Non e’ necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego della concessione delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma e’ sufficiente che egli faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti
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Non e’ necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego della concessione delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma e’ sufficiente che egli faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti

Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 4 aprile 2018, n. 14949. Non e’ necessario che il giudice di merito, nel motivare il diniego della concessione delle attenuanti generiche, prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma e’ sufficiente che egli faccia riferimento a quelli ritenuti...

Nel procedimento di sorveglianza il legittimo impedimento del difensore per ragioni di salute, adeguatamente provato nella sua serietà e tempestivamente comunicato, costituisce causa di rinvio dell’udienza in camera di consiglio.
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Nel procedimento di sorveglianza il legittimo impedimento del difensore per ragioni di salute, adeguatamente provato nella sua serietà e tempestivamente comunicato, costituisce causa di rinvio dell’udienza in camera di consiglio.

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 3 aprile 2018, n. 14785. Nel procedimento di sorveglianza il legittimo impedimento del difensore per ragioni di salute, adeguatamente provato nella sua serietà e tempestivamente comunicato, costituisce causa di rinvio dell’udienza in camera di consiglio. Sentenza 3 aprile 2018, n. 14785 Data udienza 17 luglio 2017 REPUBBLICA ITALIANA...

Il delitto di bancarotta fraudolenta impropria nel caso di fallimento di società di capitali derivato anche da operazioni dolose, protrattesi nel tempo, in danno di soggetto diverso da una pubblica amministrazione o da un ente pubblico, determinanti nel breve periodo un arricchimento del patrimonio sociale
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Il delitto di bancarotta fraudolenta impropria nel caso di fallimento di società di capitali derivato anche da operazioni dolose, protrattesi nel tempo, in danno di soggetto diverso da una pubblica amministrazione o da un ente pubblico, determinanti nel breve periodo un arricchimento del patrimonio sociale

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 3 aprile 2018, n. 14783. Nel caso di fallimento di società di capitali derivato anche da operazioni dolose, protrattesi nel tempo, in danno di soggetto diverso da una pubblica amministrazione o da un ente pubblico, determinanti nel breve periodo un arricchimento del patrimonio sociale, il delitto di bancarotta...

La condotta di cui si adduce l’irrilevanza penale, per essere scriminata, deve pur sempre costituire una corretta estrinsecazione delle facolta’ inerenti al diritto che si pretende aver esercitato
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La condotta di cui si adduce l’irrilevanza penale, per essere scriminata, deve pur sempre costituire una corretta estrinsecazione delle facolta’ inerenti al diritto che si pretende aver esercitato

Corte di Cassazione, sezione quinta penale, sentenza 30 marzo 2018, n. 14627. La condotta di cui si adduce l’irrilevanza penale, per essere scriminata, deve pur sempre costituire una corretta estrinsecazione delle facolta’ inerenti al diritto che si pretende aver esercitato. Sentenza 30 marzo 2018, n. 14627 Data udienza 21 dicembre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME...

L’art. 5 del d.p.r. 313/2002 non contempla la eliminazione dal casellario giudiziale della sentenza di patteggiamento anche se dichiarata l’estinzione del reato ai sensi dell’art. 445, co. II, c.p.p..
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L’art. 5 del d.p.r. 313/2002 non contempla la eliminazione dal casellario giudiziale della sentenza di patteggiamento anche se dichiarata l’estinzione del reato ai sensi dell’art. 445, co. II, c.p.p..

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 3 aprile 2018, n. 14798. L’art. 5 del d.p.r. 313/2002 non contempla la eliminazione dal casellario giudiziale della sentenza di patteggiamento anche se dichiarata l’estinzione del reato ai sensi dell’art. 445, co. II, c.p.p. Sentenza 3 aprile 2018, n. 14798 Data udienza 14 marzo 2018 REPUBBLICA ITALIANA IN...

L’esimente della provocazione non può essere applicata al reato di molestie nei confronti del vicino perpetrato attraverso telefonate ‘mute’ come reazione ai rumori prodotti.
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L’esimente della provocazione non può essere applicata al reato di molestie nei confronti del vicino perpetrato attraverso telefonate ‘mute’ come reazione ai rumori prodotti.

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 3 aprile 2018, n. 14782. L’esimente della provocazione non può essere applicata al reato di molestie nei confronti del vicino perpetrato attraverso telefonate ‘mute’ come reazione ai rumori prodotti. Sentenza 3 aprile 2018, n. 14782 Data udienza 29 novembre 2017 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA...

La truffa cosiddetta a consumazione prolungata, configurabile quando la frode e’ strumentale al conseguimento di erogazioni pubbliche il cui versamento viene rateizzato, e che si consuma al momento della percezione dell’ultima rata di finanziamento, necessita che tutte le erogazioni siano riconducibili all’originario ed unico comportamento fraudolento
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La truffa cosiddetta a consumazione prolungata, configurabile quando la frode e’ strumentale al conseguimento di erogazioni pubbliche il cui versamento viene rateizzato, e che si consuma al momento della percezione dell’ultima rata di finanziamento, necessita che tutte le erogazioni siano riconducibili all’originario ed unico comportamento fraudolento

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 3 aprile 2018, n. 14784. La truffa cosiddetta a consumazione prolungata, configurabile quando la frode e’ strumentale al conseguimento di erogazioni pubbliche il cui versamento viene rateizzato, e che si consuma al momento della percezione dell’ultima rata di finanziamento, necessita che tutte le erogazioni siano riconducibili all’originario ed...

Il creditore che costringa, con minaccia, il proprio debitore a vendere l’immobile in cui abita per soddisfarsi sul ricavato della vendita del credito che vanta, commette il reato di estorsione e non di esercizio arbitrario delle proprie ragioni
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Il creditore che costringa, con minaccia, il proprio debitore a vendere l’immobile in cui abita per soddisfarsi sul ricavato della vendita del credito che vanta, commette il reato di estorsione e non di esercizio arbitrario delle proprie ragioni

Corte di Cassazione, sezione seconda penale, sentenza 27 marzo 2018, n. 14160. Il creditore che costringa, con minaccia, il proprio debitore a vendere l’immobile in cui abita per soddisfarsi sul ricavato della vendita del credito che vanta, commette il reato di estorsione e non di esercizio arbitrario delle proprie ragioni in quanto non avrebbe potuto...

In tema di impugnazione di misure cautelari personali – cosi’ come in ogni giudizio impugnatorio -, il giudice del riesame e’ tenuto a dare risposta, sia pure con motivazione sintetica, ad ogni deduzione difensiva, incorrendo in caso contrario, nel vizio, rilevabile in sede di legittimita’, di violazione di legge per carenza di motivazione.
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In tema di impugnazione di misure cautelari personali – cosi’ come in ogni giudizio impugnatorio -, il giudice del riesame e’ tenuto a dare risposta, sia pure con motivazione sintetica, ad ogni deduzione difensiva, incorrendo in caso contrario, nel vizio, rilevabile in sede di legittimita’, di violazione di legge per carenza di motivazione.

Corte di Cassazione, sezione sesta penale, sentenza 27 marzo 2018, n. 14168. In tema di impugnazione di misure cautelari personali – cosi’ come in ogni giudizio impugnatorio -, il giudice del riesame e’ tenuto a dare risposta, sia pure con motivazione sintetica, ad ogni deduzione difensiva, incorrendo in caso contrario, nel vizio, rilevabile in sede...

L’elemento psicologico dell’omicidio preterintenzionale consiste nell’aver voluto, con dolo, l’evento minore rappresentato dalle lesioni cagionate alla persona offesa, e non anche l’evento piu’ grave (la morte della vittima), che costituisce solo la conseguenza diretta, sul piano causale, della condotta dell’agente
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L’elemento psicologico dell’omicidio preterintenzionale consiste nell’aver voluto, con dolo, l’evento minore rappresentato dalle lesioni cagionate alla persona offesa, e non anche l’evento piu’ grave (la morte della vittima), che costituisce solo la conseguenza diretta, sul piano causale, della condotta dell’agente

Corte di Cassazione, sezione prima penale, sentenza 3 aprile 2018, n. 14776. L’elemento psicologico dell’omicidio preterintenzionale consiste nell’aver voluto, con dolo, l’evento minore rappresentato dalle lesioni cagionate alla persona offesa, e non anche l’evento piu’ grave (la morte della vittima), che costituisce solo la conseguenza diretta, sul piano causale, della condotta dell’agente; l’elemento soggettivo del...