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La regola del ne bis in idem processuale opera nei soli casi di annullamento in conseguenza di un controllo di merito del provvedimento e non anche nei casi di perenzione per vizi di forma. Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 12 aprile 2016, n. 15097.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 12 aprile 2016, n. 15097 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. DE MASI Oronzo – Consigliere Dott. MANZON Enrico – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere...

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Ai fini della configurabilità del delitto di concussione non rileva, a differenza di quanto prospettato dalla ricorrente, la portata più o meno coartante della minaccia, ma l’ingiustizia del male minacciato, diversamente dal delitto di concussione ex art. 317 cod. pen., nel delitto di induzione indebita ex art.319-quater cod. pen. manca l’abuso costrittivo da parte del pubblico agente e la condizione del destinatario non è quella di chi, senza alcun vantaggio indebito per sé, viene stretto fra l’alternativa di subire un danno o di evitarlo con la dazione o la promessa di una utilità indebita, perché la condotta si configura come persuasione, suggestione, inganno, pressione morale con più tenue valore condizionante della libertà di autodeterminazione del destinatario, il quale, disponendo di più ampi margini decisionali, finisce col prestare acquiescenza alla richiesta della prestazione non dovuta, nella prospettiva di conseguire quel vantaggio, che giustifica la previsione di una sanzione a suo carico. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 aprile 2016, n. 17684.

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 aprile 2016, n. 17684 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Milano ha confermato la sentenza emessa il 26/02/2014 dal G.u.p. del Tribunale di Milano nei confronti di S.M.A. , ritenuta colpevole dei reati di tentata concussione in concorso e di...

Non sussiste a carico del pm l’onere di trasmettere, prima al gip e poi al Tribunale, tutti gli atti di indagine nella loro integralità, in quanto l’organo d’accusa è legittimato a selezionare il materiale indiziario da sottoporre al vaglio del giudice, mentre l’obbligo di una trasmissione integrale e completa sussiste solo per gli elementi a favore dell’imputato. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 maggio 2016, n. 18448
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Non sussiste a carico del pm l’onere di trasmettere, prima al gip e poi al Tribunale, tutti gli atti di indagine nella loro integralità, in quanto l’organo d’accusa è legittimato a selezionare il materiale indiziario da sottoporre al vaglio del giudice, mentre l’obbligo di una trasmissione integrale e completa sussiste solo per gli elementi a favore dell’imputato. Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 maggio 2016, n. 18448

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 3 maggio 2016, n. 18448 Ritenuto in fatto 1. II difensore di G.P. ha proposto ricorso per Cassazione contro l’ordinanza con la quale il Tribunale di LECCE, in sede di riesame, ha accolto parzialmente il ricorso contro l’ordinanza dei Gip della stessa città e ha sostituito la misura...

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La norma più favorevole per i fatti di lieve entità, che riguardino sia le c.d. droghe pesanti sia le c.d. droghe leggere, va individuata, agli effetti di cui all’art. 2 comma 4 cod. pen., nella disciplina per ultimo introdotta dal D.L. n. 36/2014, poi convertito nella legge n. 79/2014. Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 aprile 2016, n. 14725.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 aprile 2016, n. 14725 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMORESANO Silvio – Presidente Dott. DE MASI Oronzo – rel. Consigliere Dott. MOCCI Mauro – Consigliere Dott. DI STASI Antonella – Consigliere...

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Il c.d. travisamento della prova, consistente nella presenza in motivazione di un’informazione rilevante inesistente nel processo o nell’omissione della valutazione di una prova decisiva apre le porte ad un giudizio che, comunque, rimane improntato alla sola legittimità della motivazione e non anche ad una rilettura nel merito degli elementi posti a sostegno della decisione. Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 aprile 2016, n. 17656.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 aprile 2016, n. 17656 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza resa in data 14/6/2012, il Tribunale di Messina ha condannato B.G. alla pena di giustizia, oltre al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita (in solido con il responsabile civile), in relazione al reato di...

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La nozione di quasi flagranza deve essere rigorosamente interpretata tenendo presente che, in generale, essa è configurabile tutte le volte in cui sia possibile stabilire un particolare nesso tra il soggetto ed il reato, il quale presuppone un rapporto di contestualità tra la condotta in cui si sostanzia l’illecito ed il fatto percettivo dell’ufficiale o agente di pg che interviene procedendo all’arresto. Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 22 aprile 2016, n. 17015.

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza  22 aprile 2016, n. 17015 Ritenuto in fatto 1. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Savona ricorre avverso l’ordinanza in data 23 novembre 2015 con la quale il Tribunale di Savona in composizione monocratica non convalidava l’arresto eseguito nei confronti di S.G. in relazione al reato...