Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 2 aprile 2015, n. 6743 Ritenuto in fatto 1. – Con sentenza n. 100/27/08> depositata il 29 settembre 2008 e non notificata, la Commissione tributaria regionale del Lazio (hinc. «CTR») rigettava, «nei sensi di cui in motivazione», l’appello proposto dalla s.n.c. R.C. di BAT in liquidazione nei confronti...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione tributaria, sentenza 31 marzo 2015, n. 6501. Al fine di essere esclusi dal novero dei soggetti residenti in Italia ricade su di essi l’onere di provare di risiedere effettivamente in quei Paesi o territori. In altri termini: avere la sede principale dell’attività, sicché il centro degli interessi vitali del soggetto va individuato dando prevalenza al luogo in cui la gestione di detti interessi viene esercitata abitualmente in modo riconoscibile dai terzi. Le relazioni affettive e familiari al fine della residenza fiscale – non hanno una rilevanza prioritaria ai fini probatori della residenza fiscale, venendo in rilievo solo unitamente ad altri probanti criteri che univocamente attestino il luogo col quale il soggetto ha il più stretto collegamento
Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 31 marzo 2015, n. 6501 Svolgimento del processo L’Agenzia delle Entrate notificava al dott. G.K. cittadino elvetico, già cittadino italiano iscritto all’AIRE dal 1978, avviso di accertamento ai fini dell’Irpef per omessa dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo anno 1999 (compensi quale amministratore unico U. srl), ai sensi...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 23 marzo 2015, n. 5810. In tema di procedimento di ingiunzione, l’art. 637, terzo comma, cod. proc. civ., nell’individuare un foro facoltativo e concorrente con quello di cui al primo e al secondo comma del medesimo articolo, attribuisce all’avvocato la facoltà processuale, ai fini del recupero in via monitoria dei suoi crediti per prestazioni professionali, di agire dinanzi al giudice del luogo in cui ha sede il consiglio dell’ordine al cui albo egli è iscritto, ed il consiglio dell’ordine, in relazione al quale si determina il giudice competente, va identificato in quello al quale il legale è iscritto “attualmente”, cioè con riferimento al momento della proposizione del ricorso, a nulla rilevando che, al tempo della richiesta in via stragiudiziale di pagamento della parcella, il medesimo avesse la sede principale dei suoi affari ed interessi in altro luogo e fosse iscritto ad altro consiglio dell’ordine
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 23 marzo 2015, n. 5810 Fatto e diritto Ritenuto che l’Avv. P.G. , sulla premessa di avere svolto, in relazione ad un giudizio svoltosi davanti al TAR per l’Abruzzo, attività professionale in favore del Comune di Sulmona, ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale ordinario di Avezzano decreto ingiuntivo,...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6777. Con la bancarotta per distrazione si intendono sanzionare condotte che si traducono in un depauperamento che pone in pericolo l’interesse dei creditori al soddisfacimento delle proprie ragioni, laddove nella bancarotta documentale assume rilievo l’interesse dei creditori alla chiara rappresentazione della situazione patrimoniale ed economica del soggetto debitore. In particolare, il reato di bancarotta documentale sanziona la condotta dell’imprenditore che tenga i libri e le scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 16 febbraio 2015, n. 6777 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 febbraio 2015, n. 6822. Il delitto di cui al Decreto Legislativo n. 74 del 2000, articolo 10 ter, non e’ un reato con condotta di natura esclusivamente omissiva, ma a condotta mista, in parte attiva e in parte omissiva, in cui la componente attiva e’ riconducibile alla presentazione della dichiarazione annuale i.v.a. da chi e’ obbligato a tale adempimento, dalla quale emerga un debito di imposta superiore alla soglia di punibilita’, fissata ex lege; mentre la componente omissiva e’ rappresentata dal mancato versamento dell’i.v.a., liquidata dal contribuente nella relativa dichiarazione. Inoltre, il dolo generico, normativamente richiesto per la punibilita’, vuole che il soggetto attivo, con coscienza e volonta’, presenti la predetta dichiarazione, non curando, di procedere poi, al versamento del dovuto entro il 27 dicembre del successivo periodo di imposta. Ne’, per la sussistenza del reato de quo, dal punto di vista dell’elemento soggettivo, rileva una eventuale situazione di decozione economica in cui puo’ venirsi a trovare l’interessato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 febbraio 2015, n. 6822 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. SAVINO Mariapia Gaeta – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 20 febbraio 2015, n. 7884. Nelle materie relative alle richieste di riabilitazione, avverso il provvedimento reso dal tribunale di sorveglianza è prevista, ai sensi dell’art. 667, comma quarto, cod. proc. pen., solo la facoltà di proporre opposizione innanzi al medesimo tribunale, sicché come tale deve essere riqualificato l’eventuale ricorso per cassazione proposto avverso il suddetto provvedimento, nel rispetto del principio generale della conservazione degli atti giuridici e del “favor impugnationis”, con conseguente trasmissione degli atti al giudice competente
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 20 febbraio 2015, n. 7884 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. TARDIO Angela – rel. Consigliere Dott. BONITO Francesco M. – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 febbraio 2015, n. 7930. Circa la natura del “verbale di costatazione” redatto da personale della Guardia di Finanza o dai funzionari degli Uffici Finanziari, si è rilevato che esso e’ qualificabile come documento extraprocessuale ricognitivo di natura amministrativa e, in quanto tale, acquisibile ed utilizzabile ai fini probatori ai sensi dell’articolo 234 c.p.p.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 febbraio 2015, n. 7930 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 11 marzo 2015, n. 10437. Se lo strumento dell’accordo temporaneo di licenza d’uso di un marchio è utilizzato in realtà per celare una cessione di ramo d’azienda allo scopo di sottrarre risorse alla società cedente ormai prossima al fallimento, è legittimo il sequestro preventivo delle quote dell’azienda cessionaria
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 11 marzo 2015, n. 10437 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott. CAPUTO...
Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 23 marzo 2015, n. 1552. L’art. 12 della legge n. 241 del 1990 riveste carattere di principio generale dell’ordinamento giuridico, ed in particolare della materia che governa tutti i contributi pubblici, la cui attribuzione deve essere almeno governata da norme programmatorie che definiscano un livello minimo delle attività da finanziare e ciò viene a costituire poi il metro di valutazione di un’eventuale comparazione di un numero di domande superiori allo stanziamento; non è sostenibile che il concetto di “finanziamento” sia diverso da quello di contributo o di agevolazione e dunque escluso dall’applicazione della predetta disposizione, né può addursi il carattere di accreditamento/convenzione (sulla base di un procedimento di riconosciuta idoneità rispetto agli obiettivi di sviluppo) piuttosto che comparativo-concorrenziale delle procedure
CONSIGLIO DI STATO SEZIONE V SENTENZA 23 marzo 2015, n. 1552 SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4466 del 2014, proposto dalla Regione Campania, rappresentata e difesa dall’avv. Rosaria Palma, con domicilio eletto presso la medesima in Roma, alla Via Poli 29; contro Arka S.r.l. in liquidazione, rappresentata e difesa dagli avv. Luigi Tretola...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 30 marzo 2015, n. 1650. In capo alla P.A. vige l’obbligo di reprimere, in qualsiasi momento, l’esecuzione di opere abusive, eseguite senza titolo, che hanno carattere di illecito permanente, corrispondendo alle stesse, sul piano urbanistico-edilizio, un’esigenza di rimessa in pristino, da far valere nei confronti del proprietario, fatte salve le eventuali azioni di rivalsa nei confronti degli esecutori materiali delle opere abusive, sulla base dei rapporti interni intercorsi. Inoltre, sia l’acquisizione gratuita del bene e dell’area di sedime, sia le sanzioni pecuniarie, previste in caso di inottemperanza all’ordine di demolizione, possono lasciare indenne il proprietario, che sia rimasto estraneo all’esecuzione delle opere prive di titolo abilitativo e che non abbia la disponibilità delle stesse, ferma restando, tuttavia, una presunzione di corresponsabilità a carico del medesimo. Il proprietario, infatti, nel rispetto dei doveri di diligente amministrazione, correttezza e vigilanza nella gestione dei beni immobiliari, di cui abbia la titolarità, è tenuto ad adoperarsi, con i mezzi previsti dall’ordinamento, per impedire la realizzazione di abusi edilizi, o per agevolarne la rimozione, soprattutto dopo essere stato preavvertito, dell’avvio del procedimento sanzionatorio
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 30 marzo 2015, n. 1650 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA ex artt. 38 e 60 cod. proc. amm. sul ricorso numero di registro generale 10249 del 2014, proposto dai signori Fr.Ca. ed altri,...