Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 marzo 2014, n. 6110 Svolgimento del processo F.M.T., direttore generale della società Allianz Ras Tutela Giudiziaria, è stato licenziato per giusta causa con l’addebito di aver manifestato, con lettere del 9 giugno e dell’11 settembre 2003, a seguito di circolari emanate dal gruppo RAS, un “atteggiamento di...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 6 marzo 2014, n. 10898. In materi di sicurezza sul lavoro tra i principali compiti che la legge affida al datore di lavoro vi è quello di redigere il piano operativo di sicurezza, attraverso il quale egli, dopo un'approfondita valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, con riferimento alla natura dell'attività aziendale, deve elaborare e predisporre adeguate misure di prevenzione e protezione, idonee a garantire la sicurezza e l'incolumità dei dipendenti. Ne consegue che nel caso in cui sia redatto un piano di sicurezza sommario e superficiale inidoneo a escludere o limitare al massimo il rischio dei lavoratori, il datore risponde degli infortuni causati ai lavoratori
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione IV SENTENZA 6 marzo 2014, n. 10898 Ritenuto in fatto -1- Con sentenza del Tribunale di Torino, sezione distaccata di Susa, del 21 dicembre 2010, B.F. , C.G.M. e Be.Va. sono stati ritenuti colpevoli del delitto di omicidio colposo commesso, con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro,...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 14 marzo 2014, n. 6019. La ripartizione del trattamento economico va effettuata, oltre che sulla base del criterio primario della durata dei rispettivi matrimoni, pure considerando ulteriori elementi, quali l'entità dell'assegno di mantenimento riconosciuto all'ex coniuge, le condizioni economiche delle parti private e la durata delle eventuali convivenze prematrimoniali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 14 marzo 2014, n. 6019 Svolgimento del processo Con ricorso in data 13/03/2009, B.L., moglie divorziata di A.F., e titolare di assegno divorzile, chiedeva l’attribuzione di una quota della pensione di reversibilità dell’ex marito, deceduto il 12/10/2008. Costituitosi il contraddittorio, R.F., seconda moglie, chiedeva dichiararsi l’incompetenza territoriale del...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 febbraio 2014, n. 9883. Il geometra che accetta denaro per seguire con particolare "scrupolo" le pratiche del palazzinaro viene meno ai suoi doveri di imparzialità e merita la condanna per il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 febbraio 2014, n. 9883 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. LEO Giuglielmo – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 28 febbraio 2014, n. 4854. In virtu' dell'articolo 416 c.p.c., che impone al convenuto l'onere di prendere subito immediata e precisa posizione, a pena di decadenza, in ordine ai fatti asseriti dall'attore, con la conseguenza che la mancata contestazione dei fatti costitutivi della domanda vincola il giudice a ritenerli sussistenti, sempre che si tratti di fatti primari (cioe' costitutivi, modificativi, impeditivi od estintivi del diritto fatto valere in giudizio dall'attore o dal convenuto che agisca in riconvenzionale, mentre i fatti secondari – vale a dire quelli dedotti in mera funzione probatoria – possono contestarsi in ogni momento)
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 28 febbraio 2014, n. 4854 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere Dott. PAGETTA Antonella...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 11 marzo 2014, n. 5605. Un contratto traslativo della proprietà, nel quale la controprestazione abbia cumulativamente ad oggetto una cosa in natura ed una somma di denaro (ove venga superata la ravvisabilità di una duplicità di negozi, di cui uno di adempimento mediante datio in solutum, o, in virtù del criterio dell'assorbimento, l'ipotesi di un unico negozio a causa mista), può realizzare tanto la fattispecie di una compravendita con integrazione del prezzo in natura, quanto quella di permuta con supplemento in denaro e, in tale ultimo caso, la questione dell'individuazione del negozio in concreto voluto e posto in essere dalle parti non può essere risolta con il mero richiamo all'equivalenza (o anche prevalenza) economica del valore del bene in natura o della somma di denaro che unitamente costituiscono la controprestazione, dovendo invece essere determinata in ragione della prevalenza giuridica dell'una o dell'altra prestazione. Agli effetti della qualificazione del contratto, è necessario ricostruire gli interessi comuni e personali, che le parti avevano inteso regolare con il negozio, ed accertare se i contraenti avessero voluto cedere un bene in natura contro una somma di denaro, che, per ragioni di opportunità, avevano parzialmente commutata in un altro bene, ovvero avessero concordato lo scambio tra loro di due beni in natura e fossero ricorsi all'integrazione in denaro, soltanto per colmare la differenza di valore tra i beni stessi
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 marzo 2014, n. 5605 Svolgimento del processo D.S.G. conveniva in giudizio la società SACAR e, premesso che in data 4 novembre 1999 stipulavano con la convenuta un contratto per l’acquisto di un veicolo Mercedes C 250, la proposta contrattuale scritta formulata dalla venditrice ed indirizzata ad entrambi...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 4 febbraio 2014, n. 5599. Il concetto di continuazione il quale, implicando che le singole violazioni costituiscano parte integrante di un unico programma deliberato nelle linee essenziali per conseguire un determinato fine, esige la progettazione ab origine di una serie ben individuata di illeciti, gia' concepiti almeno nelle loro caratteristiche essenziali
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 4 febbraio 2014, n. 5599 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. PALLA Stefano – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 marzo 2014, n. 5596. Nel vigore della L. 9 dicembre 1998, n. 431, in caso di alienazione a terzi, successivamente alla intimazione della disdetta da parte del locatore, dell'immobile locato, in tanto sussiste il diritto di prelazione del conduttore e, quindi, il diritto di riscattare, nei confronti del terzo acquirente, l'immobile condotto in locazione, in quanto il locatore abbia manifestato, nella disdetta, la intenzione di vendere a terzi l'unità immobiliare. Al contrario, il diritto di prelazione (e di riscatto) non sorge qualora la disdetta sia immotivata, derivando da tale circostanza – accertato che la disdetta è stata, illegittimamente, intimata per la prima scadenza – unicamente il diritto del conduttore alla rinnovazione del contratto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 marzo 2014, n. 5596 Svolgimento del processo Con ricorso ex art.447 bis cpc depositato il 4.5.2004 C.S. esponeva di condurre in locazione ad uso abitativo un’unità immobiliare sita in (omissis); che tale immobile, già di proprietà della CA.RA. srl il 5.11.2003 era stato alienato ai coniugi D.G.F....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 febbraio 2014, n. 9693. Il datore di lavoro risponde dell'infortunio del dipendente se ha consegnato il Pos ai lavoratori invitandoli a leggerlo, ma non li ha adeguatamente informati
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 febbraio 2014, n. 9693 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 26 febbraio 2014, n. 4627. In caso di notifica nelle mani del portiere, l'ufficiale giudiziario deve dare atto, oltre che dell'assenza del destinatario, delle vane ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere l'atto; ed il relativo accertamento, sebbene non debba necessariamente tradursi in forme sacramentali, deve, nondimeno, attestare chiaramente l'assenza del destinatario e dei soggetti rientranti nelle categorie contemplate dall'articolo 139 c.p.c., comma 2, secondo la successione preferenziale da detta norma tassativamente stabilita. Ne discende che deve ritenersi nulla la notificazione nelle mani del portiere, allorquando la relazione dell'ufficiale giudiziario non contenga – come nel caso di specie – l'attestazione del mancato rinvenimento delle persone indicate nella norma succitata
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 26 febbraio 2014, n. 4627 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CIRILLO Ettore – Presidente Dott. VALITUTTI Antonio – rel. Consigliere Dott. OLIVIERI Stefano – Consigliere Dott. PERRINO Angelina Maria – Consigliere Dott. CONTI...