CONSIGLIO DI STATO ADUNANZA PLENARIA SENTENZA 5 maggio 2014, n. 13 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 40 di A.P. del 2013, proposto da: Regione Piemonte, in persona del Presidente pro-tempore, rappresentata e difesa dagli avv. Franco Gaetano Scoca, Mauro Renna, con domicilio eletto presso Franco Gaetano Scoca in Roma, via Giovanni Paisiello...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 maggio 2014, n. 9846. Tenuto conto che i patti parasociali sono convenzioni atipiche, riguardanti i rapporti personali tra soci ed operanti sul piano organizzativo e gestionale, in cui taluni soci si prestano e si impegnano ad eseguire prestazioni a beneficio della società, essi integrano, pertanto, la fattispecie del contratto a favore di terzo. Di questo poi sono legittimati a pretendere l'adempimento sia la società quale terzo beneficiario, sia i soci stipulanti, moralmente ed economicamente interessati che l'obbligazione sia adempiuta nei confronti della società di cui fanno parte
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE sezione I SENTENZA 7 maggio 2014, n. 9846 Ritenuto in fatto Con la sentenza del 27 febbraio 2007, la Corte d’appello di Firenze ha confermato la decisione di primo grado con riguardo alla pronuncia di risoluzione per inadempimento del contratto, denominato “accordo parasociale”, concluso il 31 marzo 1976 fra N.B. ed...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 maggio 2014, n. 9991. Il rispetto della distanza prevista per fabbriche e depositi nocivi e pericolosi dall'art. 890 c.c., nella cui regolamentazione rientrano, anche i comignoli, è collegato ad una presunzione assoluta di nocività o pericolosità che prescinde da ogni accertamento concreto nel caso in cui vi sia un regolamento edilizio comunale che stabilisce la distanza medesima, mentre in difetto di una disposizione regolamentare si ha pur sempre una presunzione di pericolosità, seppur relativa, che può essere superata ove la parte interessata al mantenimento del manufatto dimostri che mediante opportuni accorgimenti può ovviarsi al pericolo o al danno del fondo vicino
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 maggio 2014, n. 9991 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 26 gennaio 2001 i coniugi D.G.P. e P.M. convenivano in giudizio innanzi al Tribunale di Monza A.R. e C.F. . Le parti attrici, quali proprietarie di immobile sito alla via (omissis) e confinante con...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 aprile 2014, n. 15119. Il sequestro preventivo disposto nei confronti della persona sottoposta ad indagini per uno dei reati previsti dall'articolo 640 quater c.p., puo' avere ad oggetto beni per un valore equivalente non solo al prezzo ma anche al profitto del reato, in quanto la citata disposizione richiama l'intero articolo 322 ter c.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 aprile 2014, n. 15119 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – rel. Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 10 aprile 2014, n. 8410. L'art. 2049 c.c. prevede una ipotesi di responsabilità indiretta in capo all'imprenditore appaltatore, che organizza il lavoro altrui e subisce i rischi connessi ad una non buona organizzazione; non è escluso che tale responsabilità si possa estendere, in casi particolari, anche al committente, e tuttavia tale estensione costituisce una eccezione alla regola, al verificarsi di determinati presupposti che consistono nella scelta inadeguata della ditta esecutrice da parte del committente, o nell'essersi questi intromesso nella gestione dei lavori, direttamente o tramite tecnici incaricati, fino a far assumere all'appaltatore il ruolo di mero esecutore materiale; la configurabilità di detti presupposti rientra nell'onere probatorio di chi richiede tale applicazione estensiva della norma
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 10 aprile 2014, n. 8410 Ritenuto in fatto Z.A., dopo aver promosso un accertamento tecnico preventivo ante causam, nel 1989 citava in giudizio dinanzi al Tribunale di Pescara F.A. e la ditta G.R. di Francavilla a Mare, assumendo di aver subito dei danni all’interno del proprio...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 2 aprile 2014, n. 7612. I coniugi dichiaranti, con la volontaria e libera scelta di presentare la dichiarazione congiunta, hanno accettato anche i rischi inerenti alla disciplina propria dell'istituto e, in particolare, per quanto interessa la fattispecie, quelli connessi sia alla previsione della notifica al solo marito degli "accertamenti in rettifica" sia alle conseguenze (sostanziali e processuali) proprie delle obbligazioni solidali; di conseguenza, per effetto della scelta in questione, l'insorgenza della responsabilita' solidale della moglie "codichiarante" non richiede che sia notificato anche ad essa l'avviso di accertamento, essendo sufficiente la notifica effettuata al solo marito; detta responsabilita' solidale vale anche per gli accertamenti dipendenti da comportamenti non riconducibili alla sfera volitiva e cognitiva di entrambi, in quanto conseguenti ad atti di accertamento in rettifica condotti esclusivamente nei confronti di uno solo di essi" ed opera anche nel caso in cui i redditi accertati nei confronti del marito siano costituiti da proventi derivanti da reato, atteso che il su citato articolo 17, comma 1 Legge 13 aprile 1977, pone chiaramente sullo stesso piano i coniugi che abbiano presentato dichiarazione congiunta, dichiarandoli entrambi responsabili in solido per il pagamento delle imposte
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 2 aprile 2014, n. 7612 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Presidente Dott. DI IASI Camilla – Consigliere Dott. VIRGILIO Biagio – Consigliere Dott. CIGNA Mario – rel. Consigliere Dott. CRUCITTI Roberta...
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 2 aprile 2014, n. 7596. Spetta al socio contribuente, il quale intenda far valere – ai fini del calcolo, ai sensi dell'articolo 82, comma 5, Decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, della plusvalenza derivante dalla cessione a titolo oneroso di una quota di partecipazione societaria – l'esistenza di costi o perdite costituenti una minusvalenza deducibile, l'onere di fornire la prova del fatto che la societa' abbia effettivamente subito tali perdite, dovendosi invece escludere che spetti all'Ufficio ricercare detta prova presso la societa' (fermo restando che la valutazione dell'idoneita' e dell'adeguatezza della prova documentale a tal fine fornita costituisce accertamento di fatto riservato al giudice di merito, sindacabile in sede di legittimita' sotto il profilo della congruita' e logicita' della motivazione)
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 2 aprile 2014, n. 7596 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CAPPABIANCA Aurelio – Presidente Dott. DI IASI Camilla – Consigliere Dott. VIRGILIO Biagio – rel. Consigliere Dott. GRECO Antonio – Consigliere Dott. CIGNA Mario...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 1 aprile 2014, n. 14942. Annullato il sequestro del denaro sul conto dell'imputato se le somme rinvenute sono relative a un altro reato rispetto a quello per il quale si procede
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 1 aprile 2014, n. 14942 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi – rel. Consigliere Dott. PELLEGRINO Andrea – Consigliere Dott. DI MARZIO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 aprile 2014, n. 14948. Ai fini della configurabilita' della circostanza aggravante di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, articolo 80, comma 2, in tema di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, l'aggravante della ingente quantita' non e' di norma ravvisabile quando la quantita' sia inferiore a 2.000 volte il valore massimo, in milligrammi (valore – soglia), determinato per ogni sostanza nella tabella allegata al Decreto Ministeriale 11 aprile 2006, ferma restando la discrezionale valutazione del giudice di merito, quando tale quantita' sia superata
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 aprile 2014, n. 14948 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. GENTILI...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 15 aprile 2014 n. 8735. In tema di prescrizione presuntiva, infatti, mentre il debitore, eccipiente, è tenuto a provare il decorso del termine previsto dalla legge, il creditore ha l’onere di dimostrare la mancata soddisfazione del credito, e tale prova può essere fornita soltanto con il deferimento del giuramento decisorio, ovvero avvalendosi dell’ammissione, fatta in giudizio dallo stesso debitore, che l’obbligazione non è stata estinta
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 15 aprile 2014 n. 8735 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SECONDA SEZIONE CIVILE ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso 14482-2008 proposto da: AS – RICORRENTE – CONTRO DP – INTIMATO – avverso l’ordinanza del TRIBUNALE di COSENZA, a depositata...