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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 maggio 2014, n. 11904. L'assicurato che proponga azione risarcitoria, ai sensi dell'art. 33, comma secondo, della legge n. 287/1990, nei confronti dell'impresa di assicurazione sanzionata dall'Autorità garante per aver partecipato ad un'intesa anticoncorrenziale, assolve l'onere della prova a suo carico allegando la polizza assicurativa contratta (quale condotta finale del preteso danneggiante) e l'accertamento, in sede amministrativa, dell'intesa anticoncorrenziale (quale condotta preparatoria). Sulla base di tali elementi si può, infatti, fondare la presunzione dell'indebito aumento del premio causato dal comportamento collusivo. Il problema del rapporto tra l'intesa illecita ed i contratti a valle va risolto, secondo la citata giurisprudenza, nel senso dell'inscindibilità di questi ultimi rispetto alla volontà anticoncorrenziale residente a monte, la quale trova il suo momento di realizzazione appunto nella necessitata ed inconsapevole adesione del consumatore finale, cioè di colui che, acquistando il prodotto, chiude la catena che inizia con la produzione del bene. In altri termini, “il contratto finale tra imprenditore e consumatore costituisce il compimento stesso dell'intesa anticompetitiva tra imprenditori, la sua realizzazione finale, il suo senso pregnante”

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 maggio 2014, n. 11904 Svolgimento del processo Con provvedimento n. 8546 del 28 luglio 2000, impugnato senza successo innanzi al giudice amministrativo (sentt. n. 6139/2001 TAR Lazio e n. 2199/2002 Cons. Stato), l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (d’ora innanzi AGCM) sanzionava un largo numero di...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 maggio 2014, n. 11361. Fermo il principio secondo cui il danno patrimoniale futuro, nel caso di fatto illecito lesivo della persona, e' da valutare su base prognostica ed il danneggiato, tra le prove, puo' avvalersi anche delle presunzioni semplici, con la conseguenza che, una volta provata la riduzione della capacita' di lavoro specifica, se essa e' di una certa entita' e non rientra tra i postumi permanenti di piccola entita' (cosiddette micropermanenti, le quali non producono danno patrimoniale ma costituiscono mere componenti del danno biologico), e' possibile presumere che anche la capacita' di guadagno di una vittima che eserciti gia' attivita' lavorativa risulti ridotta nella sua proiezione futura – peraltro non necessariamente in modo proporzionale – salvo superamento di tale presunzione per effetto di prova contraria, deve, tuttavia, ritenersi che, la presunzione copra solo l'an dell'esistenza del danno, mentre, ai fini della sua quantificazione, e' onere del danneggiato dimostrare la contrazione dei suoi redditi dopo il sinistro dando prova di quali siano stati i suoi redditi. In mancanza di tale prova, il giudice – salvo che per le circostanze concrete, non imputabili al danneggiato, sia impossibile o difficile la dimostrazione di tale contrazione – non puo' esercitare il potere di cui all'articolo 1226 c.c. perche' esso riguarda solo la quantificazione del danno che non possa essere provato nel suo preciso ammontare, situazione che, di norma, non ricorre quando la vittima continui a lavorare e produca reddito e, dunque, possa dimostrare di quanto il reddito sia diminuito

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 maggio 2014, n. 11361 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALME’ Giuseppe – Presidente Dott. ARMANO Uliana – Consigliere Dott. FRASCA Raffaele – rel. Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – Consigliere Dott. STALLA...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 maggio 2014, n. 11897. Colui che paga un assegno non trasferibile a persona diversa dal prenditore o dal banchiere giratario per l'incasso, risponde del pagamento. Ove la banca girataria per incasso di assegno, munito di clausola di intrasferibilità, abbia eseguito il pagamento nei confronti di un soggetto non creditore , pur legittimato in modo apparente, essa è tenuta ad un nuovo pagamento nei confronti dell'effettivo e legittimo prenditore

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 maggio 2014, n. 11897 Svolgimento del processo Con citazione, notificata in data 11/12/2003, G.A.G. conveniva in giudizio la Banca Popolare di Sondrio, per sentirla condannare alla corresponsione della somma di €. 419.363,00, per illegittimo pagamento di propri assegni bancari non trasferibili al suo fiduciario P.P. Costituitosi regolarmente...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 maggio 2014, n. 10632. La pendenza di un processo esecutivo non incide sul decorso del termine ventennale durante il quale l'iscrizione di ipoteca conserva il suo effetto. Per cui, in caso di mancata rinnovazione, il titolare perde il privilegio rispetto agli altri creditori anche se il procedimento è in corso

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 maggio 2014, n. 10632 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente Dott. PETTI Giovanni Battista – Consigliere Dott. DE STEFANO Franco – rel. Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 maggio 2014, n. 12044. In tema di condizioni generali di contratto, l'elencazione contenuta nel secondo comma dell'art. 1341 c.c. ha carattere tassativo, di guisa che è ammessa l’interpretazione estensiva ma non quella analogica anche allorché la condizione è inserita in un capitolato speciale relativo ad appalto di opere pubbliche

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 maggio 2014, n. 12044  Svolgimento del processo 1. D.F.N. convenne in giudizio dinanzi al Giudice di pace di Napoli il Comune della stessa città, in persona del Sindaco pro tempore, onde sentir dichiarare detto Ente responsabile dell’incidente occorsole sulla pubblica via (…) in data (omissis) e per...

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Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 15 maggio 2014, n. 20214. Nell'udienza preliminare la richiesta di giudizio abbreviato può essere presentata dopo la formulazione delle conclusioni da parte del pubblico ministero e deve essere formulata da ciascun imputato al più tardi nel momento in cui il proprio difensore formula le proprie conclusioni definitive

Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 15 maggio 2014, n. 20214 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. DE ROBERTO Giovanni – Consigliere Dott. SIOTTO Maria Cristina – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 29 maggio 2014, n. 22229. Colpevole del reato di lesioni colpose il proprietario di un un cane di razza pitbull per aver quest'utlimo raggiunto e aggredito alle spalle un bagnante in acqua,

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 29 maggio 2014, n. 22229 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 20/11/2012 il Tribunale di Lecce confermi la sentenza del giudice di primo grado che aveva riconosciuto G.E. colpevole dei reati di lesioni colpose, minaccia e ingiuria commessi nei confronti delle parti civili C.G. e A.T., condannandolo...