Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 5 maggio 2015, n. 18513 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere...
Categoria: Sentenze – Ordinanze
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 maggio 2015, n. 8934. In materia di rapporti di lavoro pubblico nel settore sanitario, disciplinati a seguito della privatizzazione dalla contrattazione collettiva nazionale, anche in deroga a previsioni di legge o regolamento, la previsione del CCNL del compatto sanita’ del primo settembre 1995, secondo cui il dipendente assunto a tempo indeterminato e’ soggetto ad un periodo di prova, consente l’esecuzione della prova anche nel caso di assunzione di un lavoratore che in precedenza aveva stipulato un contratto a termine, ancorche’ avesse superato la relativa prova, avendo le parti ritenuto utile e comunque funzionale all’interesse pubblico l’espletamento della prova in vista della costituzione di un rapporto a tempo indeterminato
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 maggio 2015, n. 8934 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – rel. Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. AMENDOLA...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 maggio 2015, n. 8925. Legittimo il licenziamento del dipendente che per giustificare la propria assenza produce certificati medici falsi.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 maggio 2015, n. 8925 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – rel. Consigliere Dott. TRICOMI Irene...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 18 maggio 2015, n. 10131. Ai fini della responsabilità per attività pericolosa di cui all’art. 2050 c.c., costituiscono attività pericolose non solo quelle che tali sono qualificate dalla legge di pubblica sicurezza o da altre leggi speciali, ma anche quelle altre che comportano la rilevante possibilità del verificarsi di un danno, per la loro stessa natura o per le caratteristiche dei mezzi usati. Non solo nel caso di danno che sia conseguenza di una azione, ma anche nell’ipotesi di danno derivato da omissione di cautele che in concreto sarebbe stato necessario adottare in relazione alla natura dell’attività esercitata alla stregua delle norme di comune diligenza e prudenza, per cui, di regola, l’attività edilizia, massimamente quando comporti rilevanti opere di trasformazione o di rivolgimento o spostamento di masse terrose e scavi profondi ed interessanti vaste aree, non può non essere considerata attività pericolosa ai fini indicati dalla detta norma. Il proprietario che fa eseguire nel suo fondo opere di escavazione, risponde direttamente del danno che a causa di essi sia derivato al fondo confinante, anche se l’esecuzione dei lavori sia stata data in appalto, e dunque indipendentemente dal suo diritto ad ottenere la rivalsa nei confronti dell’appaltatore la cui responsabilità verso i terzi danneggiati può eventualmente aggiungersi alla sua, ma non sostituirla od eliminarla
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 18 maggio 2015, n. 10131 Con atto di citazione ritualmente notificato M.A. , S.G. , C.G. (nato nel (…)), C.M. e Co.Gi. (nato nel (…)), esponevano: – che erano usufruttuarie le prime due e proprietari tutti gli altri di un immobile sito in (omissis) ; – che...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 11 maggio 2015, n. 2333. Posto che nel processo amministrativo, ai sensi dell’art. 101, comma 1, c.p.a. l’effetto devolutivo dell’appello non esclude l’obbligo dell’appellante d’indicare nell’atto di gravame le specifiche critiche rivolte alla sentenza impugnata e le ragioni per le quali le conclusioni cui il primo giudice è pervenuto non sono condivisibili, ne discende che non può escludersi una pronuncia di inammissibilità del mezzo di impugnazione, nel caso di carenze dell’atto
Consiglio di Stato sezione III sentenza 11 maggio 2015, n. 2333 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 6231 del 2014, proposto da: Azienda Agricola D., rappresentati e difesi dall’avv. Ma.Ce., con domicilio eletto presso...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 13 maggio 2015, n. 2400. Il provvedimento di aggiudicazione provvisoria essendo atto procedimentale non definitivo non obbliga chi se ne ritenga leso ad impugnarlo e che peraltro la parte può avvalersi della facoltà d’insorgere avverso gli atti della procedura già a partire dall’aggiudicazione provvisoria (salva, poi, a pena d’improcedibilità, la necessità di una distinta impugnativa avverso l’aggiudicazione definitiva eventualmente mediante lo strumento dei motivi aggiunti nell’ambito del medesimo giudizio)
Consiglio di Stato sezione III sentenza 13 maggio 2015, n. 2400 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3972 del 2014, proposto da: Co., in proprio e quale mandataria dell’ATI con IN. spa, in persona...
Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 14 maggio 2015, n. 2453. Stante la spettanza in capo all’amministrazione della scelte direzionali in tema di pianificazione urbanistica, la giurisprudenza di questo Consiglio di Stato ha costantemente ritenuto che la perplessità dell’azione amministrativa dovesse portare unicamente ad un obbligo rinforzato di motivazione, peraltro collegando tale obbligo a particolari situazioni soggettive qualificate, indicate in una serie predeterminata di casi. Tali elenchi, tuttavia, non possono configurare un numero chiuso. Infatti, è nella natura stessa degli strumenti urbanistici la necessità di adeguarsi non solo alla situazione di fatto determinatasi dall’intervento umano, ma anche al progresso delle tecniche conoscitive del territorio e all’aumentare delle competenze che rifluiscono in fase pianificatoria. Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 14 maggio 2015, n. 2453. E in questo senso, il Consiglio di Stato ha già riconosciuto la legittimità di tale evoluzione
Consiglio di Stato sezione IV sentenza 14 maggio 2015, n. 2453 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUARTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso in appello n. 122 del 2014, proposto da Im. s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 15 maggio 2015, n. 2477. Al fine di individuare se un manufatto sia o meno interrato va fatto riferimento al livello naturale del terreno. Sul punto, non spetta al verificatore, ma solo al giudice, trarre dal risultato dell’accertamento le conclusioni in ordine all’individuazione e all’interpretazione del parametro normativo e alla sua applicazione alla specifica fattispecie
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 15 maggio 2015, n. 2477 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 2034 del 2014, proposto da: Ce.Ro., rappresentata e difesa dall’avvocato Ca.Ma., con domicilio eletto presso Al.Lu. in...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 15 maggio 2015, n. 2478. La tutela del paesaggio è un principio fondamentale dell’ordinamento, garantito dall’art 9 della Costituzione, e ha carattere di preminenza rispetto agli altri beni giuridici che vengono in rilievo nella difesa del territorio, per tali ragioni gli strumenti urbanistici, come peraltro le autorità preposte alla loro salvaguardia, devono necessariamente tener conto delle preminenti esigenze sottese alla difesa paesaggistica
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 15 maggio 2015, n. 2478 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 4755 del 2014, proposto da: Ministero per i beni e le attività culturali, la soprintendenza...
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 15 maggio 2015, n. 2484. La dichiarazione relativa al possesso dei mezzi d’opera da parte dell’impresa ausiliaria debba essere presentata quando l’avvalimento riguardi non la qualificazione per una determinata categoria di lavori, ma risorse e requisiti tecnici specifici che non sono già senz’altro compresi nella qualificazione predetta
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 15 maggio 2015, n. 2484 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1144 del 2015, proposto da Re. s.r.l. in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e...