Il testo integrale[1] Per la S.C. il fatto che il legale potesse in astratto pretendere dai propri clienti, a titolo di compenso professionale, somme maggiori dl quelle liquidate a carico delle parti soccombenti con la sentenza civile, è del tutto, indifferente nelle valutazioni del caso. Nel momento in cui il ricorrente trattenne per sé non...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 novembre 2013, n. 26239. L’inosservanza di una norma di circolazione stradale, pur comportando responsabilità sotto altro titolo per l’infrazione commessa, non è di per sé sufficiente a determinare la responsabilità civile per l’evento dannoso, ove questo non sia ricollegabile eziologicamente alla trasgressione medesima. Principio dal quale la sentenza deduce che la violazione della disposizione che vieta il trasporto di altre persone sul ciclomotore non è in diretto collegamento causale con l’evento prodottosi. Questa violazione non può consolidare la responsabilità del conducente del ciclomotore per il danno verificatosi a carico di colui che è stata illegittimamente trasportato.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 novembre 2013, n. 26239 Svolgimento del processo Nell’incidente occorso tra la vettura guidata dal L. (di sua proprietà ed assicurata presso la Norditalia Ass.ni spa) ed il ciclomotore guidato dalla Z. subì lesioni alla persona la C. , trasportata sul ciclomotore. Il Tribunale di Teramo dichiarò improcedibile...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 27 novembre 2013, n. 26516. Non vi è demansionamento se dipende da fattori non riconducibili alla volontà datoriale
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 27 novembre 2013, n. 26516 Svolgimento del processo Con sentenza dell’8/2 – 18/2/08 la Corte d’appello di Reggio Calabria ha rigettato l’impugnazione proposta da A.F. avverso la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Locri che gli aveva respinto la domanda diretta alla condanna della ASL n....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 28 novembre 2013, n. 26641. In tema di atti interruttivi del termine per usucapire – che a tal fine non è sufficiente un mero atto o fatto che evidenzi la consapevolezza del possessore circa la spettanza ad altri del diritto da lui esercitato come proprio, ma si richiede che il possessore, per il modo in cui questa conoscenza è rivelata o per fatti in cui essa è implicita, esprima la volontà non equivoca di attribuire il diritto reale al suo titolare. D’altra parte, l’”animus possidendi” non consiste nella convinzione di essere proprietario (o titolare di un altro diritto sulla cosa), bensì nell’intenzione di comportarsi come tale, esercitando corrispondenti facoltà.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 28 novembre 2013, n. 26641 Svolgimento del processo 1.- La Parrocchia di (omissis) citò in giudizio avanti il Tribunale di Palermo il Comune di quella città e, premettendo di avere posseduto in via esclusiva pacificamente ed ininterrottamente per oltre un ventennio i locali attigui allo stereobate della Chiesa...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 29 novembre 2013 n. 26777. L’organo disciplinare dei notai non è tenuto a dare avviso al professionista dell’inizio dell’attività accertativa
Il testo integrale[1] Poiché I’art. 155 della l. n. 89 del 1913 prevede che il notaio debba essere avvisato del procedimento disciplinare una volta pervenuta alla Co. Re. Di. la richiesta di procedere e, quindi, la fattispecie dell’inizio del procedimento agli effetti dell’avviso al notaio è disciplinata espressamente con riferimento a detto momento, deve...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 novembre n. 26849. L’amministratore del condominio è legittimato, senza necessità di una specifica deliberazione assembleare, ad instaurare un giudizio per la rimozione di aperture abusive eseguite, sulla facciata dello stabile condominiale, da taluni condomini
Il testo integrale[1] L’amministratore del condominio è legittimato, senza necessità di una specifica deliberazione assembleare, ad instaurare un giudizio per la rimozione di aperture abusive eseguite, sulla facciata dello stabile condominiale, da taluni condomini, in quanto tale atto, essendo diretto a conservare il decoro architettonico dell’edificio contro ogni alterazione dell’estetica dello stesso, è finalizzato...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 novembre 2013, n. 26807. Nessun risarcimento danni se l’utente è nell’elenco telefonico, ma non nei servizi informativi. Dalla richiesta di inserimento nell’elenco cartaceo alla base del contratto di utenza concluso non discende in automatico la estensione all’inserimento nell’archivio informatico, e nemmeno l’inserimento nelle banche dati aperte anche delle appendici descrittive della propria ragione sociale.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 novembre 2013, n. 26807 Svolgimento del processo La soc. a .r.l. Jolly Oro con citazione del 25.7.2002, quale titolare dì utenza telefonica per contratto da anni stipulato con Telecom Italia con riferimento al proprio esercizio commerciale di gioielleria-orologeria in Torino, sull’assunto di aver concordato con la soc....
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 29 novembre 2013 n. 26778. Illegittima l’espropriazione per pubblica utilità se manca il riferimento al termine dei lavori, che non può neppure essere desunto da un atto “de relato”
Il testo integrale [1] E’ incontestata la circostanza secondo la quale il provvedimento amministrativo contenente la dichiarazione di pubblica utilità priva dei termini per il compimento dell’espropriazione e dell’opera è radicalmente nullo ed inefficace, così come è analogamente incontestata la legittimità di una loro indicazione ‘de relato’, vale a dire facendo specifico riferimento ad...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 26286 del 25 novembre 2013. In tema di antisindacalità della condotta datoriale e reintegra dei lavoratori licenziati
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 26286 del 25 novembre 2013 Svolgimento del processo Con sentenza del 4/6/2004 il giudice del lavoro del Tribunale di Roma, accogliendo l’opposizione proposta L. n. 300 del 1970, ex art. 28 dall’Associazione Stampa Romana nei confronti della società Nuvolari s.p.a., dichiarò l’antisindacalità della condotta di quest’ultima per...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 26 novembre 2013, n. 26365. L’eccezione d’inadempimento è istituto di applicazione generale in materia di contratti a prestazioni corrispettive, che mira a conservare, in caso d’inadempimento di una delle parti, l’equilibrio sostanziale e funzionale del negozio, e perciò richiede quel giudizio sulla ragionevolezza del rifiuto di adempiere, espresso dal secondo comma dell’art. 1460 c.c., con la formula della non contrarietà alla buona fede. Il rimedio dell’eccezione d’inadempimento è applicabile al contratto di appalto nell’ipotesi di rifiuto del committente di pagare il corrispettivo all’appaltatore inadempiente all’obbligo di eliminare i vizi e le difformità dell’opera, nonché nell’ipotesi in cui l’appaltatore non consegni l’opera perché il committente, adducendo vizi e difformità inesistenti, rifiuta il pagamento del corrispettivo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 26 novembre 2013, n. 26365 Fatto e diritto Rilevato che il consigliere designato ha depositato, in data 12 marzo 2013, la seguente proposta di definizione, ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c.: “Con atto di citazione in data 29 dicembre 2004 la sig.ra V.R. proponeva opposizione avverso il decreto ingiuntivo...