti di viaggio, ratificata in Italia con legge 27 dicembre 1977 n. 1081 (CCV); del d. lgs. 17 marzo 1995 n. 111 sui contratti del turismo e degli obblighi derivanti dal contratto di mandato, ivi incluso il dovere di buona fede e di protezione del cliente, anche nella veste di consumatore, come dal relativo Statuto.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 novembre 2013, n. 25410 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 3 novembre 2004 i coniugi E.G. e S.L. hanno convenuto davanti al Giudice di pace di Genova-Voltri l’impresa individuale G. Viaggi di E.G. – presso la quale avevano acquistato i biglietti aerei di andata...
Corte di Cassazione, sezione VI, tributaria sentenza n. 35353 dell’11 novembre 2013. La richiesta di rimborso relativa all’eccedenza d’imposta, risultata alla cessazione dell’attività, essendo regolata dal D.P.R. n. 633 del 1972, art. 30, comma 2. è soggetta al termine di prescrizione ordinario decennale e non a quello biennale di cui al D.lgs. n. 546 del 1992, art. 21 applicabile in via sussidiaria e residuale, in mancanza di disposizione specifiche; proprio perché l’attività non prosegue, non sarebbe infatti possibile portare l’eccedenza in detrazione l’anno successivo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI tributaria sentenza n. 35353 dell’11 novembre 2013 ORDINANZA Svolgimento del processo La controversia promossa da AT s.n.c. contro l’Agenzia delle Entrate è stata definita con la decisione in epigrafe, recante il rigetto dell’appello proposto dalla Agenzia contro la sentenza della CTP di Novara n. 38/1/2009 che aveva accolto il...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 novembre 2013, n. 25248. In tema di revocazione per ingratitudine della donazione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 novembre 2013, n. 25248 Svolgimento del processo Con atto di citazione del giugno 1997 F.F. conveniva in giudizio il figlio F.M. , per sentir revocare per ingratitudine la donazione indiretta della proprietà degli immobili siti in (omissis) int. 16 e 16 bis, intestati al convenuto (e alla...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza n. 45321 dell’11 novembre 2013. In tema di sequestro preventivo, non è previsto da alcuna disposizione di legge l’obbligo del previo avviso al difensore di fiducia dell’indagato circa l’esecuzione del sequestro, né sussiste l’obbligo per ia polizia giudiziaria di avvertire l’indagato medesimo della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia, posto che le norme di cui agli art. 356 e 364 cod. proc. pen. e 114 disp. att. cod. proc. pen., che prevedono tale avvertimento all’indagato in tema di sequestro probatorio, non trovano applicazione nell’ipotesi di sequestro preventivo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza n. 45321 dell’11 novembre 2013 Rilevato in fatto 1. Con ordinanza 20.3.2013 il Tribunale di Enna, accogliendo la richiesta di riesame proposta da M. F., ha annullato il decreto di sequestro preventivo di un veicolo APE 601 in ordine all’ipotesi di reato di trasporto di rifiuti speciali. I...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 novembre 2013, n. 25042. La sentenza di applicazione della pena di cui all’art. 444 cod. proc. pen., pur costituendo un importante elemento di prova per il giudice di merito, non si può configurare come una sentenza di condanna a tutti gli effetti. Si è detto, in particolare, che la sentenza con la quale il giudice applica all’imputato la pena da lui richiesta e concordata con il pubblico ministero, “pur essendo equiparata a una pronuncia di condanna ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 445, comma 1, cod. proc. pen., non è tuttavia ontologicamente qualificabile come tale, traendo essa origine essenzialmente da un accordo delle parti, caratterizzato, per quanto attiene l’imputato, dalla rinuncia di costui a contestare la propria responsabilità
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 novembre 2013, n. 25042 Svolgimento del processo 1. In data 24 febbraio 1985 si verificava un incidente stradale a seguito del quale D. G. perdeva la vita. Con atto notificato il 30 maggio 1997 i suoi genitori, G.S. e A..M. , e i suoi fratelli Fabio ed...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 ottobre 2013, n. 44260. Il tentativo è di per sé compatibile con il reato di sottrazione di minore, avente natura di reato eventualmente permanente e con la struttura soggettiva della fattispecie, che è punita a titolo di dolo generico, bastando il proposito di attuare una arbitraria e unilaterale compromissione dell’esercizio della potestà genitoriale o temporaneamente tutoria delle altre persone elencate dall’art. 574 c.p. oltre ai genitori.
La massima Il tentativo è di per sé compatibile con il reato di sottrazione di minore, avente natura di reato eventualmente permanente e con la struttura soggettiva della fattispecie, che è punita a titolo di dolo generico, bastando il proposito di attuare una arbitraria e unilaterale compromissione dell’esercizio della potestà genitoriale o temporaneamente tutoria delle...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 7 novembre 2013, n. 25047. Va ritenuto che la dichiarazione confessoria, contenuta nel modulo di constatazione amichevole del sinistro (cosiddetto C.I.D.), resa dal responsabile del danno proprietario del veicolo assicurato e – come detto – litisconsorte necessario, non ha valore di piena prova nemmeno nei confronti del solo confitente, ma deve essere liberamente apprezzata dal giudice, dovendo trovare applicazione la norma di cui all’art. 2733, terzo comma, cod. civ., secondo la quale, in caso di litisconsorzio necessario, la confessione resa da alcuni soltanto dei litisconsorti è, per l’appunto, liberamente apprezzata dal giudice
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 7 novembre 2013, n. 25047 Svolgimento del processo 1. E..D. , quale trasportato nell’autovettura condotta da C..S. , convenne in giudizio il proprietario/conducente del mezzo e l’Assicurazione, chiedendo i danni subiti in esito alla fuoriuscita di strada dell’auto, che aveva urtato contro un muretto procurandogli lesioni personali....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 25310 dell’11 novembre 2013. In tema di licenziamento collettivo per riduzione di personale, qualora il progetto di ristrutturazione aziendale si riferisca in modo esclusivo ad un’unità produttiva o ad uno specifico settore dell’azienda, la platea dei lavoratori interessati può essere limitata agli addetti ad un determinato reparto o settore solo sulla base di oggettive esigenze aziendali, in relazione al progetto di ristrutturazione aziendale, ed è onere del datore provare il fatto che determina l’oggettiva limitazione di queste esigenze e giustificare il più ristretto spazio nel quale la scelta è stata effettuata
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 25310 dell’11 novembre 2013 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO I.- La sentenza attualmente impugnata respinge l’appello della S. s.p.a. avverso la sentenza di prime cure del Tribunale di Pescara, dichiarativa della inefficacia del licenziamento intimato dalla suindicata società al dipendente M.S., per violazione della disciplina dei licenziamenti collettivi, consistente...