Consiglio di Stato sezione III sentenza 16 marzo 2015, n. 1358 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 8935 del 2014, proposto da: La. Sas ed altri, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore,...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 16 marzo 2015, n. 1360. In tema di pubblico impiego e di irrogazioni di sanzioni disciplinari a carico di dipendenti pubblici, il termine di 90 giorni di cui all'art. 120, comma 1°, del D.P.R. 10 gennaio 1957 n. 3, decorrente dall'ultimo atto e trascorso il quale, senza che nessun ulteriore atto sia stato compiuto, il procedimento disciplinare si estingue, decorre dall'adozione degli atti del procedimento sanzionatorio e non al momento della notifica, la quale attiene alla fase dell'efficacia e non a quella del perfezionamento del provvedimento amministrativo. Infatti, se è vero che il termine di cui sopra ha il fine di evitare che il dipendente resti sottoposto ad un procedimento disciplinare pendente per un tempo indeterminato per effetto dell'inerzia dell'amministrazione, è altresì vero che proprio l'adozione del provvedimento sanzionatorio costituisce concreto esercizio del relativo potere mediante la definizione del procedimento
Consiglio di Stato sezione III sentenza 16 marzo 2015, n. 1360 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 9912 del 2009, proposto da: -OMISSIS-, rappresentato e difeso dagli avv. An.Ga. e Pi.Re., con domicilio eletto...
Corte Costituzionale, sentenza n. 37 del 17 marzo 2015. Dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 8, comma 24, del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 26 aprile 2012, n. 44; dichiarata, ai sensi dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 14, del decreto-legge 30 dicembre 2013, n. 150 (Proroga di termini previsti da disposizioni legislative), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 27 febbraio 2014, n. 15; dichiarata, ai sensi dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l’illegittimità costituzionale dell’art 1, comma 8, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192 (Proroga di termini previsti da disposizioni legislative).
Sentenza 37/2015 Giudizio Presidente CRISCUOLO – Redattore Zanon Udienza Pubblica del 24/02/2015 Decisione del 25/02/2015 Deposito del 17/03/2015 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Art. 8, c. 24°, del decreto legge 02/03/2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, c. 1°, della legge 26/04/2012, n. 44. Massime: Atti decisi: ord. 9/2014 SENTENZA N. 37 ANNO 2015...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 6 marzo 2015, n. 4628. In presenza di contrattazione preliminare relativa a compravendita immobiliare che sia scandita in due fasi, con la previsione di stipula di un contratto preliminare successiva alla conclusione di un primo accordo, il giudice di merito deve preliminarmente verificare se tale accordo costituisca già esso stesso contratto preliminare valido e suscettibile di conseguire effetti ex art. 1351 e 2932 c.c., ovvero anche soltanto effetti obbligatori ma con esclusione dell'esecuzione in forma specifica in caso di inadempimento. Riterrà produttivo di effetti l'accordo denominato come preliminare con il quale i contraenti si obblighino alla successiva stipula di un altro contratto preliminare, soltanto qualora emerga la configurabilità dell'interesse delle parti a una formazione progressiva del contratto basata sulla differenziazione dei contenuti negoziali e sia identificabile la più ristretta area del regolamento di interessi coperta dal vincolo negoziale originato dal primo preliminare. La violazione di tale accordo, in quanto contraria a buona fede, potrà dar luogo a responsabilità per la mancata conclusione del contratto stipulando, da qualificarsi di natura contrattuale per la rottura del rapporto obbligatorio assunto nella fase precontrattuale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE sentenza 6 marzo 2015, n. 4628 Svolgimento del processo 1) Gli odierni ricorrenti agirono nel novembre 1996 proclamandosi promittenti venditori di una porzione di fabbricato sita in Avellino. Chiesero l’esecuzione in forma specifica dell’accordo preliminare concluso il 9 luglio 1996 con i promissari acquirenti, i coniugi Fr.Gi. e F.M....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 3 febbraio 2015, n. 1898. Affinché possa ravvisarsi il diritto di condominio su un determinato bene, un impianto o un servizio comune, è necessario che sussista una relazione di accessorietà tra questi e l'edificio in comunione ed un collegamento funzionale tra i primi e le unità immobiliari di proprietà singola
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II CIVILE sentenza 3 febbraio 2015, n. 1898 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BUCCIANTE Ettore – Presidente – Dott. PROTO Cesare Antonio – Consigliere – Dott. PETITTI Stefano – Consigliere – Dott. SAN GIORGIO...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 13 marzo 2015, n. 5076. In materia previdenziale, le somme aggiuntive irrogate al contribuente per l'omesso o ritardato pagamento dei contributi o premi previdenziali sono sanzioni civili che, in ragione della loro legislativamente prevista automaticità, rimangono funzionalmente connesse al detto omesso o ritardato pagamento dei contributi o premi previdenziali, sì che gli effetti degli atti interruttivi, posti in essere con riferimento a tale ultimo credito, si estendono, automaticamente, anche al credito per sanzioni civili.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE SENTENZA 13 marzo 2015, n. 5076 Svolgimento del processo Il Tribunale di Gorizia, in parziale accoglimento dell’opposizione della EROS di G.L. & C. S.a.s. avverso la cartella esattoriale di pagamento relativa a somme aggiuntive conseguenti all’omesso pagamento di contributi – accertati con verbale ispettivo del 26 settembre 1991 relativi...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 13 marzo 2015, n. 1329. La rinuncia da parte dell'appellato totalmente vittorioso in prime cure al ricorso di primo grado ed agli effetti favorevoli della sentenza che ha accolto il suo ricorso integra una causa estintiva del giudizio che comporta, pur in mancanza, nel codice del processo amministrativo, di una norma specifica analoga a quella dell'abrogato art. 34, comma 1, della L. n. 1034 del 1971, l'annullamento senza rinvio della sentenza appellata, configurandosi come una ipotesi di sopravvenuto difetto di interesse alla decisione
Consiglio di Stato sezione III sentenza 13 marzo 2015, n. 1329 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7843 del 2014, proposto da: Inps – Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, rappresentato e difeso per legge...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 13 marzo 2015, n. 1337. Il giudizio di anomalia o di incongruità dell'offerta costituisce espressione di discrezionalità tecnica, sindacabile dal giudice amministrativo solo in caso di macroscopica illogicità o di erroneità fattuale
Consiglio di Stato sezione III sentenza 13 marzo 2015, n. 1337 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3730 del 2014, proposto da: Ch. S.r.l., in persona del legale rappresentante p.t., in proprio ed in...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 25 febbraio 2015, n. 8524. Il dirigente comunale del settore "Sviluppo e tutela del territorio", titolare di una posizione di garanzia nei confronti dei cittadini presenti nel territorio comunale, quando sia a conoscenza della pericolosità di una lunga e sconnessa scalinata, deve provvedere a proteggerne il percorso con un adeguato parapetto, al fine di evitare cadute nel burrone sottostante
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 25 febbraio 2015, n. 8524 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MASSAFRA Umberto – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – rel. Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott. SERRAO Eugenia – Consigliere Dott. DELL’UTRI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 marzo 2015, n. 8979. Per trasporti episodici, occasionali di rifiuti non pericolosi, privi dei caratteri sopra illustrati, le imprese che li producono, pur non essendo tenute all'obbligo di iscrizione nell'albo nazionale gestori ambientali, anziché provvedere al trasporto con mezzi propri, debbono rivolgersi ad imprese esercenti servizi di smaltimento, regolarmente autorizzate ed iscritte all'albo gestori ambientali; laddove, tuttavia, eseguano il trasporto di rifiuti con mezzi propri e non autorizzati, ciò integra il reato previsto dall'art. 256, co. 1, d. lgs. n. 152 del 2006
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 marzo 2015, n. 8979 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio Felice – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott....