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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5271. Responsabile dei reati di interruzione di pubblico servizio e di lesioni aggravate dall’uso di un bastone, per aver aggredito il conducente di un autobus, che gli aveva rimproverato il parcheggio in doppia fila, così interrompendo il servizio di linea

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5271 Ritenuto in fatto 1. M.M. ricorre avverso la sentenza in data 14-2-2013 con la quale la Corte d’Appello di Catania, confermando sostanzialmente quella del Tribunale della stessa sede emessa il 15-7-2008, che riformava solo in punto di concessione del beneficio della non menzione...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 febbraio 2014, n. 5277. Ai fini della configurabilità dell’elemento soggettivo del delitto di abuso d’ufficio

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 febbraio 2014, n. 5277 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 27/11/2012, il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Grosseto pronunciava il non luogo a procedere nei confronti di A.F. , B.M. e L.M. (disponendo contestualmente, con separato decreto ex art. 429 cod. proc. pen., il rinvio...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 31 gennaio 2014, n. 4967. La natura contravvenzionale della trasgressione impone al soggetto agente di astenersi diligentemente dalla guida ove abbia assunto, per qualsivoglia, anche giustificata, ragione, alcolici o misture, rimedi, prodotti e farmaci contenenti alcol

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 31 gennaio 2014, n. 4967 Ritenuto in fatto 1. Il GIP del Tribunale di Busto Arsizio, con sentenza del 17/3/2010, dichiarato D.O. colpevole del reato di cui all’art. 186, comma 2, lett. b) del cod. della str., per essersi posto alla guida di un’autovettura in stato d’ebbrezza (1,64/1,59...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 gennaio 2014, n. 3722. Lo stato di insolvenza non libera da responsabilità penale l’amministratore della società che ha omesso di versare le ritenute sulle retribuzioni erogate ai dipendenti. Egli infatti ha comunque l’obbligo di ripartire le risorse esistenti all’atto della corresponsione delle retribuzioni in modo da poter adempiere il proprio obbligo, anche se ciò dovesse comportare l’impossibilità di pagare i compensi nell’intero ammontare

Suprema Corte di Cassazione sezione VI Sentenza 28 gennaio 2014, n. 3722 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – rel. Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 gennaio 2014, n. 691. La legge n. 59 del 2006 ha introdotto una presunzione di proporzionalità tra offesa e difesa quando sia configurabile la violazione di domicilio da parte dell’aggressore, ossia l’effettiva introduzione di costui nel domicilio altrui, contro la volontà del soggetto legittimato ad escluderne la presenza. In tal caso, l’uso dell’arma legittimamente detenuta è ritenuto proporzionato per legge, se finalizzato a difendere la propria o l’altrui incolumità ovvero i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione. In presenza delle suddette condizioni, non è più rimesso ad apprezzamento discrezionale il giudizio sulla proporzionalità della difesa all’offesa, essendo il rapporto di proporzionalità sussistente per legge, sia in ipotesi di legittima difesa obiettivamente sussistente sia in ipotesi di legittima difesa putativa incolpevole. Sul precisato che il requisito della proporzione tra offesa e difesa viene meno nel caso di conflitto fra beni eterogenei, allorché la consistenza dell’interesse leso (la vita della persona) sia molto più rilevante, sul piano della gerarchia dei valori costituzionali, di quello difeso (l’integrità fisica), ed il danno inflitto con l’azione difensiva (la morte dell’offensore) abbia un’intensità e un’incidenza di gran lunga superiore a quella del danno minacciato (lesioni personali, neppure gravi al momento dell’inizio dell’azione omicida).

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 10 gennaio 2014, n. 691 omissis Considerato in diritto 1. Il ricorso non merita accoglimento risultando in parte infondati e in parte inammissibili i motivi dedotti. Osserva in primo luogo il Collegio, con riferimento alle eccezione di inutilizzabilità della prova ex art. 195 cod.proc.pen. che, essendosi il giudizio celebrato...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 gennaio 2014 n. 4628. Burlarsi del cognome altrui è atto di villania: ma la villania non è sanzionata penalmente. La quinta sezione penale della Cassazione ha assolto il giornalista Vittorio Feltri

Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 gennaio 2014 n. 4628[1]   Si legge nella sentenza in commento che l’imputato, nel riferire di un’indagine diretta dal dottor Woodcock nell’esercizio delle funzioni di pubblico ministero, aveva fornito al lettore informazioni tali da far dubitare della bontà dell’inchiesta perché condotta da un magistrato il...