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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 aprile 2014, n. 15386. Il furto di oggetti che si trovino all'interno di un'autovettura, lasciata incustodita sulla pubblica via, deve considerarsi aggravato per l'esposizione alla pubblica fede a norma dell'art. 625, n. 7 cod. pen., quando si tratti di oggetti costituenti parte integrante del veicolo, come autoradio, attrezzi in dotazione per le minute riparazioni, i pezzi di ricambio comunemente indispensabili e i documenti di circolazione che, per necessita o consuetudine, non vengano portati via al momento in cui l'autoveicolo viene lasciato incustodito. Allorché il furto ricada, invece, sopra oggetti solo temporaneamente o occasionalmente lasciati nell'autovettura, per la sussistenza dell'aggravante de quo deve ricorrere una situazione contingente di necessità, tale da indurre il possessore a confidare nella "buona fede" dei consociati e nel rispetto della cosa altrui che dagli stessi è lecito pretendere, tenendo altresì conto che il concetto di "necessità" va inteso in senso relativo e non assoluto e comprende ogni apprezzabile esigenza di condotta imposta da particolari situazioni, in contrapposizione agli opposti concetti di comodità e di trascuratezza nella vigilanza

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza  3 aprile 2014, n. 15386 Ritenuto in fatto 1. La Corte d’appello di Ancona, con sentenza dell’1/10/2012, ha confermato, in punto di responsabilità, quella emessa dal Tribunale di Urbino, all’esito di giudizio abbreviato, nei confronti di C.A. per furto aggravato in danno di P.A. ed ha rimodulato la...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 19 marzo 2014, n. 6428. A seguito della eccezione di ultrannualità dell'azione rispetto al patito spoglio, l'onere di provare che l'azione è, invece, tempestiva grava sull'attore in reintegrazione

Suprema Corte di Cassazione  sezione II sentenza del 19 marzo 2014, n. 6428  LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GOLDONI Umberto – Presidente – Dott. MAZZACANE Vincenzo – Consigliere – Dott. PETITTI Stefano – rel. Consigliere – Dott. SAN GIORGIO Maria Rosaria – Consigliere – Dott. ORICCHIO Antonio...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 febbraio 2014, n. 9689. La norma della L. n. 354 del 1975, art. 18 ter contempla le esigenze attinenti alle indagini o investigative o di prevenzione dei reati, ovvero ragioni di sicurezza o di ordine all'istituto. Se è vero che non è sufficiente un mero sospetto della sussistenza dei presupposti previsti dalla norma, è anche vero che gli elementi concreti che devono essere evidenziati possono portare ad argomentazioni presuntive non espresse in termini di certezza: in altre parole, non deve essere dimostrato che la missiva inviata dal detenuto inciti o ordini la commissione di reati (ad esempio: che il capo mafioso detenuto con un messaggio criptico ordini un omicidio) ovvero contenga messaggi rivolti ad altri partecipi all'associazione mafiosa, così eludendo la ratio del regime di cui all'art. 41 bis ord. pen.; è sufficiente che gli elementi concreti facciano ragionevolmente dubitare che il contenuto effettivo della missiva sia quello che appare dalla semplice lettura e temere che il detenuto abbia voluto trasmettere un messaggio che abbia a che fare con le "esigenze" indicate dall'art. 18 ter cit..

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 febbraio 2014, n. 9689 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente – Dott. TARDIO Angela – Consigliere – Dott. BONITO F. Maria S. – Consigliere – Dott. CASA Filippo – Consigliere – Dott. ROCCHI Giacomo – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 aprile 2014, n. 7524. In tema di risarcimento del danno alla persona, sussiste la risarcibilita' del danno patrimoniale soltanto qualora sia riscontrabile la eliminazione o la riduzione della capacita' del danneggiato di produrre reddito, mentre il danno da lesione della "cenestesi lavorativa", che consiste nella maggiore usura, fatica e difficolta' incontrate nello svolgimento dell'attivita' lavorativa, non incidente neanche sotto il profilo delle opportunita' sul reddito della persona offesa (c.d. perdita di chance), risolvendosi in una compromissione biologica dell'essenza dell'individuo, va liquidato onnicomprensivamente come danno alla salute. Ai fini della risarcibilita' di un siffatto danno patrimoniale, occorre quindi la concreta dimostrazione che la riduzione della capacita' lavorativa si sia tradotta in un effettivo pregiudizio economico e la prova del danno grava sul soggetto che chiede il risarcimento. Invero, anche se tale prova puo' essere anche presuntiva, la riduzione della capacita' di guadagno deve essere dimostrata in termini di sufficiente certezza ed il danneggiato ha l'onere di provare come ed in quale misura la menomazione fisica abbia inciso ed incida sulla capacita' di guadagno.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 aprile 2014, n. 7524 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. CARLEO Giovanni – rel. Consigliere Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. TRAVAGLINO Giacomo – Consigliere Dott. RUBINO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 18 marzo 2014, n. 6248. La giurisdizione del Tribunale Fallimentare sull'accertamento dei crediti e sulla loro ammissione al passivo non può estendersi a questioni sulla debenza dei tributi (o di sanzioni tributarie) previsti dall'art. 2 del d.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, o a tributi in genere, a seguito della modifica introdotta dall'art. 12, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sulle quali è attribuita una giurisdizione esclusiva alle commissioni tributarie

  Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 18 marzo 2014, n. 6248 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 1 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. MACIOCE Luigi – Consigliere Dott. RAGONESI Vittorio – rel. Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto –...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 aprile 2014, n. 7694. I presupposti per la contaminazione della natura del mutuo e la tracimazione del relativo obbligo di restituzione nell'ambito delle obbligazioni naturali è stata negata anche in presenza di accertata consapevolezza del mutuante che la somma sarebbe stata impiegata dall'accipiens nel gioco, non integrando ciò, si è detto, un motivo illecito determinante e comune ad entrambi i contraenti

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 aprile 2014, n. 7694 Svolgimento del processo Il presente giudizio ha ad oggetto la pretesa illegittimità di un’espropriazione immobiliare in quanto volta al soddisfacimento di un credito derivante da obbligazione naturale. C.S. , con ricorso del 23 settembre 2000, adì il Tribunale di Ragusa opponendosi all’esecuzione promossa...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 aprile 2014, n. 15152. Rimodulate le pene a seguito della dichiarazione di anticostituzionalità dell’art. 4-bis, d.l. n. 272/2005 per gli imputati rei di aver coltivato 213 piante di canapa indiana, idonee alla produzione di marijuana per migliaia di singole dosi droganti

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 aprile 2014, n. 15152 1. Con il ministero dei rispettivi difensori i tre imputati indicati in epigrafe impugnano per cassazione la sentenza in data 20.3.2013 della Corte di Appello di Catanzaro, che ha confermato la decisione, resa all’esito di giudizio abbreviato, con cui il G.I.P. del Tribunale...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 marzo 2014, n. 12736. La linea di demarcazione tra la fattispecie di estorsione aggravata e quella di concussione, tra loro in rapporto di genere a specie, è ravvisabile nel rapporto di oggettiva causalità tra la qualifica di pubblico uffciale e il comprortamento abusivo; nella prima ipotesi è un requisito indefettibile, mentre nella seconda può essere solo occasionale

Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II sentenza 18 marzo 2014, n. 12736   Fatto 1. Con ordinanza del 08/10/2013, il Tribunale del Riesame di Brescia annullò la misura cautelare degli arresti domiciliari applicata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale della medesima città a Z.E. , indagata per i seguenti reati: 1.1. capo sub B)...