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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 31 agosto 2015, n. 17336. Il dies a quo del termine di prescrizione del danno (da illecito istantaneo con effetti permanenti) inizia a decorrere non dalla data dell’irreversibile trasformazione (o se antecedente dalla scadenza del periodo dell’occupazione legittima), ma dal momento in cui l’azione dell’Amministrazione venga o possa essere percepita dal proprietario come danno ingiusto ed irreversibile, e che la prova del relativo dato incombe sull’Amministrazione stessa

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza  31 agosto 2015, n. 17336 Svolgimento del processo Con sentenza del 20/12/1995-51111996, il Tribunale di Patti condannò il Comune di Oliveri al risarcimento del danno da occupazione appropriativa subito dalla Società Azimut a r.l. per la perdita di proprietà della porzione del suo fondo, irreversibilmente trasformata a strada...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 20 luglio 2015, n. 15130. Anche nell’opposizione a decreto ingiuntivo, la costituzione mediante il deposito della sola “velina” costituisce una mera irregolarità che non ne determina l’improcedibilità

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 20 luglio 2015, n. 15130 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LUCCIOLI Maria Gabriella – Presidente Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. CAMPANILE Pietro – rel. Consigliere Dott. ACIERNO Maria – Consigliere...

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Corte di cassazione, sezione VI, sentenza 22 luglio 2015, n. 32156. Il rapporto sentimentale, sia pure di una certa durata, che difetti di qualsiasi manifestazione tangibile di stabilità, quale la convivenza, non consente di ritenere creatasi neppure quella situazione di minore reattività nella vittima, generata dall’affidamento e che consente di configurare il delitto di maltrattamenti

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 22 luglio 2015, n. 32156 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS An – rel. Consigliere Dott. DI SALVO Emanuel – Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 luglio 2015, n. 31677. Nella diffamazione via internet, quando non sia possibile determinare il luogo di consumazione del reato, la competenza non va individuata con riferimento all’ubicazione dei server che ospitano i contenuti diffamatori bensì guardando al luogo dove i dati sono stati immessi nelle rete

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 luglio 2015, n. 31677 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAPALORCIA Grazia – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 1 settembre 2015, n. 35797. L’astensione dalle udienze proclamata dalla “associazione di categoria dei magistrati onorari”, non ha e non può avere gli stessi effetti di quella degli avvocati, in quanto il difensore è un “soggetto processuale” cui spettano diritti e doveri diversi. Ciò comporta che il rinvio del processo per legittimo impedimento del difensore o dell’imputato, come prescritto dall’art. 159 c.p., “sospende il corso della prescrizione” al pari dell’”astensione dalle udienze degli avvocati” riconducibile all’esercizio di un diritto, disciplinato dal “codice di autoregolamentazione delle astensione dalle udienze degli avvocati”. L’appartenenza del magistrato onorario all’ordine giudiziario non incide, rectius, non limita l’esercizio del suo diritto di astensione dalle udienze proclamato dalle associazioni di categoria. L’effetto, però, della “sospensione del processo” non comporta, in tal caso, l’operatività del microsistema relativo alla “sospensione del corso della prescrizione” configurato dall’art. 159 c.p.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 1 settembre 2015, n. 35797 Ritenuto in fatto 1. O.V. impugna la sentenza della Corte d’appello di Lecce che, quale giudice di rinvio e in riforma della sentenza del Tribunale di Brindisi, ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di O. , limitatamente ai reati di appropriazione indebita...

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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 31 agosto 2015, n. 4049. Nel giudizio di appello, ove la notifica del ricorso effettuata in prime cure nei confronti del resistente, non si sia perfezionata, attesa la dizione “trasferito” riportata nella relata apposta in calce all’originale dell’atto, la sentenza impugnata deve ritenersi pronunciata nel difetto di contraddittorio con la parte controinteressata. Invero, tale sentenza va considerata del tutto irrituale, nella parte in cui, anziché ordinare l’integrazione del contraddittorio e consentire l’esercizio del diritto alla difesa, abbia accolto il ricorso principale, contestualmente disponendo la notifica via pec del ricorso di primo grado nei confronti del controinteressato. Il principio del doppio grado del giudizio rileva nei confronti di tutte le parti e va di regola rispettato: per l’art. 49, comma 2, del c.p.a. il giudice può non disporre l’integrazione del contraddittorio “nel caso in cui il ricorso sia manifestamente irricevibile, inammissibile, improcedibile o infondato” e non anche quando intenda accogliere il ricorso. Ne discende la nullità della sentenza impugnata, in quanto resa in assenza del necessario contraddittorio

Consiglio di Stato sezione V sentenza 31 agosto 2015, n. 4049 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE QUINTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 467 del 2014, proposto dalla s.r.l. Eu., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso...