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Corte di Cassazione, sezione III, ordinanza 3 aprile 2014, n. 15181. In tema di gestione delle scommesse gli articoli 43 CE e 49 del Trattato CE devono interpretarsi nel senso di ostare: 1) a che lo Stato membro, che intendesse porre rimedio a precedente violazione dei principi del Trattato, "proteggesse le posizioni commerciali acquisite agli operatori esistenti prevedendo in particolare determinate distanze minime tra gli esercizi dei nuovi concessionari e quelli di tali operatori esistenti"; 2) a che venissero applicate sanzioni a persone che operano senza concessione o autorizzazione che fossero legate a un operatore che era stato escluso da una gara in violazione del diritto dell'Unione qualora la nuova gara e le nuove assegnazioni non avessero effettivamente rimediato all'illegittima esclusione di detto operatore dalla precedente gara; dovevano inoltre interpretarsi nel senso di richiedere, unitamente ai principi di pari trattamento, di trasparenza e di certezza del diritto, che le norme comportanti decadenza di concessioni dovessero essere formulate in modo chiaro, preciso e univoco, spettando al giudice del rinvio verificare cio'. tutto ciò subordinato alla legittimita' di un sistema volto a subordinare l'esercizio di un'attivita' economica (in essa compresa quindi quella di raccolta delle scommesse) all'ottenimento di una concessione e a prevedere varie ipotesi di decadenza della concessione sulla base di motivi imperativi di interesse generale, quali gli obiettivi di tutela dei consumatori, di prevenzione delle frodi e dell'incitamento dei cittadini ad una spesa eccessiva legata al gioco, nonche' di prevenzione di turbative dell'ordine sociale in generale

Suprema Corte di Cassazione sezione III ordinanza 3 aprile 2014, n. 15181 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANOLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. MULLIRI Guicla – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. ANDRONIO Alessandro...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 28 maggio 2014, n. 11905. Il mancato pagamento del fornitore da parte di una azienda sanitaria entro la scadenza dei 90 giorni, anche se contrattualmente prevista, non produce interessi fino alla formale costituzione in mora, prevalendo la disciplina speciale prevista per gli enti pubblici

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 maggio 2014, n. 11905 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALVAGO Salvatore – Presidente Dott. DI AMATO Sergio – Consigliere Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. BENINI Stefano – rel. Consigliere Dott. MERCOLINO...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza del 3 giugno 2014, n. 12385. In caso di deposito bancario intestato a più persone, con facoltà per le medesime di compiere, sino alla estinzione del rapporto, operazioni, attive e passive, anche disgiuntamente, il contitolare ha diritto di chiedere, anche dopo la morte dell'altro, l'adempimento dell'intero saldo del libretto di deposito a risparmio e l'adempimento così conseguito libera la banca verso gli eredi dell'altro contitolare

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 3 giugno 2014, n. 12385 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALVAGO Salvatore – Presidente – Dott. BENINI Stefano – Consigliere – Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere – Dott. DE CHIARA Carlo...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 aprile 2014, n. 15162. La sospensione dei termini di durata massima della custodia cautelare durante la pendenza dei termini per la stesura della motivazione opera anche in relazione all'eventuale periodo di proroga, purchè il giudice procedente emetta un'ulteriore ordinanza

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 2 aprile 2014, n. 15162 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DE ROBERTO Giovanni – Presidente Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – rel. Consigliere Dott. DE...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 maggio 2014, n. 10253. L'azione risarcitoria per la mancata attuazione di una direttiva europea va promossa nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Questa regola generale non può ritenersi derogata dalla previsione del decreto legislativo di recepimento della direttiva stessa che rimanda ad un decreto ministeriale per l'individuazione di alcuni criteri specifici di attuazione

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 maggio 2014, n. 10253   REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – rel. Consigliere Dott. SCARANO Luigi Alessandro – Consigliere Dott. STALLA Giacomo Maria –...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 3 giugno 2014, n. 22899. La cessione di materiali e prodotti dell'industria lapidea non risulta inclusa tra quelle per le quali, nell'ambito delle tabelle del D.P.R. n. 633 del 1972, sono previste aliquote Iva diverse da quella ordinaria: il richiamato n. 80 della parte 2^ della tabella A del D.P.R. n. 633 del 1972, non risulta, infatti, vigente.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza del 3 giugno 2014, n. 22899 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente – Dott. SAVINO Mariapia Gaeta – Consigliere – Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere – Dott....

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 maggio 2014, n. 21598. Il risarcimento per ingiusta detenzione non può essere negato sulla base di elementi fattuali vaghi e privi di univoco fondamento probatorio, dovendo al contrario fondarsi su comportamenti concreti o specifici rivelatori di grave o macroscopica negligenza

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 maggio 2014, n. 21598 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Mari – Consigliere Dott. IANNELLO Emilio – rel. Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – Consigliere Dott. SERRAO...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza del 3 giugno 2014, n. 23002. Il divieto di sequestrare presso i difensori "carte o documenti relativi all'oggetto della difesa, salvo che costituiscano corpo del reato", previsto dall'art. 103 c.p.p., comma 2, non è limitato all'ipotesi in cui il sequestro è disposto nell'ambito dello stesso procedimento in cui si svolge l'attività difensiva o all'ipotesi in cui questa sia ancora in corso, ed opera, quindi, anche nel caso in cui tale attività concerne un procedimento diverso. Inoltre, mentre per le ispezioni e per le perquisizioni la "garanzia" prevista dal citato articolo è collegata ai locali dell'ufficio, per i sequestri (così come avviene anche per le intercettazioni e per il controllo della corrispondenza) la lettera del secondo comma, con le parole iniziali ("presso i difensori"), mostra che la garanzia è collegata direttamente alle persone (difensori e consulenti tecnici), sicchè il divieto opera anche quando l'attività diretta al sequestro si svolge in luogo diverso dall'ufficio. Dunque, essendosi in presenza di documentazione afferente ad assistenza legale

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza del 3 giugno 2014, n. 23002 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente – Dott. BLAIOTTA Rocco Mar – rel. Consigliere – Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere – Dott. IANNELLO...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza del 26 maggio 2014, n. 11660. La domanda fondata sull'art. 2051 cod. civ. può non essere considerata nuova rispetto a quella fondata sull'art. 2043 cod. civ. – e, quindi, improponibile in appello – solo se l'attore abbia sin dall'atto introduttivo del giudizio enunciato in modo sufficientemente chiaro situazioni di fatto suscettibili di essere valutate come idonee, in quanto compiutamente precisate, ad integrare la fattispecie contemplata da detti articoli. Con la importante precisazione, però, che la regola probatoria di cui all'art. 2051 cod. civ., più favorevole per il danneggiato, in tanto può essere posta a fondamento dell'affermazione della responsabilità del convenuto stesso in quanto non gli si ascriva la mancata prova di fatti che egli non sarebbe stato tenuto a provare in base al criterio di imputazione ordinario della responsabilità originariamente invocato dall'attore

Suprema Corte di Cassazione  sezione III sentenza del 26 maggio 2014, n. 11660 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. RUSSO Libertino Alberto – Presidente – Dott. D’ALESSANDRO Paolo – Consigliere – Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere – Dott. D’AMICO Paolo...